21 ottobre 2021
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Biografia di Paola Severino
Paola Severino, nata a Napoli il 22 ottobre 1948 (73 anni). Avvocato. Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, presidente del Comitato scientifico del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, vicepresidente dell’università Luiss Guido Carli (di cui era rettore), prima donna ministro della Giustizia nel governo Monti (2011-2013) etc.
Titoli di testa «Si dice “Dietro un grande uomo c’è sempre una donna intelligente”. Perché non “accanto” invece che “dietro”?» (ad Antonio Polito, CdS).
Vita Primogenita di una famiglia di avvocati e magistrati, frequenta le scuole nel cuore del Vomero, prima le medie al Viale delle Acacie poi il Liceo Classico Sannazaro • Di Napoli, sua città natale, ricorda «quel panaro che saliva e scendeva dal balcone della casa dei nonni ai Ventaglieri» (a Maria Chiara Aulisio, Il Mattino) e poi il nonno: «Non posso dimenticare quando acquistò il frigorifero, forse uno dei primi in città, una novità per tutti. Lo mise a disposizione anche delle donne del rione. Da quel giorno, la nostra cucina si trasformò in un porto di mare. Chi veniva a conservare il burro, chi, più raramente, la carne, chi il formaggio - e a me, bambina, quel via vai metteva tanta allegria» (ibid.) • Di Sorrento, dove i suoi la mandavano in vacanza con le suore di Maria Ausiliatrice, non dimentica la malinconia: «Ogni sera alle 19, mentre il sole piano piano calava e si recitava il Rosario. Guardavo verso Napoli, pensavo ai miei genitori e un groppo di nostalgia mi prendeva fino alle lacrime. Devo dire che ancora oggi, quando dalla mia casa di Capri rivolgo lo sguardo verso la città, vivo la stessa struggente emozione». Tuttavia con le suore «stavo bene e mi divertivo anche molto» (ibid.) • In terza elementare scriveva nei temi «voglio fare l’avvocato penalista» •A 14 anni la famiglia si trasferisce da Napoli a Roma perché il padre aveva deciso di abbandonare la magistratura per diventare avvocato (Aulisio, cit.) • Nel 1971 si laurea con lode in giurisprudenza alla Sapienza. Prenderà l’abilitazione nel 1977 • Nel 1987 è professoressa associata di diritto penale e dal 1995 professoressa ordinaria all’Università di Perugia: «Insieme con me c’erano altre dieci borsiste della cattedra di diritto penale. Una sola è diventata ordinario. Più che una selezione, una decimazione. E le assicuro che più d’una se lo sarebbe ampiamente meritato» (ad Antonio Polito, CdS) • Ha lavorato con Giovanni Maria Flick • Nel corso della sua attività forense ha difeso Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio, il legale della Fininvest Giovanni Acampora, nel processo IMI-SIR, Francesco Gaetano Caltagirone nell’inchiesta di Perugia su Enimont, Cesare Geronzi per il crac della Cirio, l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni nell’indagine sui fondi per la gestione della tenuta di Castelporziano, l’Unione delle comunità ebraiche italiane nel processo al nazista Erich Priebke. Ha dato assistenza legale, fra gli altri, a Eni, Enel e Telecom Italia • «Andava in tribunale, Paola Severino, con le sue giacche blu squadrate, le perle al collo e i sandali spuntati da gran caldo d’asfalto. Andava in tribunale con la passione totale per il ruolo di difensore, con tutto quello che significa: Severino, oltre a politici, industriali e banchieri, ha difeso anche Salvatore Buscemi nel processo per la strage di Via D’Amelio. […] Chi ha visto anche solo una volta Paola Severino in tribunale, dice il collega Guido Alleva, co-difensore in tanti grandi processi, si sarà per forza accorto che “sembra un vero barrister inglese che veste la toga e dispiega il suo talento da mattatore davanti al giudice”. Ha un “tratto cortese e un temperamento d’acciaio”, dice Alleva, “è un mélange di qualità straordinarie difficilmente riscontrabili tutte insieme: lucidità, attenzione al quadro dei comportamenti umani, diplomazia e forza di carattere”. Spesso ci si trova di fronte a una Severino capace di “intuire in anticipo” il pensiero dell’interlocutore, “magari per la banalità del medesimo”, scherza Alleva, “ma non solo”» [Rizzini, Foglio] • Dal 30 luglio 1997 al 30 luglio 2001 ha rivestito la carica di vicepresidente del Consiglio della magistratura militare, prima donna della storia a ricoprire tale incarico. • Nel 2001 vince la classifica dei manager pubblici più ricchi – 3,3 miliardi di lire nel 1998 – nel 2002 sfiora la nomina alla vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura, candidata dall’Udc. Francesco Grignetti: «Nel 