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 2021  ottobre 08 Venerdì calendario

Biografia di Federica Sciarelli

Federica Sciarelli, nata a Roma il 9 ottobre 1958 (63 anni). Giornalista tv. Della Rai. Dal 2004 conduce su Raitre Chi l’ha visto?. «Ho fatto mia una frase di Nino Mancini: “È meglio morire sparati che in ospedale”».
Vita Genitori di origini napoletane. «Mamma nobile, papà avvocato dello Stato». Al liceo scientifico (diplomata con il massimo, 60) fu compagna di classe di Giorgiana Masi, uccisa da una pallottola che la colpì alla schiena il 12 maggio 1977 durante una manifestazione non autorizzata voluta dai radicali in ricordo della vittoria del referendum sul divorzio del 1974 (il colpevole non è mai stato individuato) • Entrò in Rai dopo aver vinto il concorso per una borsa di studio. Arrivò seconda su diecimila partecipanti. «Chi è il primo? “Dario Laruffa del Tg2, ogni volta che lo incontro gli ricordo il primato; comunque allora era complicato entrare in Rai, utilizzavano solo la chiamata diretta, con la politica che lottizzava, e noi del concorso rappresentavamo qualcosa di anomalo, contrastavamo la spartizione”. Che succede? “Anche nei concorsi conta la fortuna: nel questionario mi capitò una domanda dedicata all’hockey su prato, e credo di essere stata l’unica a rispondere: giocavo a hockey”» (ad Alessandro Ferrucci) • «Come prima destinazione mi mandarono al Tg1, ricordo che c’era Mentana giovane praticante. Ma alla fine dell’anno di borsa di studio né io, né gli altri 29 vincitori fummo assunti. Anzi, due furono assunti. Meglio non indagare. Andai a lavorare al Senato. Ma pressata dal sindacato, otto anni dopo, la Rai assunse i famosi borsisti. Io andai al Tg3, con qualche titubanza perché persi metà dello stipendio. Al Senato guadagnavo 2 milioni al mese» • «“Il massimo fu quando andai all’ufficio del personale del Senato: Buongiorno, mi devo licenziare. Come si fa?. Non lo sappiamo, non si è mai licenziato nessuno”. Esordio al Tg3. “Ero timida, terrorizzata, avevo paura di affrontare un mestiere importante, però mi misero nella redazione del Politico e mi ritrovai con una competenza pazzesca, ero dentro ai lavori parlamentari”. A Tele Kabul tra i nipoti di Stalin. “Mi reputo fortunata: avevo Sandro Curzi come direttore e Corradino Mineo caporedattore centrale. Mi hanno insegnato tutto. E per noi del Tg3 non era semplice lavorare”. Emarginati? “Ci consideravano solamente dei comunisti, mentre c’erano anche democristiani e liberali, poi uscì un articolo su il Popolo che ci derubricava a nipotini di Stalin e mi offesi; mentre Tele Kabul è opera di Giuliana Ferrara al congresso socialista, con noi relegati in uno scantinato”. Com’era un rimprovero di Curzi? “Metteva paura, e anche Mineo non era male; (ride) un anno mi prendo un mese di ferie, destinazione India, ed esattamente in quel periodo scoppia la guerra in Iraq”. Dolore. “Quando mia sorella mi viene a prendere in aeroporto, mi inquadra la situazione: ‘Adesso ti piazzeranno a incollare i francobolli, i tuoi colleghi sono tutti i giorni in diretta’”. E invece? “Arrivo prestissimo in redazione, consapevole dell’incazzatura di Curzi, ma in India gli avevo preso un pareo con sopra tutte falce e martello; appena lo vedo gli do subito il dono. Lui lo prende e cambia d’umore”. Falce e martello l’affascinavano? “Sono sempre stata di sinistra, la mia famiglia no, però oggi sorrido alla me quindicenne che credeva nella rivoluzione; adesso credo che se una persona è perbene lo è a prescindere dal voto”» (a Ferrucci) • Su Chi l’ha visto?: «Venivo dai telegiornali, per i tg l’ascolto non è un problema, non chiudono se vanno meno bene. Non sapevo cosa fosse lo share in prima serata. Il primo giorno, il panico: “Ditele di andare più lenta, parla troppo veloce”. Facemmo il 15%, nessuno disse più niente. Non facciamo cronaca, proviamo a raccontare il Paese. […] Chi dice che facciamo i processi in tv non vede il programma. Ma è vero, qualche volta li facciamo» (a Silvia Fumarola) • «La prima tentazione, nel seguire le vicende governate da Federica Sciarelli è di saldare la