il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2021
Apollo, il ciclone tropicale fatto in casa
In Italia. Un vigoroso ciclone mediterraneo tra la Sicilia e la Libia ha dominato la cronaca meteorologica dell’ultima settimana. Una prima ondata di violenti rovesci, correttamente anticipati con allerta rossa dalla Protezione Civile, ha investito l’isola e la Calabria tra domenica 24 e martedì 26 ottobre, scaricando 268 mm d’acqua a Catania, 452 mm a Fabrizia (Vibo Valentia) e ben 603 mm sui versanti dell’Etna sopra Linguaglossa. Il peggio è toccato proprio al Catanese: domenica fiumi d’acqua e fango hanno investito il paese di Scordia facendo due vittime, lunedì il Simeto ha allagato la zona industriale di Catania e martedì una grave alluvione urbana originatasi dai pendii collinari (con un altro morto, a Gravina) ha colpito il centro città evidenziando ancora una volta l’inadeguatezza delle reti di drenaggio durante nubifragi che da quelle parti in autunno sono ricorrenti. A Catania e dintorni le stesse scene si erano già viste il 9 settembre 2015 e il 3-4, 12 e 19 ottobre 2018. Pausa mercoledì, poi il vortice ha ripreso forza assumendo caratteristiche almeno da tempesta subtropicale (battezzata “Apollo” dall’Aeronautica militare), diversa dalle depressioni della fascia temperata e più simile a un ciclone tropicale atlantico in miniatura. Sono vortici anche detti “Medicanes” (da Mediterranean hurricanes), ma in questo caso non è chiaro se in mare aperto il vento abbia davvero raggiunto velocità da “uragano” di categoria 1, ovvero 119 km/h. Intorno all’Italia eventi analoghi o più intensi si osservano quasi ogni anno, di recente nello Jonio si ebbero “Numa” (novembre 2017), “Zorbas” (settembre 2018) e “Ianos” (settembre 2020), non sappiamo ancora se stiano aumentando o no con il riscaldamento globale, ma di certo il mare più caldo del solito contribuisce ad aggiungere energia e vapore acqueo alle tempeste. Stavolta il Siracusano è stata la zona più colpita da inondazioni e interruzioni di viabilità, 296 mm di pioggia sono caduti a Siracusa tra giovedì e ieri, più di metà della media annua! Forti piogge anche in Sardegna orientale giovedì, mentre il resto d’Italia è rimasto al sereno e solo adesso, al termine di un ottobre molto soleggiato, piogge atlantiche sono arrivate al Nord.
Nel mondo. Lo stesso vortice responsabile dei diluvi al Sud Italia domenica scorsa ha causato alluvioni e 4 vittime anche in Algeria e Tunisia. Brusco passaggio da siccità estrema e incendi alle alluvioni in California, lunedì 25 Sacramento ha ricevuto la pioggia giornaliera più intensa dall’inizio delle misure nel 1877 (138 mm), dopo aver appena vissuto una sequenza inedita di ben sette mesi senza precipitazioni, dallo scorso 19 marzo! A scaricare improvvisamente tanta acqua è stato un “fiume atmosferico” di aria umida (atmospheric river) pilotato dalla più profonda depressione mai registrata nel Pacifico nord-occidentale, pari a 942 ettopascal. Eccezionale ondata di calore nella primavera australe di Argentina, Uruguay, Perù e Brasile, numerosi record di temperatura massima per ottobre tra cui i 36,3 °C di Buenos Aires. In Svezia, invece, con i -24 °C registrati in Lapponia, non faceva tanto freddo in ottobre dal 2006, ma non si tratta dunque di un primato di lungo periodo come nel caso del caldo sudamericano. Il Greenhouse Gas Bulletin dell’Organizzazione meteorologica mondiale segnala un nuovo record di concentrazione media annua globale di CO2 nel 2020 (413 parti per milione), e secondo l’Emissions Gap Report del programma ambientale Onu l’insieme degli attuali piani climatici nazionali è ancora inadeguato e ci porterebbe a un riscaldamento di 2,7 °C a fine secolo con effetti rovinosi a lungo termine. Speranze di arrivare a più incisive riduzioni dei gas serra sono riposte nella Cop26 che comincia oggi a Glasgow, ma il timore di un fallimento è concreto.