2002 era in predicato per entrare al Csm come candidato alla vicepresidenza, ma la cosa fallì per una serie di veti incrociati. Lei capì l’antifona al primo voto e si precipitò a mandare una lettera per ritirare “irrevocabilmente” la sua candidatura. […] Da lei non verrà mai una parola men che rispettosa nei confronti dei giudici» • A fine giugno del 2002 ha recitato al festival di Spoleto il processo a Charlotte Corday, l’assassina di Jean-Paul Marat. Lei interpretava l’avvocato difensore. Antonio Di Pietro la pubblica accusa» (Sergio Rizzo, CdS) • Ha difeso anche Giulio Cesare e Galeazzo Ciano • Nel 2002 preside della Facoltà di Giurisprudenza alla Luiss di Roma, della quale nel 2006 diventa vice-rettrice • Nel 2011 Mario Monti la vuole Guardasigilli nel suo governo: «Si esaltava in aula, l’avvocato Severino, ha detto ai suoi studenti della Luiss, due settimane prima, in un lungo commiato ad aula gremita, “commossa” almeno quanto il giorno in cui, ha detto, è tornata in cattedra “dopo l’operazione di cui tutti oggi vedono i segni”. Ne parla apertamente, Paola Severino, del braccio destro ostaggio di una malattia e poi amputato. Ne parla anche se quelli che la conoscono dicono che neanche te ne accorgi, che è dovuta diventare mancina da adulta e imparare a scrivere con la sinistra, perché di Paola “vedi solo il risultato della forza d’animo”. “I problemi fisici non sono mai veri problemi”, ha detto la professoressa Severino agli studenti assiepati a semicerchio, sorridendo persino al pensiero della sua personale ripartenza. Vi conosco tutti, è stato il suo saluto prima di aprire il capitolo “ministero”, “vi conosco e vi voglio consapevoli di essere sulla sponda dell’estrema ratio del diritto”» (Rizzini, cit.) • «In quel giorno di novembre l’avvocato Severino ha lasciato lo studio “tra le lacrime”, dice un malizioso osservatore “di lacrimevoli ministri montiani – Fornero docet”. Quattordici avvocati “allevati da Paola Severino come figli e preparati come pari”, dice un avvocato della scena romana, “sono ormai pronti per farcela da soli”» (ibid.) • «Melania Rizzoli, deputata pdl, la definisce “persona stupenda vicina alle sofferenze altrui”. Augusta Iannini, capo dell’ufficio legislativo del ministero di Via Arenula e moglie di Bruno Vespa, ricorda i tempi in cui, da “giovane gip”, incontrava “Paola Severino giovane avvocato” e la trovava “capace di determinazione e guizzi d’ironia”. “E’ anche una brava cuoca”, dice Augusta Iannini, memore del “meraviglioso sartù di riso alla napoletana cucinato da Paola” (un senatore del Pd l’ha assaggiato e conferma: “È ottimo, e lei è una gran gourmet”)» (ibid) • Pochi giorni dopo il suo insediamento, le arriva la notizia del suicidio di una donna nel carcere di Cagliari. «Rimasi molto turbata e decisi di andare sul posto. Mi colpì che in un carcere vecchio, spoglio e privo di mezzi ci fosse tanta umanità. Lì incontrai anche un detenuto che mi regalò un piccolo presepe fatto da lui e mi mise in tasca una lettera. Ritrovai quella lettera, di cui mi ero scordata, quando stavo preparando il discorso per la visita del Papa al carcere di Rebibbia. Era così bella che decisi di leggerla pubblicamente in quell’occasione» (Zichittella, Famiglia Cristiana) • Dice che nelle carceri ha sempre trovato un’accoglienza calorosa: «Un detenuto mi ha fatto vedere che nella sua cella, invece delle solite foto di attrici, ne teneva appesa una mia». A Poggioreale «mi aspettavo di trovare un ambiente critico nei miei confronti, invece passando nei corridoi un detenuto cominciò a chiamarmi “ministro, ministro” e gli altri reclusi si sono messi ad applaudire. Quell’applauso in carcere, dove tutto rimbomba, ancora mi mette i brividi» • Suo il decreto svuota carceri, che «più correttamente si dovrebbe chiamare salva carceri, perché salva le carceri italiane dal degrado». Spiega il ministro: «Il fenomeno delle “porte girevoli”, per cui molti detenuti, dopo l’arresto, restavano in carcere tre giorni, si è molto ridotto. Se il giudice verifica che non c’è pericolosità sociale, si può evitare la reclusione. In un anno gli ingressi in carcere per soli 3 giorni sono calati dal 22 al 14 per cento, mentre erano il 27 per cento del totale nel 2009. Inoltre è stata già applicata in 8 mila casi, con il vaglio del giudice, l’estensione da 12 a 18 mesi del periodo di fine pena, per il quale si può ottenere la conversione dalla detenzione carceraria ai domiciliari […] Sono convinta che la carcerazione debba essere utilizzata solo quando tutte le altre misure alternative non possono essere adottate». Ha deciso che il suo