Corriere della Sera, 31 ottobre 2021
Il cuoco del Quirinale racconta il menù del G20
S almone marinato all’aneto con polvere d’olive. Risotto alla zucca. E, poi, filetti di spigola. Questi i piatti principali della cena offerta ieri sera da Sergio Mattarella ai leader del G20. Affiancato da Mario Draghi e dalla moglie Serena, il presidente della Repubblica ha accolto con la figlia Laura i capi di Stato e le consorti nel salone delle Feste con un menu ideato da Fabrizio Boca. Romano, 52 anni, è il cuoco del Quirinale. A palazzo è arrivato giovanissimo, nel 1994. Vedendo, così, succedersi prima Oscar Luigi Scalfaro, poi Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. «Nella mia cucina tutto è italiano e tradizionale, dagli ingredienti alle ricette. Non ci sono contaminazioni, ma una ricerca dell’eccellenza attraverso materie prime semplici di aziende di nicchia, che lavorano in modo sostenibile», spiega il cuoco, che con alcuni degli executive chef dei più importanti capi di Stato appartiene all’esclusivo Club des Chefs des Chefs, che organizza cene di beneficenza in tutto il mondo. «Credo che il mio lavoro debba essere un biglietto da visita dell’Italia e dell’impegno dei suoi piccoli artigiani», spiega Boca. Inoltre, per garantire prodotti sempre genuini – ma anche economici, al Quirinale le «spese pazze» non sono ammesse —, molti ingredienti sono autoprodotti. «Arrivano dall’orto della tenuta presidenziale di Castelporziano, a 25 chilometri dal centro della Capitale». Un luogo storico, oggi aperto al pubblico. Qualche esempio? «Le verdure servite ieri con il pesce. Oppure, gli ortaggi che componevano il contorno: sfoglia di pomodoro e sedano rapa, cuori di carciofi e patate farcite». Ma, anche, alcuni degli ingredienti del dessert: una delicata crema di mandarino al vapore.