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 2021  ottobre 19 Martedì calendario

Biografia di Mara Venier

Mara Venier, pseudonimo di Mara Provoleri, nata a Venezia il 20 ottobre 1950 (71 anni). Attrice. Conduttrice tv. Nota soprattutto per aver guidato 13 edizioni di Domenica In. Con quella di quest’anno ha raggiunto Pippo Baudo.
Titoli di testa «Ma perché non si fanno i cazzi loro? Scusate la volgarità, ma d’altronde sono una pescivendola, no?» (in risposta al Financial Times che la paragonò a una pescivendola).
Vita Figlia di Giovanni Provoleri, prima fruttivendolo al Rialto poi ferroviere, e di Elsa Masci, sarta • «Mamma amava Venezia ma l’affitto era alto, quando avevo 5 anni ci siamo trasferiti a Mestre nelle case dei ferrovieri» • «Da bambina no, ero nera nera e secca secca» • «Il più bel ricordo della mia infanzia? A sei anni, con mio papà, che ho adorato. Suonava la fisarmonica e il sabato si fermava con gli amici alla “Baracheta”, un bar: offriva le ombrette e finiva i soldi. Mia mamma a una certa ora mi diceva: “papà non è ancora tornato, vai a prenderlo”. Mia sorella si vergognava, io mai: lo trovavo seduto con la sua fisarmonica e siccome barcollava ce ne tornavamo spingendo la bicicletta. Lo tenevo con la manina» (Proietti, CdS) • Dai sei ai dodici anni vuole farsi suora: «Ho vinto il premio di catechismo, lo conservo ancora nella casa di Mestre. Me lo aveva consegnato don Gino Trevisan, il prete che anni dopo mi sposò… Mia mamma non ci credeva, ero un tale maschiaccio. Ero molto molto cattolica andavo sempre in chiesa» (a Alessandra Menzani, Libero) • «A 8 anni già aiutavo una parrucchiera. Ero bravina» • Come andava a scuola? «Asina» (ad Alessandro Ferrucci, Fatto) • A 15anni conquista un principe: «Era Sebastien von Fürstenberg, ma non piaceva a papà. Una volta chiama la sera tardi e papà risponde: principe, vada a quel paese! Siamo ancora amici» (a Candida Morvillo, CdS) • A 16 anni si innamora di Francesco Ferracini, lo sposa a 17: «La mia prima cotta. L’uomo più bello che avessi mai visto. La prima volta che ho fatto l’amore ho concepito. Mi sono sposata in chiesa, i miei genitori hanno firmato per me. Più che un matrimonio sembrava una prima comunione. Non avevo nemmeno detto loro che ero incinta (Menzani, cit.) • Niente viaggio di nozze: «Mio marito voleva tentare la carriera di attore e la sera stessa delle nozze è partito per Roma. Così sono rimasta a vivere a casa dei miei, tre palazzi delle Ferrovie con sessanta famiglie ciascuno: quando uscivo tutti si affacciavano. Ero uno scandalo» (Proietti, cit.) • Partorisce prematuramente. Chiama la figlia Elisabetta come la suora che l’ha assistita al battesimo (ibid.) • Nata Elisabetta, Mara inizia a fare l’indossatrice per 5mila lire al giorno: «Andavamo in giro con un furgone, monta e smonta gli stand, morivo di freddo, in costume d’inverno. Poi mi è capitato Osvaldo, un rappresentante di Roma che mentre macinavamo chilometri cantava La società dei magnaccioni di Lando Fiorini e mi faceva immaginare una città strepitosa: mi sono detta: “mio marito vive lì, perché non vado?”» (ibid.) • Senza un soldo, prende la figlia di un anno e mezzo e arriva a Roma. Indosso un cappottino di lana a quadretti bianchi e neri: «A Mestre faceva freddo ma a Roma era primavera. Faceva caldo. Francesco venne a prendermi in Rolls-Royce con Roberto Capucci, passammo a Trinità dei Monti e io vedendo il tramonto pensai: “Non vado più via”» (ibid.) • «Capucci mi aiutò, iniziai come modella. Ero magra magra, mi offrì di posare per Esquire. Vestita coi suoi abiti, truccata e pettinata: la favola di Cenerentola» (a Silvia Fumarola, Rep.) • Accompagna il marito per un provino, il film era Diario di un italiano e il regista, Sergio Capogna, scarta lui e sceglie lei, come protagonista: «5.000 lire di