Il Messaggero, 31 ottobre 2021
Boom di piatti vegani nell’ultimo anno
Nell’anno pandemico il consumo dei piatti vegani è più che raddoppiato, almeno dai dati che stanno diffondendo le varie piattaforme di consegne di cibo pronto a domicilio, in occasione del World vegan day, la giornata mondiale vegana che si celebra domani e che aprirà anche il World vegan month, l’intero mese dedicato all’alimentazione vegana. Una crescita che si nota anche dagli scaffali dei supermercati dove la presenza dei cibi vegetariani è in aumento e in alcuni casi ci sono veri e propri reparti dedicati. E anche i grandi chef offrono sempre più piatti veg o addirittura menu degustazione senza alimenti di origine animale.
Secondo l’Osservatorio Immagino in Italia vegetariani e vegani sono il 9% dei consumatori e l’indicazione vegan compare su 3.370 prodotti con una crescita del 9,5% rispetto all’anno precedente. Il boom non è detto che sia automaticamente una buona notizia. Se in parte, la riduzione del consumo e della produzione di alimenti di origine animali fa bene all’ambiente e riduce le emissioni di CO2, mangiare troppi cibi vegetali e rinunciare a tutti quelli di origine animale non sempre può far bene al corpo umano.
«È come se ci ostinassimo a voler fare andare un’auto a benzina riempiendo il serbatoio di acqua», ammonisce il professor Giorgio Calabrese, docente di fama mondiale di dietetica e nutrizione umana e, tra i tanti incarichi ricoperti, presidente del Comitato nazionale di sicurezza alimentare del Ministero della salute.
Sulla base dei dati diffusi da Uber Eats, gli ordini di piatti vegani sono cresciuti del 165% rispetto allo stesso periodo del 2020. E nello stesso tempo è aumentata del 28% la presenza dei ristoranti vegani sull’app dell’operatore. Al primo posto tra i piatti vegani più ordinati a domicilio, per il secondo anno si conferma il burger vegetale. «Il consumo di burger vegetale – spiega Debora Rasio, nutrizionista, ricercatrice dell’università La Sapienza di Roma – se si tratta di burger fatti ad esempio di soli ceci, non sarebbe una notizia negativa perché da tempo notiamo che i legumi sono spariti dalle nostre tavole. Il problema, come ha segnalato un recente studio scientifico è che in buona parte dei burger venduti, ci sono molti additivi usati magari per farli assomigliare a quelli di carne, che poi fanno malissimo. Ma questo non vale solo per i nuovi prodotti. Le merendine ad esempio esistono da decenni e fanno malissimo. Il problema è la qualità degli alimenti e quanto questi siano stati processati».
E a giudicare da cosa segue al burger nella classifica, di alimenti molto processati ce ne sono tanti. Infatti Uber Eats segnala che sono aumentati gli ordini di dolciumi di varia tipologia. Cornetti integrali, all’aloe vera e alla marmellata, brownie alla banana e cioccolato, torte crudiste, tiramisù e plumcake all’arancio. Anche per Deliveroo, altro importante operatore di pasti a domicilio, le specialità veg, nell’ultimo anno sono raddoppiate e ci sono oltre 1.000 ristoranti che sulla piattaforma propongono più di 3.000 piatti veg.
A guidare le città che scelgono più prodotti vegani, per Deliveroo c’è Verona al primo posto seguita da Bologna, Reggio Emilia, Rovereto (Trento) e Milano. E la scelta inizia a riguardare anche i grandi chef, come il tre stelle Niko Romito che nel suo Laboratorio ha realizzato una linea di prodotti certificata biologica e vegana. «Se si tratta di una scelta etica – aggiunge Calabrese -, io la rispetto, ma se invece dicono che è una scelta salutistica la considero sbagliata. Una cosa è aumentare il consumo di vegetali e di fibre che rallenta l’assorbimento di zuccheri e grassi, ma se mangio solo vegetali e legumi avrò un eccesso di fibre che provocherà un aumento di acido fitico che a sua volta sequestrerà molte vitamine e minerali. È come mettere la benzina in una tanica e poi farle i buchi. Senza cibi animali e con troppa fibra ci saranno due gravi carenze, quella della vitamina B12 che protegge il sistema nervoso e quella del ferro eme che lega l’ossigeno alla cellula. E poi con l’eccesso di fibra impedisco l’assorbimento di calcio, selenio, zinco e anche potassio».