trasmissione al passato, irrimediabilmente al passato, al mondo di una cultura nazional-popolare cui appartengono anche Bersani, la Camusso, molti giovani dell’apparato pd e tutto quel ceto politico-intellettuale di sinistra cresciuto all’opposizione dell’eterna Dc e quindi convinto della sua superiorità culturale, a prescindere» (Aldo Grasso) • Il 6 ottobre 2010 annunciò in diretta a Chi l’ha visto? il ritrovamento del corpo di Sarah Scazzi, mentre la madre della ragazza, Concetta Spagnolo, era collegata in diretta dalla casa dello zio Michele Misseri da Avetrana. Seguirono polemiche. Spiegò poi la Sciarelli: «Le notizie si susseguivano in modo concitato: in un primo momento abbiamo cercato di non dire nulla, anche perché ci auguravamo che si trattasse della solita battuta di ricerca da parte degli investigatori. Poi a un certo punto la situazione è andata fuori controllo perché alla madre arrivavano le telefonate di altri giornalisti. Allora la mia unica preoccupazione è stata accompagnare in qualche modo la madre di Sarah a casa. Eravamo infatti in collegamento con l’abitazione dello zio: se fossimo stati a casa di Sarah ce ne saremmo andati via noi. Se ho sbagliato mi dispiace. Siamo il programma degli scomparsi: dal primo momento abbiamo sostenuto che quello di Sarah non era stato un allontanamento volontario, avremmo preferito che fosse stata trovata viva» • Il 26 aprile del 2015, ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha fatto saper che vorrebbe abbandonare la conduzione di Chi l’ha visto?: «È un programma che faccio da tanti anni ho chiesto al direttore di sostituirmi. Vorrei lasciarlo ma non me lo consentiranno mai. È un programma molto duro per noi che siamo lì dentro: noi abbiamo a che fare con il dolore della gente, è dura per 11 anni» • «Sono così intima del dolore altrui da averlo fatto mio. Mi segue, mi accompagna, mi tinge le giornate e anche i pensieri. E scavo, scavo, scavo» (ad Antonello Caporale nel 2020) • «Quando ha capito che la Sciarelli è diventata un icona pop. “Forse quando sono andata ospite a Sanremo (nel 2018, ndr). Dietro le quinte volevo farmi dei selfie con i miei cantanti preferiti e con grande sorpresa ho scoperto che invece erano loro che chiedevano di fotografarsi con me. Ron mi è venuto incontro e mi fa: ‘Sei il mio mito. Ma lo sai che tutti i mercoledì sera mi siedo sul divano e vedo Chi l’ha visto? con la mia mamma...‘”» (a Massimiliano Castellani) • «La cosa più ridicola che hanno scritto di me è che sono “una fighetta radical chic, elegante, che va da Settembrini”. Fighetta ci sta, radical chic mai, i cocktail non li bevo, rovinano l’appetito e fanno ingrassare. Ma elegante no, non ci sto. Sto sempre in jeans e in tuta» • Nel 2016 la Procura di Roma l’ha iscritta nel registro degli indagati per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio insieme al pm di Napoli John Woodcock. Secondo il procuratore Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi, Woodcock avrebbe passato alla Sciarelli copie dei documenti sull’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sul caso Consip e sulle indagini sull’allora comandante generale dell’arma dei carabinieri Tullio Del Sette e il ministro Luca Lotti. La Sciarelli a sua volta avrebbe passato i documenti al giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo. A lei fu anche sequestrato il cellulare. Le accuse nei confronti della Sciarelli e di Woodcock sono state poi archiviate nel gennaio 2018 dal Gip Alessandra Boffi • Nel 2006 ha pubblicato Tre bravi ragazzi, ricostruzione dagli atti del processo relativo al massacro del Circeo. L’anno successivo, Con il sangue agli occhi. Un boss della banda della Magliana si racconta, incentrato sulla figura di Antonio Mancini. Nel 2010 Un mostro innocente, racconto della vita straziante di Gino Girolimoni, presunto assassino degli anni Venti. Tutti libri editi da Rizzoli. Da ultimo nel 2020 Trappole d’amore. Storie di truffe romantiche, scritto con Ercole Rocchetti, Veronica Briganti, Marina Borrometi per Rai Libri • La sorella Marina fa la costumista • Ha un pastore tedesco, Emma.