compenso. Eravamo poveri. Non mi tiravo indietro» (ad Alessandro Ferrucci, Fatto) • È Capogna a suggerirle lo pseudonimo di Venier • «Faccio l’attrice per caso. Il mio sogno era quello di aprire una profumeria» • Poi sempre Capucci le trova «un servizio per Harper’s Bazaar pagato 500 mila lire. Da lì ho affittato una casa sulla Aurelia e la mia vita è ripartita» [Proietti, cit.] • Divorzia dal marito e si mette con Pier Paolo Capponi, a 22 anni resta incinta: nasce Paolo • E il negozio di abiti usati a Campo de’ Fiori? «Si chiamava “Il tempo perso”, per fare il verso a Giorgio Sammartin, che a Piazza Farnese aveva aperto la libreria “Il tempo ritrovato”. Tutti intellettuali di sinistra, il padre di mio figlio Paolo, Pier Paolo Capponi, Gian Maria Volontè. La mia grande amica era Gabriella Ferri. Io mi sentivo sempre un po’ fuori posto» (Fumarola, cit.) • Gira La badessa di Castro di Armando Crispino (1974), Abbasso tutti, viva noi di Gino Mangini (1974). Cattivi pensieri di Ugo Tognazzi (1976), Un’emozione in più di Francesco Longo (1979), Zappatore di Alfonso Brescia (1980) Ma noi non faremo karakiri di Francesco Longo (1981) ma quando Nanni Loy la spedisce a Domenica in per promuovere Testo o croce (1982) con Nino Manfredi va nel panico: «Non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto. Chiamai Nino Manfredi gli spiegai tutto, scoppiai a piangere. Lui non rispose niente, ma dopo mezz’ora si presentò in macchina sotto casa mia. Mi fece alzare, vestire e mi portò a via Teulada. Lì al bar ordinò una bottiglia di champagne e cominciammo a bere. Io ero pure astemia. In breve ci ubriacammo. E davanti a Baudo pronunciai una sola frase che non c’entrava niente» (Marongiu, Tv sorrisi e canzoni) • «Baudo chiede: “A chi fate gli auguri di Natale?”. E io nel panico: “Al presidente Pertini”. Pippo saluta Manfredi: “Bella la Venier, peccato non parli”» (Fumarola, cit.) • «Sul set di Vado a vivere da solo (1982) scocca l’amore fra lei e Jerry Calà: convivenza immediata, matrimonio a Las Vegas. Sono l’esuberanza istintiva, l’irruenza, la naturalezza, le qualità che più colpiscono in Mara Venier» (Laurenzi) • Lui le mette un sacco di corna: «Eravamo due ragazzi, lui era un discolaccio, birichino. Gli facevo il pesce finto e lui mangiava subito la testa e la coda. Una volta mi disse: “Vado a Milano perché devo vedere il commercialista”. Qualche giorno dopo, vado dal giornalaio e lo vedo su una rivista: era in una discoteca abbracciato a una bonazza, che dopo poco scoprii essere un trans. “Eccolo qui il tuo commercialista”. Quando ho chiuso, gli dissi: per un anno non mi chiamare. E lui obbedì. E poi siamo diventati inseparabili amici. Oggi è una persona importante per me, uno di famiglia» (Menzani, cit.) • Agli spasimanti della figlia adolescente Elisabetta gridava dal terzo piano: «Senta, si comporti bene, me la riporti presto, altrimenti le taglio l’uccello» (Ferrucci, cit.) • «È una bionda insolita, bionda-ma-non-scema, gli zigomi alti, gli occhi malinconici dal taglio in giù, il sorriso caldo, la scollatura, una personalità che si delinea e si rafforza con il passare del tempo» (Laurenzi) • Sempre con Nanni Loy, dal 1987 al 1990, per la tv gira Candid Camera: «Il momento di maggiore imbarazzo? A Bologna, in mezzo alla strada, semi-nuda, coperta da una vestaglia, e dalla finestra un tizio, nel ruolo di mio marito, che mi lanciava di tutto, compresa la pelliccia. A quel punto fermavo le signore del mercato e le pregavo: “Gli dica che sono stata con lei l’intera notte! La prego!”» (Ferrucci, cit.) • Dopo Jerry Calà, Renzo Arbore. Sono stati 12 anni insieme. Nel 1990 hanno perso un bambino al quinto mese e mezzo di gravidanza • «Di solito cucinava lui a casa, io ero la sua aiutante... pelavo le patate, tagliavo la cipolla, cose così. Un giorno, mentre