ritratto, quello appeso al ministero, porterà la firma di un detenuto: «Mi è stato regalato durante una visita in carcere e credo che starà benissimo nel corridoio qui fuori» (Zichittella, Famiglia Cristiana) • Nel febbraio 2012, come gli altri ministri del governo Monti, Severino ha pubblicato sul sito internet del ministero della giustizia una dichiarazione di trasparenza relativa alla sua situazione patrimoniale e ai suoi redditi nel 2011 [6]. Con un imponibile netto di 7.005.649,00 euro, Severino era risultata essere il ministro più ricco del governo di cui faceva parte • Assieme al ministro Filippo Patroni Griffi ha redatto la legge Severino (D.Lgs. 235/2012), sull’incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. È la legge che ha portato all’uscita di Silvio Berlusconi dalle istituzioni, alla sua decadenza da senatore. «La Legge Severino è stata attuata dopo le stime che l’Unione Europea e l’OSCE avevano stipulato sulla corruzione in Italia, un fenomeno che danneggiava la penisola per 60 miliardi di euro l’anno e la stessa Europa sul 1% del Pil» (Agi) • Lasciato il ministero, Paola Severino torna a insegnare: «la mia più grande passione». Nel 2016 viene nominata rettore della Luiss, dal 2018 vicepresidente • Durante il lockdown: «Lavorando da remoto e rimanendo in casa. Nei primi giorni avvertivo un certo disagio a trascorrere ore a parlare con uno schermo, ma poi ho sentito che questo mezzo riusciva a creare un contatto con gli altri che, proprio per la situazione di emergenza, era molto più intenso di quanto avessi immaginato. Penso a miei studenti che a volte condividevano la lezione con le loro famiglie. Penso alle scuole medie, con le quali sono in contatto per un progetto che impegna i nostri studenti universitari a diventare tutor di legalità di ragazzi che studiano in sedi ad alto tasso di criminalità o all’interno di carceri. Proprio da quelle scuole mi è giunto l’allarme sulla povertà e solitudine di alcune famiglie e sulla necessità di intervenire subito per aiutarle. A conclusione di queste giornate, avverto un grande senso di energia che mi viene da tutte le persone con cui sono in contatto e che mi trasmettono la loro voglia di farcela. Non avevo mai sentito tanta vitalità nei momenti ben più sereni che avevamo finora trascorso insieme, ignari di quello che sarebbe accaduto e che avrebbe cambiato le nostre vite e il nostro mondo» (ad Alain Elkann, Sta) • A fine settembre, su proposta di Renato Brunetta, viene nominata da Draghi presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna). Brunetta: «È la persona giusta al posto giusto, nel momento giusto: con il suo elevatissimo profilo accademico e istituzionale, la sua reputazione internazionale, le sue competenze e la sua sensibilità potrà far compiere alla Sna il salto di qualità che la riforma della Pubblica amministrazione e un grande Paese come il nostro richiedono». L’incarico avrà la durata di 4 anni e sarà svolto a titolo gratuito. La Sna ha il compito di selezionare, reclutare e formare a livello professionale i dirigenti e i funzionari della Pubblica amministrazione italiana (CdS).
Amori Paola Severino Di Benedetto. Sposata con Paolo Di Benedetto, ex commissario Consob. Da giovani «Paola e Paolo studiavano, passeggiavano e andavano a sciare: Madonna di Campiglio, Cortina, altre Dolomiti. Poi venne l’amore, il matrimonio, la figlia Eleonora, altre vacanze. In versione estiva, il gruppo, con bambine coetanee al seguito, si spostava a Capri, tra barche a vela e barche a motore – e ancora oggi capita che il visitatore caprese, in una bella giornata d’estate, incontri il ministro per le vie dell’isola con figlia e nipotini, quelli che il presidente della Repubblica ha salutato al giuramento.
Curiosità Fa parte del Consiglio dell’Ordine «Al merito della Repubblica italiana» ed è stata insignita nel 2016 dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Tanti gli incarichi e i riconoscimenti internazionali ricevuti: è stata nominata dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron Chevalier de la Légion d’Honneur e insignita della medaglia d’oro Shahamir Shahamiryan della Repubblica di Armenia • Predilige il look Armani. In cucina, il suo piatto proverbiale sono gli spaghetti col pomodorino fresco (Chi) • Vive da anni in una splendida villa, tre piani con parco e piscina, immersa nel verde di una zona tra le più belle di Roma, poco distante dall’Appia Antica [Fatto]. Sempre in prima linea
Titoli di coda «Quando cominceremo a dire che dietro una donna di successo c’è sempre un uomo intelligente?» (ad Antonio Polito, CdS).