Corriere della Sera, 31 ottobre 2021
Il confine tra le due Irlande è ancora un problema
Durante un viaggio in Irlanda nel 2018 chiesi insistentemente e inutilmente dove era il confine fra i due Stati: la Repubblica d’Irlanda, nata nel 1925 dopo molti anni di dominazione britannica, e l’Irlanda del Nord che appartiene ancora al Regno Unito. I due popoli sono divisi dalla fede (cattolici al Sud, protestanti al Nord) e si sono frequentemente trovati su campi opposti in guerre e crisi internazionali.
I cattolici, in una Gran Bretagna prevalentemente protestante, continuarono a considerarsi trattati come cittadini di secondo grado e approfittarono della Grande Carestia, fra il 1845 e il 1949, per emigrare negli Stati Uniti, dove divennero americani, ma senza dimenticare la patria d’origine e creando così una grande famiglia irlandese al di là dei mari. Hanno sempre partecipato attivamente alla vita politica del Paese che li aveva accolti, ma senza nascondere le loro preferenze, quando erano chiamati alle urne, per quei candidati che avevano un occhio di riguardo, sulla scena internazionale, per la Repubblica d’Irlanda.
L’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, appartiene a questa grande famiglia. È certamente americano, ma non può dimenticare che molti dei suoi elettori hanno lontane radici a cui restano fedeli e che lo hanno spesso votato perché lo consideravano un membro della stessa famiglia.
Torniamo alle vicende politiche degli ultimi anni. Nel Venerdì Santo del 1998, quando il primo ministro in Gran Bretagna era il laburista Tony Blair, il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda firmarono un accordo con cui le due parti si riconoscevano vicendevolmente e che chiariva le relazioni dei rispettivi Paesi con l’Ulster. L’accordo fu poi approvato con un referendum popolare. Esiste ancora un partito che non accetta questo provvidenziale trattato di pace e che si chiama Partito Unionista Democratico. Ma l’Accordo del Venerdì Santo è ormai riconosciuto dalla comunità internazionale.
Qualche incertezza, invece, sembra continuare ad esistere per il confine che divide i due Paesi. Vi sono momenti in cui sembra essere scomparso dalla carta geografica e tutti (uomini e merci) lo attraversano senza alcuna difficoltà.
Era così durante il mio viaggio quando niente (bandiere, garitte, muri, sentinelle ) segnalava il passaggio da un Paese all’altro. Non è così purtroppo quando i due Paesi, per ragioni politiche o economiche, ridiventano lontani e diversi. L’ultimo bisticcio risale a qualche mese fa quando la Brexit (l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue dopo il referendum inglese del 23 giugno 2016) sembrò rimettere in discussione il libero scambio delle merci fra le due Irlande. I bisticci durano generalmente sino a quando le due parti si accorgono che l’accordo del Venerdì Santo è utile a entrambi.