eravamo in cucina, mi ha guardata: avevo dei jeans, una maglietta, ero scalza e con i capelli raccolti. Mi ha detto: “Tu devi fare Domenica in. Così, mostrandoti come sei nella quotidianità. Se ci riesci è fatta”. È stato il suo unico consiglio» (Maffioletti, cit.) • «Sopra i 40, transitando dalla porta di servizio, diventa l’osannata protagonista della domenica pomeriggio italiana: sua è ogni copertina di rotocalco, suo ogni premio televisivo, ogni serata di gala» (Laura Laurenzi) • La prima puntata. «“Avevo la febbre alta, brividi, andai in scena con un maglione. Poi all’improvviso, caldo. Tolgo il maglione, rimane la maglietta. Ma io mica mi ricordavo che maglietta era e cosa c’era scritto...”. Il dovere impone di rievocarlo. “C’era scritto ‘Se vuoi dimagrire, caga’”. Bel colpo. «Il giorno dopo ero in prima pagina su tutti i giornali, con la maglietta» (Dipollina, cit.) • Ha sempre avuto un debole per Sean Connery: «Ci ho parlato una volta al telefono. Dicevo solo “I love you, I love you” sembravo un’ebete. La mia amica Pupa Guidi lo conosceva. Una volta che Sean Connery venne a Roma cercò di coinvolgermi con una cena a casa sua. Le risposi: “Vengo de corsa!”, alla romana. E chiamai Arbore per dirglielo. Lui era in tournée, non mi ricordo dove. “Vado a cena da Pupa che c’è Sean Connery” gli dico e lui mi risponde: “Se vai a quella cena, io non torno più”, e io come una stupida non ci sono andata. Dopo tre mesi io e Renzo ci siamo lasciati e mi ricordo di aver pensato: ma che cretina che non sono neanche andata a cena con Sean Connery per lui!» (a Simona Sparaco, Specchio) • Nel 1997 dopo Arbore ha una breve storia d’amore con Armand Assante: «Un figo pazzesco. Andavo da Roma a New York appena mi chiamava. Non capivo niente di quello che diceva: non so mezza parola di inglese. So solo che quando mi diceva al telefono quelle tre paroline, I miss you, “mi manchi”, io ero già sull’aereo per l’America. Andavamo a Bora Bora, nel suo ranch a Orange County, io carica di valigie Samsonite piene di pecorino e pancetta per fargli le lasagne. Una passione travolgente. Ho dovuto chiudere, mi sono salvata. Ma prima di lasciarlo gli ho fatto una bellissima lasagna» (Menzani, cit.) • La casa di Mara Venier al centro di Roma: «Me la sono potuta comprare grazie ai tre anni e mezzo che ho lavorato per Canale 5. E non c’è alba o tramonto senza che io ringrazi Mediaset» • Nel 2000 torna in Rai • In quegli anni ha un periodo buio: «Lavoravo tanto, ero la signora della domenica, intervistavo i divi di Hollywood e quando incontrai Antonio Banderas innamorato di Melanie Griffith, e vidi come erano affettuosi l’uno con l’altra, sentivo che mi mancava qualcosa. Ero infelice, sola. Questa inquietudine, unita al carattere curioso, mi ha fatto esplorare diverse cose. Sensitivi, cartomanti... A Roma c’era un parrucchiere dove lavorava una persona che leggeva i fondi del caffè. E io sempre da questo parrucchiere. Le “cose orientali” le ho provate tutte. Per un periodo sono stata buddista. Sono andata da una cartomante, ogni sera dopo mezzanotte con Edwige Fenech, mia amica, andavamo da questa che si chiamava la “gattara”. Una delle ultime volte ero con Edwige. Mi disse: “Troverai il grande amore della tua vita, sì. Per te vedo il mare, i viaggi, le isole”. Pensai: “Ecco, sarà uno con un’agenzia di viaggi”. Dovevo mettermi con un tour operator a tutti i costi. Così, a ogni persona che conoscevo, chiedevo: “Ma tu, per caso, hai un’agenzia di viaggi?”» (Menzani, cit.) • Poi conosce Nicola Carraro che ai Caraibi ci viveva: «A una cena organizzata dalla mia migliore amica Melania Rizzoli: Nicola era appena rientrato dall’estero e c’erano molte donne interessate a conoscerlo. Quando l’ho visto entrare al ristorante ho pensato: “Oddio che cumenda milanese, non c’entra proprio niente con me!”