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 2021  novembre 01 Lunedì calendario

Processo al menu senza prezzi per le donne

Viola Giannoli, la Repubblica
Ad andare di traverso stavolta non è stata la cena – senz’altro di livello, almeno a giudicare dalle foto postate su Instagram – ma il menu. O meglio il blind menu, quello che oscura, si dice per galateo, il prezzo delle pietanze all’ospite. Dove però l’ospite, per antica abitudine, è quasi sempre la donna alla quale i camerieri di locali stellati o griffati consegnano in automatico la carta senza costi.
Quando Agustina Gandolfo, seduta a cena nel centro di Milano con il compagno Lautaro Martinez per festeggiare il rinnovo del contratto del calciatore con l’Inter, si è trovata davanti il menu oscurato ha reagito così: «Lo sapevate che in Italia in diversi ristoranti non mettono i prezzi sul menu che danno alle donne? E se volessi pagare io? Sono indignata». Non solo: «La cosa peggiore è che giustificano questo fatto dicendo che succede solo nei ristoranti di un certo livello. E quindi le donne non possono pagare se si tratta di una cena più costosa?», ha aggiunto la modella e fashion blogger argentina. Post virale e via alle polemiche, mentre si battaglia sul divario di genere e su quello salariale.
Il blind menu sarebbe in realtà un normale gesto di cura e cortesia, come quando con un’etichetta si chiede di nascondere il prezzo dei libri in regalo. Ma da strumento di premura si è trasformato con un’equazione che non torna a tutte nel “menu rosa”, perché di solito, a prescindere da chi prenota, viene consegnato alle donne. Come accade talvolta per la carta dei vini o il conto in trattoria. Il beau geste spazza via, all’origine, la scelta su chi debba avere la sorpresa e il menu oscurato. C’entra, certo, il femminismo, il pari diritto di offrire e di essere ospiti, ma pure la possibilità di “fare alla romana” dividendo a metà nella coppia o che sia lei a pagare o che ognuno paghi per sé. Per evitare che qualcun’altra si indigni, come Agustina Gandolfo.

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Eleonora Cozzella, la Repubblica
«È bene chiarire che non si tratta di un menu per donne, bensì di un menu di cortesia per gli ospiti. Chi è stato invitato non vede i prezzi accanto ai piatti, nella stessa logica di quando si porta un regalo a degli amici e stiamo ben attenti a che il negoziante tolga il prezzo. Sarebbe poco elegante mostrare il suo costo al destinatario. Tutto qui». Rossella Cerea, del ristorante tre stelle Michelin Da Vittorio a Brusaporto, nella Bergamasca, fa parte di una famiglia che è simbolo della tradizione dell’ospitalità e della cucina italiana nel mondo. Si occupa del servizio in sala e lavora con i fratelli, Francesco, Enrico e Roberto Cerea, e la mamma Bruna. Parla del menu alla cieca come di un gesto di riguardo verso l’ospite.
Quando viene portato il menu senza prezzi?
«Sicuramente se a tavola c’è una coppia, da nostra abitudine alla signora diamo il cosiddetto blind menu . Non vuole certo essere un atto di discriminazione. Casomai, è una forma di galanteria, una sorta di eredità cavalleresca, un modo con il quale si raccomanda alla signora di godersi la cena, l’atmosfera e il buon cibo, senza preoccuparsi delle questioni più prosaiche. Da donna, non l’ho mai visto come una deminutio. Anche perché ormai tra siti internet, recensioni online e app sullo smartphone, i prezzi è possibile vederli ovunque».
Però la carta senza prezzi alla donna sottintende che sia sempre l’uomo a pagare.
«Non proprio, e non sempre. In alcuni casi si porta anche agli uomini. Per esempio, ci sono clienti che invitano degli amici ed è chiaro che a pagare sarà chi ha organizzato l’incontro, colui di solito che ha prenotato. In quel momento quel cliente è un po’ il padrone di casa. Ed ecco che solo a lui verrà portata la carta con relativi costi. Nella stessa logica, è la persona che ospita a scegliere i vini».
Ma qualcuno si è infastidito per questo menu?
«In verità, sì. Nell’ultimo anno abbiamo notato che tante donne storcono un il naso. Proprio indispettite magari no, ma stupite e incuriosite, specie se non italiane, sì. Alcune ci chiedono come mai manchino i prezzi. E, siccome per noi la missione è far stare a proprio agio gli ospiti, non abbiamo alcun problema a portar loro quello con i prezzi.
Tutto questo ci sta facendo riflettere e con i miei fratelli stiamo pensando se non sia il caso di eliminare questa formula. Non è escluso che possa essere uno dei prossimi cambiamenti del nostro ristorante».

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Eleonora Cozzella, la Repubblica
“Odio il finto buon senso, le regole obbligate, a volte professionalità fa rima con freddezza. Non amo i menu senza prezzi per le donne, sono stanco di servire a destra, sinistra, faccio a modo mio con l’obiettivo di far divertire il cliente”. Alessandro Pipero, patron del ristorante Pipero a Roma, una stella Michelin, e una fama di grande maitre e sommelier, lo ha stampato nero su bianco ciò che pensa del cosiddetto “menu di cortesia” e lo ribadisce anche in tv, nel programma “Primo appuntamento” su Real Time, di cui è tra i protagonisti.
Lo ha mai adottato nel suo ristorante?
«Quando ero dipendente in altri ristoranti, lo avevamo. Il datore di lavoro si rispetta sempre e non mi sono opposto, ma da quando ho aperto il mio locale l’ho subito abolito».
Perché non le piace?
«Rientra in quelle che si chiamano
carinerie per signore, ma non trovo nulla di carino se chi lo riceve non si sente alla pari.
Diventa anzi una forma di mancanza di rispetto. E in ogni caso è anacronistico. Siamo nel 2021 e non è possibile credere che la donna al ristorante non paghi. E se anche non pagasse, perché mai dovrebbe non conoscere il prezzo dei piatti? È anche una questione di ordine pratico».
In che modo?
«Una volta se al tavolo da due c’erano un uomo e una donna, era una cena romantica. Adesso al ristorante possono andare un fratello e una sorella, un amico e un’amica, una datrice di lavoro col suo dipendente. Non è più così scontato che sia lui a pagare. E le contraddizioni nel blind menu non si fermano qui. Per legge, in ogni caso, sono obbligato a esporre fuori i prezzi dei piatti. Allora, che succede? La signora può leggere i prezzi fuori dal locale ma dentro no?»
Un segno dei tempi, una scelta di pari opportunità?
«Direi una scelta di stare al passo con i tempi. Se porto a una signora il menu senza prezzi di fatto si sottintende che non divideranno il conto, si esclude a priori che possa essere solo lei a pagarlo, che anche lei abbia una indipendenza economica. E poi comunque, se la coppia è collaudata, magari convivente/sposata non ha senso non mostrare a lei i prezzi, quando poi a casa i conti li fanno insieme. Ecco che le donne hanno ben donde per non gradire la gentilezza».
E poi c’è il diritto di scelta.
«Quand’anche la donna fosse davvero ospite dell’uomo con cui è a cena fuori, perché mai non dovrebbe avere la possibilità di regolarsi, di decidere se farlo spendere più o meno?».