ItaliaOggi, 30 ottobre 2021
Sulle autostrade tedesche arrivano i limiti di velocità?
L’accoppiata Schumacher-Ferrari smentiva i luoghi comuni, un pilota geniale e folle ma tedesco, meccanici perfetti ma italiani. Eppure si continua a credere che i tedeschi siano automobilisti prudenti e disciplinati. Lo saranno perché i controlli sono severi e che sgarra di perdere la patente, anche a vita.
Invece, appena si sentono al sicuro si scatenano, fino ad ieri scendevano in Italia per guidare senza paura dei limiti, convinti che le multe non li avrebbero mai raggiunti a casa dopo le vacanze (adesso invece vengono consegnate a Berlino o a Amburgo).
Ora si battono per conservare un privilegio, sono l’unico paese in Europa a non avere un limite di velocità sulle autostrade. E pure negli altri continenti, negli Stati Uniti, in Australia, in Cina, esiste un limite di velocità.
La coalizione semaforo, rosso verde gialla, socialdemocratici ecologisti e liberali, rischia di cancellare quello che viene considerato l’ultimo simbolo di libertà individuale. Il leader dell’Fdp, Christian Lindner, infatti è contro l’abolizione, ma difficilmente riuscirà a spuntarla.
Anche l’Adac, l’Automobil club tedesco, è favorevole al limite di 130 chilometri all’ora, come nel resto d’Europa, che tra l’altro avrebbe l’effetto di ridurre di 2 milioni di tonnellate le emissioni di CO2, forse non tanto su 164 milioni in totale.
Der Spiegel informa che il 70% dei 13.200 chilometri delle mitiche Autobahnen (autostrade tedesche) sono senza limiti. Solo in teoria, secondo me. Non si tiene conto dei limiti provvisori. Ho calcolato i tratti liberi da Berlino a Francoforte, quasi come da Roma a Milano, e avrei potuto guidare da folle appena su 70 o 80 chilometri, gli altri erano a velocità limitata per qualche motivo, a 80, 100 o 110 o 130, e bisogna stare attenti perché i radar sono ovunque. Su l’11,3% delle Autobahnen si guida a 120, sul 4,8% a 130, sul 7,5% a 100, e sul 4,4% a 80. Ma si passa da un tratto senza limiti, a improvvisamente un limite a cento, i tedeschi preoccupati per i punti sulla patente frenano di botto, rischiando di provocare tamponamenti colossali. Vicino a Lipsia, l’autostrada è a quattro corsie, dritta e liscia come un biliardo. Un cartello impone di andare a 100 dopo duecento metri. Perché mai? Si passa sotto un viadotto, e il limite è per quei pochi secondi di penombra.
Si guida come il macchinista di un treno. Un giorno d’estate, da Berlino a Diessen, poco a sud di Monaco, circa 600 chilometri, ho impiegato dodici ore, era un giorno qualsiasi non d’inizio o fine delle vacanze, ma sono passato da continui tratti di lavori in corso, per decine di chilometri, incolonnato dietro centinaia di camion. Ho proseguito poi per Trieste, e al ritorno ho scelto una domenica, senza camion, e mi sono imbattuto in migliaia, non esagero, di roulotte olandesi che risalivano dal sud a 30 all’ora, cercando di superarsi tra loro per chilometri. Questa è la norma. Le Autobahnen costruite dopo la riunificazione (1990) cadono già pezzi perché non era stato previsto il transito di migliaia di autotreni da e verso l’Europa dell’Est.
Ulf Porschadt, direttore del quotidiano Die Welt, è proprietario di una Ferrari 812, e ha confidato allo Spiegel che è felice di spingerla al massimo, a 340 km all’ora, più veloce di un aereo al decollo. Ma gli è possibile non lontano da Berlino sulla A63 tra Wittstock e Gustrow. E si rammarica che sull’Avus, quel che è rimasto della pista su cui correvano i bolidi degli Anni Venti, ora diventato un tratto di un’autostrada urbana nella capitale, sia stato imposto un limite a 80. Capisco il rispetto per la storia di Ulf e la sua passione per le rosse di Maranello, ma il problema è che quanti guidano bolidi come Ferrari, Porsche o Lamborghini si sfoghino sui tratti liberi, e all’improvviso vedi arrivare alle tue spalle un mostro che chiede strada. Ma a destra la carovana dei camion non lascia spazio. Per frenare a 340 all’ora occorrono 680 metri.
Le vittime della strada nel 1970, quando si guidava senza limiti, senza cinture, senza radar, e con sporadici controlli sull’alcol, furono in Germania 21mila, otto volte più di oggi. E aalora le auto in circolazione nella Repubblica federale erano molto meno.