. E invece mentre le altre convitate cercavano di far colpo, noi ci studiavamo. “Io la conosco, so che lei fa un’ottima pasta e fagioli”, mi disse. Glielo aveva detto qualche anno prima Jerry Calà, di cui lui aveva prodotto un film. A quel punto mi era anche antipatico, pensavo mi dicesse “la conosco, lei è la signora della domenica”, invece la pasta e fagioli... È stato un lento corteggiamento» (Proietti, cit.) • «La prima volta che mi ha detto “ti amo” io ho risposto: “Nicola, ma guarda che io sono una pesciarola”. Quando Nik mi ha chiesto in ginocchio di sposarmi mi sono messa a piangere, ho subito chiamato Walter Veltroni, allora sindaco di Roma, per farmi sposare. Sognavo un bel matrimonio». Il 28 giugno il matrimonio: «Un’idea pazzesca, un matrimonio alla Little Italy. Ma successe di tutto. Fu il panico quando gli organizzatori mi dissero che mancavano i gabinetti. E poi gli invitati… Katia Ricciarelli non voleva venire se fosse venuto Pippo Baudo, la Marini dava forfait se avessi invitato Cecchi Gori. Allora ho detto: “Sentite ragazzi, io invito tutti quanti, poi fate come c… vi pare”» (Menzani, cit.) • Al matrimonio di Mara Venier Katia Ricciarelli ha afferrato al volo il bouquet di mughetti e poi lo ha consegnato a Pippo Baudo (Novella) • Nell’estate 2006 dice di aver perso la conduzione di Domenica In... a causa di una serata che aveva condotto per Veltroni (il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, smentì seccamente). Probabile che abbia pagato per una rissa verbale in diretta tra Adriano Pappalardo e Antonio Zequila: «Ho guardato il capostruttura della Rai Massimo Liofreddi e gli ho detto “io chiudo”, ma lui mi ha risposto “no, va avanti e riporta la calma”. L’unica persona che ha pagato sono stata io» (da un’intervista di Paolo Bonolis a Il senso della vita) • Tornata in Rai il 24 dicembre 2007 per condurre il Concerto di Natale, è stata opinionista fissa nella sesta edizione de L’isola dei famosi poi La fattoria • Dal 2010 al 2013 conduce La vita in diretta con Marco Liorni e Lamberto Sposini. Nei primi anni Dieci del 2000 la mamma si ammala di Alzheimer. Costretta a metterla in una struttura a Mestre va a trovarla tutti i weekend: «A la Vita in diretta, la salutavo sempre con un “ciao mammina”. Per quei saluti ricevetti una lettera di richiamo dal dg della Rai Lorenza Lei, per uso personalistico della tv. Al direttore Mauro Mazza, spiegai che mamma aveva una demenza senile: la parola Alzheimer non riuscivo a pronunciarla. Mazza mi rispose: continua a salutarla» (a Candida Morvillo, cit.) • Il 18 ottobre 2014 torna a Mediaset in qualità di giudice, prima esterno poi fisso, del talent show del sabato sera di Canale5 Tú sí que vales. Ci resterà fino al 2017 • Alla fine del 2014 Silvio Berlusconi ha proposto la sua candidatura a sindaco di Venezia «Eravamo alla cena di Alfonso Signorini e lui mi ha preso in disparte, dicendomi che ci sono dei sondaggi favorevoli. “Te la senti?” Non me lo sarei mai aspettato» (a Concetto Vecchio, Rep). «Gli ho detto solo “ma presidente proprio adesso che ho cominciato a lavorare per Mediaset, e mi diverto come una pazza, mi fai questa proposta?”» (a Maria Volpe, CdS) • Nel 2015 mamma Elsa muore: «Quella mattina arrivo e comincio a cantare “ohi vita ohi vita mia”. Poi arriva il dottore che mi aveva asciugato le lacrime in quei mesi e dice: Mara, è finita. L’ho preso per il camice, urlando: adesso mi devi fare una puntura, devo andare da lei. Mi hanno dato dei calmanti: in tv sorridevo, ma ero depressa, piangevo appena stavo da sola» • Nel 2018 torna a sedersi sul divano di Domenica in • Alla fine dell’anno Nicola Carraro viene ricoverato per una grave polmonite bilaterale poi a marzo scoppia la pandemia: «L’8 marzo, a Domenica in, avevamo quattordici ospiti in studio. Il 15 doveva venire