Il Messaggero, 30 ottobre 2021
La Panini denunciata da cinque ex calciatori
Vogliono fare causa, anzi l’hanno già fatta, alle figurine. Quindi a noi e a se stessi, alla loro infanzia, alla madeleine delle nostre vite. Ai collezionisti di ogni ordine, grado, epoca, che infatti insorgono, protestano. Che tempi, signora mia. Si fa causa ai pacchetti allineati golosamente dentro la scatola bislunga, lì alle spalle dell’edicolante nel suo gabbiotto angusto, che erano già una promessa irresistibile, e facevano fioccare le vocazioni per quel mestiere faticoso, da sveglie all’alba ma da custodi del tesoro: avrà in segreto delle figurine gratis tutte per lui, il signore dell’edicola? Poi scartare il pacchetto, attenzione a non strappare le figurine dentro, e l’odore di colla che si sprigiona, e le immagini dei calciatori, ce l’ho, mi manca, è andata bene, anzi malissimo. Gli scambi a scuola e il giochino a rubamazzo con la lettera iniziale del cognome o il numero, chi vince prende tutto, sudori freddi, amicizie interrotte. Gli introvabili Pizzaballa, Egidio Salvi, Vinicio Verza.
I RICORDI
Infine l’album, sotto il braccio anche a letto, rigorosamente liso e con le orecchie agli angoli verso la fine di un’estenuante stagione, e se incompleto era forse più bello, più sofferto, abituava ai rimpianti della vita, a ciò che poteva essere e non fu. La nostra infanzia, e pure l’adolescenza, a volte. Ma un giovane e ambizioso avvocato parigino di nome Elie Dottelonde (i giovani avvocati parigini sono per definizione ambiziosi, almeno da Balzac in poi), in rappresentanza di cinque ex calciatori di Ligue 1 degli ultimi 15 anni, uno pare ex nazionale francese, ha fatto causa a Panini France. Udienza prevista il prossimo 19 gennaio, per la conclusione del tutto bisognerà aspettare fine 2022. Il motivo del contendere, come racconta il quotidiano Le Parisien, è lo sfruttamento dell’immagine. La Panini, commerciando le figurine, violerebbe i diritti di immagine dei calciatori. La richiesta di risarcimento va da 50 mila a 500 mila euro, e riguarderebbe alcuni album degli anni dal 2000 in poi che la Panini mette in vendita sul proprio sito francese (l’azienda italiana vende album di figurine, sportivi e non, in 125 paesi diversi, col calcio è in Francia dal 1975). La questione è regolamentata da un accordo con la Unfp, il sindacato dei calciatori, che versa ai giocatori una cifra a dire il vero esigua, visto quello che gira intorno al pallone: 200 euro a chi gioca in serie A e 150 a chi è in B, per mettere i loro faccioni sulle figurine. L’avvocato Dottelonde e i suoi assistiti sostengono che si tratti di una cifra ridicola e chiedono adeguato risarcimento. Una sentenza favorevole creerebbe un precedente, e dopo chissà quante altre cause arriverebbero, potrebbe venir giù tutto, anche se dalla Panini fanno sapere di essere molto sereni perché si tratta di un piano orchestrato. Eppure un certo sommovimento dei calciatori, e dei loro manager, contro quello che considerano uno sfruttamento non consentito della loro immagine, è già partito da tempo, e da due nostre vecchie conoscenze. Zlatan Ibrahimovic e il suo procuratore Mino Raiola un anno fa hanno annunciato un’azione contro Ea Sport per il videogioco Fifa 21: «Qualcuno sta realizzando profitti sulla mia faccia e sul mio nome senza nessun accordo», disse Ibrahimovic, subito appoggiato da Gareth Bale e da altri 300 calciatori. Ora il versante nuovo è quello delle figurine, in cui la Panini è leader mondiale ed è un colosso da 800 milioni di fatturato nel 2020 e un valore stimato sui 3 miliardi di euro. Tutto grazie all’intuizione di Franco Cosimo Panini, che con la sua famiglia di otto fratelli aveva un’edicola in Corso Duomo a Modena. Come Edison non inventò la lampadina ma seppe come metterla in commercio, e come Ray Kroc non ideò il fast food ma rese commerciale l’idea dei fratelli Mac Donald, così Franco Panini non fu il creatore delle figurine, che c’erano già in tutto il mondo, ma l’album per raccoglierle, che non esisteva, e il modo di attaccarle: il primo album dei calciatori, anno di grazia 1961, uscì con accluso un barattolo di meravigliosa odorosa colla, da spalmare con un pennello. Poi, nel 1972, le prime figurine adesive, e il mondo non volle più rimanere senza. Insomma fanno causa anche al genio italiano, oltre al bambino che è in noi. È troppo.