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 2021  ottobre 30 Sabato calendario

Tutto sulla Ghb (la droga dello stupro)

Dallo stratega della comunicazione web della Lega, Luca Morisi, alla sorella dell’attrice famosa, Claudia Rivelli, dal conduttore tivù, Ciro Di Maio, al parroco di Prato, don Francesco Spagnesi. Non c’è caso di cronaca che abbia a che fare con sesso estremo e droga in cui ultimamente non emerga il ruolo della Ghb-Gbl, nata inizialmente come anestetico chirurgico per stimolare la produzione di Gh (l’ormone della crescita) e diventata poi la cosiddetta «droga dello stupro». Definizione fuorviante in realtà, perché questa sostanza chimica, le cui rotte d’ingresso in Italia passano principalmente dal nord Europa, Olanda in testa, ha varie qualità a seconda delle quantità utilizzate: rilassa, stordisce, e soprattutto distrugge i freni inibitori, diventando così la sostanza preferita per il sesso occasionale. Usata molto spesso, raccontano le cronache, nell’ambito di festini gay. Oppure per gli stupri in discoteca. Da qui, purtroppo, il successo crescente tra un pubblico ancora di nicchia che non si fa troppi scrupoli e che alimenta i propri “vizi” reperendo la merce sul web o “dark web” dove ordini di pagamento avvengono spesso con criptovaluta e bitcoin.
Nessuno stupore quindi se in Inghilterra, nei giorni scorsi migliaia di ragazze sono scese perfino in piazza, boicottando i locali notturni per protestare sull’assenza di controlli verso queste droghe, le cui caratteristiche – liquide, inodore, incolore, con un sapore leggermente salato – le rendono perfette per essere mescolate ai drink durante le feste. Oppure, denunciano le giovani inglesi, per essere usate con un nuovo sistema più allarmante, in quanto mai registrato prima nel paese: il needle-spiking, l’iniezione di sostanze tramite siringhe. Da noi casi di aggressioni con siringhe non si sono registrati ma stupri in discoteca conseguenti a drink drogati, sì. E sebbene l’imprenditore Alberto Genovese nei suoi festini a “Terrazza sentimento” non utilizzasse Ghb ma cocaina rosa e chetamina, è chiaro che il nesso tra droghe e sesso è sempre più stretto. Così non è un caso se nel corso dell’ultima operazione dei carabinieri nella Capitale, in cui sono stati sequestrati ben 42 litri di Gbl (pari a oltre 50.400 dosi singole, che corrispondono alla metà di una dose contenuta in un campioncino di profumo, vendute a 20 euro ciascuna), oltre alle 39 persone arrestate per spaccio e uso di sostanze stupefacenti tra cui principalmente le droghe chimiche, tra le decine di indagati figuravano professionisti di ogni ordine e grado: dal medico all’architetto, dal funzionario pubblico all’insegnante di scuola media a Cremona (che per non farsi mancare nulla si faceva spedire le fialette di Ghb proprio a scuola) fino all’avvocato, ai giornalisti, al militare (che la droga la riceveva in caserma a Belluno) e agli immancabili politici (ancora misteriosa l’identità di un senatore coinvolto nei traffici). L’operazione, che si è svolta in collaborazione con Eurojust, Europol e Interpol ha fornito la mappa più aggiornata delle “rotte” internazionali del traffico di questo tipo di droga. Stabilendo che: il Fentanil arriva da Canada, Polonia e Repubblica Ceca; Gbl da Cina, Olanda, Francia e Croazia; catinoni sintetici e benzodiazepine dall’Olanda oltre ad eroina ad alta concentrazione (rinvenuta in spedizioni provenienti da Gran Bretagna e Germania). È risultato che soltanto per questo “giro” le spedizioni erano state almeno 290 verso tutto il territorio nazionale, per un volume d’affari stimabile in 4 milioni e 800 mila euro. Un’inezia se si pensa che – si legge nella relazione Parlamentare del 2020 – le attività economiche connesse al mercato delle sostanze psicoattive illegali sono stimate intorno ai 15,8 miliardi di euro, di cui quasi il 40% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis e circa il 31% all’utilizzo di cocaina. Le operazioni antidroga condotte nel 2019 dalle Forze di Polizia sono state 25.876; oltre la metà rivolte al contrasto del traffico della cannabis, e un terzo a quello di cocaina. E sono state individuate 32 nuove sostanze (Nps), 19 delle quali sconosciute in tutta Europa. La maggior parte iscritta alle categorie dei catinoni sintetici cui appartiene anche la famosa «droga dello stupro», in costante ascesa visto che si è passati dai 52 chili sequestrati nel 2015 ai 102 chili trovati nel 2019, probabilmente quasi raddoppiati nel 2021. A quanto pare, segnalano i carabinieri, il maggior centro d’importazione in Italia di questo genere di droghe è a Roma anche se la regione dove il consumo è più diffuso per il numero di abitanti, rimane la Lombardia. 