il viceministro Sileri, ma il sabato mi chiamano per dirmi che ha contratto il virus. Mi prende il panico, chiamo il direttore di RaiUno e dico “no, io non sono in grado”. Avevo paura per Nicola. Ho pensato seriamente di mollare tutto e l’ho fatto: quella volta non sono andata in onda. Poi mi sono detta: eh no, qualcosa devi restituire a questo pubblico che non ti ha mai mollata» (a Simona Sparaco, Specchio), «ma le prime domeniche ero morta di paura: tra una pubblicità e l’altra piangevo» (Maffioletti, CdS) • Dopo il lockdown è caduta dalle scale, «di testa, e sono viva per miracolo: la frattura al piede è niente rispetto a quello che mi poteva capitare [Ferrucci] • Da settembre è di nuovo a Domenica in: «Ora è felice? «Sono tornata a sorridere. Prima sembravo allegra ma ero triste. Mi ha guarito la nascita di mio nipote Claudietto: un dono del cielo, penso che me l’ha mandato mamma» (Morvillo, cit.) • «Mi sveglio alle 4. Comincio a leggermi tutto. Non ho nulla di scritto... Non seguo un gobbo, non seguo un copione… cerco di avere più notizie possibili. E poi da quelle notizie, proprio come è tra noi due in questo momento, tutto esce fuori dal cuore, dalla pancia» (a Diaco) • «Fa tutto lei, è proprio così. La mamma, la nonna, la zia, la presentatrice, la casalinga, la salottiera, la conduttrice, la condottiera. Caccia i gabbiani dal terrazzo di casa sua con la mazza con la stessa disinvoltura casereccia – chiamatelo, se volete, pragmatismo – con cui intervista Achille Lauro. Lavora pure con 40 di febbre, anche se le tocca dormire quattro ore a notte per settimane. Lavora sempre. Non si è stacanovisti senza nuocere a sé stessi e agli altri» (Sciandivasci, Linkiesta).
Curiosità Non ama festeggiare i compleanni • Si rilassa con le pulizie: «Alle sei del mattino mi sveglio e spazzo il terrazzo» • Da ragazza fece fumare una canna alla madre: «In quel contesto era normale, rispettavamo in pieno i colori di quell’arcobaleno mentale: quindi la chitarra, il fuoco, noi attorno e lo spinello che girava. Quando arrivò a mia madre la guardai e con molta calma la invitai a non rompere il rito, “altrimenti si offendono”» (Ferrucci, cit) • Non ha mai usato droghe pesanti: «A me basta un bicchiere di vino. Uno solo, con due vado fuori di testa» (ibid.)• «“Zia Mara” è degli anni ’90, ero in mezzo a una troupe giovane, tutti carini, anzi belli, e presero a chiamarmi zia… per Grazie zia con Lisa Gastoni, quel film di Samperi» (Dipollina, cit.) • Il suo storico camerino a Domenica in è un vivaio di peperoncini «perché con l’invidia non si scherza: come diceva Benedetto Croce, “non è vero, ma ci credo” [Maffioletti, Cds] • Piero Marrazzo aveva una cotta per lei «Addirittura, nelle deposizioni, il trans Natali, parlando di Marrazzo, diceva che agli inizi del loro rapporto il giornalista si sfogava, disperato: amava una conduttrice famosa ma non era corrisposto. “Ero proprio io, questa cosa non l’avevo mai confidata a nessuno”» (Menzani, cit.) • «Sono orgogliosa delle mie rughe. Io vivo bene con la mia età, sono una donna realizzata e felice e una nonna, non nascondo che la gioia più grande è stare con i miei nipoti» • Nel suo attico di Roma, Mara Venier ha una statua a grandezza naturale di un servo in livrea che regge il Tapiro d’oro di Striscia la notizia [Novella 2000] • Mara Venier e il marito Nicola Carraro si chiamano Bagio e Bagia • «Ogni anno, il 19 settembre, Nicola mi regala 101 rose. Se arrivassero dei cioccolatini forse sarebbe meglio: non so più dove trovare tanti vasi per quel mazzo incredibile. E vogliamo parlare dei bigliettini d’amore? Li conservo tutti gelosamente. Nessuno aveva mai avuto dei gesti così» • «Cos’ è l’amore? È una gran botta de culo» (Menzani, cit.).
Titoli di coda Chi è lei? «Maretta de Venezia» oppure: «la hippy di Campo de’ Fiori».