Soldi Guadagna 240 mila euro all’anno, tetto massimo per i dipendenti Rai (Gianluca Roselli) • «Chi l’ha visto? è un marchio (i programmi Rai in grado di coprire la totalità delle loro spese grazie alla pubblicità nel 2017 erano solo quattro ed è al primo posto), un punto fermo per gli investitori» (Fumarola).
Amori Riservatissima sulla vita privata, non ha mai reso nota l’identità del padre del suo unico figlio Giovanni Maria, nato nel 1996. «L’hanno descritta come una mamma apprensiva. “Non è vero! È che quando mi intervistano alla fine piazzano sempre una domanda su mio figlio, e da lì esce un titolo forzato e frasi nelle quali neanche mi ritrovo”. Qual è la verità? “In questi anni ho affrontato storie terribili come nel caso di Federico Aldrovandi: quando parli con sua madre, e ti racconta la notte della tragedia, lei che chiamava il figlio e il figlio non rispondeva perché già morto, sono immagini forti che ti restano dentro e si tramutano in cicatrici”. Quindi? “A mio figlio raccomando: Esci tranquillo, ma se fai tardi manda un messaggio, così se mi sveglio non mi agito”» (ad Alessandro Ferrucci) • «Una volta Montanelli chiese a Cossiga chi fosse la sua amante. Cossiga si avvicinò all’orecchio di Montanelli e gli disse qualcosa. Divenne il tormentone dell’estate. Panorama lo fece diventare un gioco e mise la mia fotografia sotto la domanda: “Chi è l’amante di Cossiga?”. Ci rimasi malissimo» (a Claudio Sabelli Fioretti) • Nel 2007 il settimanale Chi ha pubblicato alcune foto che la ritraevano mentre faceva footing col pm John Henry Woodcock. «Non parlo della mia vita privata. Però non ho niente da nascondere e quindi questa “attenzione” mi può solo infastidire, non preoccupare. E non è una novità. Mi sono ritrovata sotto casa più di una volta i fotografi. Che hanno ripreso sempre la stessa scena: io, Woodcock, il mio cane che andiamo a correre al parco. Non sono mai riusciti a fotografare nulla di più. Semplicemente perché non c’è nulla di più. Siamo finiti sulle copertine. E vabbe’. Ma la foto è sempre quella. Io, il cane, lui» (a Paolo Conti nel 2011)
Passioni Sportivissima. Ha praticato atletica per dieci anni, mezzofondista. Ama la corsa, la bicicletta e il pattinaggio • «A me piace la bici e in estate in Sicilia con un gruppo di amici facciamo tragitti anche lunghi, un piccolo tour. La bici mi distende, mi rilassa. Partiamo da Palermo e subito mi viene in mente Giusi Ventimiglia, una giovane donna scomparsa incredibilmente, dopo essere forse persino stata costretta a prostituirsi. Arriviamo a Isola delle Femmine e mi accorgo che è il posto di altre due possibili morti bianche, Stefano e Antonio Maiorana, padre e figlio» (a Caporale).
Religione «La mia famiglia è cattolica, io solo rispettosa».