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«Per prima cosa smettiamo di chiamare Ghb e Gbl droghe dello stupro». Va dritto al punto Riccardo Gatti, responsabile del dipartimento Dipendenze di Milano che ha sede all’Asst Santi Paolo e Carlo. «La parola droga fa pensare al boschetto di Rogoredo, la parola stupro a situazioni estreme, ma queste semplificazioni generano solo confusione. In realtà - sottolinea uno dei massimi esperti della materia in Italia - l’utilizzo di queste sostanze spesso mischiato ad altre è molto più diffuso di quel che si pensa. Semplificare il fenomeno non aiuta a capire che queste sostanze possono entrare in momenti di sessualità, di relax o di divertimento che non hanno a che fare con l’estremo».
Dottor Gatti, partiamo dal principio. Cosa sono queste sostanze?
«Il Ghb è un farmaco che si usa per curare alcune patologie neurologiche o gli alcolisti. Il Gbl invece è un solvente industriale ancora più rischioso perché non viene prodotto per l’uomo. È un precursore del Ghb: una volta assunto, nel corpo ha il suo stesso effetto».
Qual è?
«Dipende da una serie di fattori: anche dalle aspettative dell’assuntore e dal contesto in cui la utilizza. Una grande quantità di Ghb provoca sonnolenza, vuoti di memoria. In quantitativi più moderati spesso viene utilizzata nei rapporti sessuali. Per esempio, ma non solo, nel chemsex».
Che cos’è?
«Letteralmente significa sesso chimico. Si è diffuso nel Regno Unito tra gli anni Ottanta e Novanta, in contesti gay o lgbt. Poi però ha avuto una sua espansione nel mondo e, a seconda del luogo, le sue declinazioni. In questo caso il Ghb viene usato con altre sostanze a seconda dell’obiettivo perseguito: per diminuire le inibizioni, amplificare l’effetto di altre droghe, per rilassarsi».
Come la ketamina?
«Anche. Ma in genere con il mefedrone, per produrre euforia, buonumore. Oppure con la metanfetamina in cristalli, che aumenta l’energia, riduce la percezione del dolore e stimola sessualmente. O ancora con la cocaina, l’Mdma, l’ecstasy, l’alcol».
Al di là del chemsex, in che contesti si usano Ghb e Gbl?
«Molti e non sempre collegati a "situazioni estreme". Anche in coppia, o in serate in compagnia, oppure addirittura da soli, in casa. L’uso di queste droghe è molto diverso da quello che immaginiamo: è sempre finalizzato a qualcosa. Spesso ad aumentare e a prolungare il piacere sessuale, dandosi la forza di sopportarlo fisicamente».
Quali possono essere le conseguenze negative?
«Possono generare una situazione di stress che può sfuggire di mano, comportamenti violenti (non necessariamente sessuali) o enormi rischi per la circolazione del sangue e il cuore. Il sovradosaggio può portare all’overdose. Anche perché ciascuno di questi mix di sostanze nel corpo di una persona ha effetti variabili in base a una serie di fattori come lo stato d’animo, i quantitativi assunti e così via».
Creano dipendenza?
«In genere non si diventa dipendenti da queste sostanze che vengono usate per uno scopo preciso, e quindi non ogni giorno. Ma si può partire da qui, dal consumo occasionale legato a una situazione specifica, e poi esagerare, poco per volta generare un meccanismo additivo per cui si diventa dipendenti. In altri casi, invece, consumatori abituali di altre sostanze si accostano a queste e ne diventano dipendenti. Ma mi faccia sottolineare un’ultima cosa».
Assolutamente.
«Evitiamo le semplificazioni, è importante. Se oggi mettiamo insieme chi usa le sostanze per alterarsi, chi per migliorare le sue prestazioni (dal sesso alla palestra), chi le usa per rilassarsi viene fuori uno scenario molto più diffuso e insidioso per la salute delle persone di quello che è normalmente rappresentato come scenario della droga».