Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  ottobre 27 Mercoledì calendario

Biografia di Valter Mainetti

Valter Mainetti, nato a Roma il 28 ottobre 1947 (74 anni). Imprenditore. Azionista di riferimento del Gruppo Sorgente, attivo nei settori della finanza, delle costruzioni, delle infrastrutture e dell’editoria. Collezionista d’arte.
Vita «I suoi fondi d’investimento hanno titoli suggestivi: Michelangelo, Caravaggio, Donatello, Tiziano, Tintoretto. Nomi che evocano gli antesignani del made in Italy più prestigioso, della bellezza, del Rinascimento. E l’arte sembra essere una costante nella vita e nel lavoro di Valter Mainetti, un po’ immobiliarista, un po’ finanziere ma soprattutto, ci tiene moltissimo a sottolinearlo, collezionista. Mainetti viene da una famiglia di imprenditori che con le costruzioni ha sempre avuto a che fare. “Mio nonno emigrò in America dove creò una società che montava le strutture in acciaio dei primi grattacieli. Fra questi, montò le strutture portanti del Chrysler Building, il famoso grattacielo di New York inaugurato nel 1929, di cui proprio uno dei nostri fondi comprò la maggioranza nel 2005”. Non tutta la famiglia si era trasferita in America, e dopo la guerra, il ramo italiano dei Mainetti si dedicò alla realizzazione di grandi impianti meccanici: il Sincrotone di Frascati, l’Alfa di Arese, le Acciaierie di Terni e Taranto» (Eugenio Occorsio) • «Lei ha studiato dai Gesuiti: liceo scientifico all’istituto Leone XIII di Milano, maturità al Pio IX di Roma. “L’impostazione, l’impegno, la precisione, la logica organizzativa che ho appreso da loro mi è utile tutt’ora”. Suo padre l’avrebbe voluta ingegnere. “Era un tecnico brillante, gli piaceva la complessità dei sistemi di impiantistica industriale, continuando la tradizione di famiglia iniziata ai primi Novecento con il mio bisnonno paterno per le opere in ferro. Nel secondo dopoguerra ha realizzato centinaia di edifici abitativi, residenziali e commerciali, stabilimenti industriali quali per esempio quelli per Chinotto Neri, Birra Peroni e parte dell’Alfa Romeo di Arese, un paio di acciaierie a Terni e Taranto, fino al Sincrotrone di Frascati, l’acceleratore di particelle dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, antenato dell’impianto presso il Cern di Ginevra. Per farlo contento, mi iscrissi a ingegneria. Ma io volevo fare lo storico, passai a scienze politiche, mio padre lo visse come un tradimento”. Laurea nel 1973, relatore Aldo Moro, padre storico della DC, giustiziato dalle Brigate Rosse nel 1978. “Tesi sull’immunità del Capo dello Stato, con comparazione storico-istituzionale. Non si comprenderà mai abbastanza di cosa siamo stati privati con quell’azione criminale, compiuta da un piccolo gruppo di assassini, umanamente e intellettualmente infimi […]”. Fu mai tentato dall’entrare in politica? “Per un po’, tra il 1973 e fino alla morte di Moro, poi decisi di occuparmi delle aziende di famiglia”. Mainetti non lo dice, ma fu più di uno studente: frequentava casa Moro, nel 1976 fu attivo in campagna elettorale e poi, dopo la scomparsa del leader dc, presidente per breve tempo del Censam, il Centro studi Aldo Moro» (Antonello Piroso) «Professionalmente si dedica fino alla fine degli anni Novanta all’edilizia sociale, ma con la nascita dei fondi immobiliari scopre un nuovo filone. Non tutto gli ha detto bene: è rimasto un sogno irrealizzato la riconversione della grande area delle ex acciaierie Falck a Sesto San Giovanni, progetto di cui aveva preso una quota di minoranza. Controllato da un altro immobiliarista molto attivo negli Usa, Davide Bizzi, nel ridisegno era stato coinvolto per un certo periodo anche Renzo Piano» (Luca Pagni) • «Primo in Italia, “nel 2000, appena la legge lo ha consentito”, ha varato un fondo immobiliare» (Francesco Manacorda) • Oggi il Gruppo Sorgente opera con cinque holding, quaranta fondi e 94 società immobiliari • Presente sul mercato statunitense dal 2003, il Gruppo Sorgente è azionista di maggioranza del Flatiron, uno degli edifici-simbolo della New York del primo Novecento, 22 piani all’incrocio tra Broadway e 5a Avenue. Sempre a New York ha controllato una quota del grattacielo Chrysler, ceduta nel 2008 per 800 milioni di dollari. A Roma possiede la Galleria Alberto Sordi e la Rinascente di Piazza Fiume, a Milano il complesso che domina via e piazza Cordusio, a Londra la Queensberry House, a Los Angeles il Fine Arts Building, a Santa Monica la Clock Tower, ecc. • Attraverso la controllata Musa Comunicazione è proprietario del quotidiano Il Foglio (entrato come azionista di maggioranza nel novembre 2015, dal dicembre 2016 ha il 100% delle quote) • «Premessa: i giornali li fanno la direzione e la redazione della testata in totale autonomia. La passione per la carta stampata è figlia dell’amore per la pubblicazione di libri d’arte» (ad Antonello Piroso) • Il 9 giugno 2018 sulla prima pagina del Foglio, sotto il titolo «La voce del padrone», è comparsa una lettera a firma Valter Mainettio in cui l’editore si lamentava della linea del giornale, troppo critica nei confronti del governo M5s-Lega. «Chi si mette così strenuamente di traverso al radicale cambiamento di metodo e di obiettivi del governo Cinque Stelle-Lega sembra ignorare che un’alternativa a medio termine è quasi impossibile», le parole di Mainetti. Risposta del direttore Cerasa pubblica in calce alla lettera: «Valter Mainetti ha le sue idee, il Foglio ha le sue. Al proprietario della nostra testata piace il governo e dispiace l’opposizione, il rumore che giudica aggressivo dei media. A noi dispiace il governo e piace l’opposizione che ancora non c’è, magari senza indulgere a stupidaggini, con il senso di un’alternativa che va cercata e non è scontato trovare» • Sempre attraverso la Musa Comunicazione, insieme all’immobiliarista Davide Bizzi nel gennaio 2017 aveva rivelato le quote di maggioranza del settimanale cattolico Tempi, salvo poi chiuderlo dopo dieci mesi (lasciando stipendi e contributi non pagati, a sentire l’allora direttore Alessandro Giuli) • Nell’estate 2020, dopo il fallimento della società editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, ha tentato senza successo di acquistare la testata attraverso un concordato fallimentare • Nel gennaio 2019 la Banca d’Italia ha commissariato Sorgente Sgr per «gravi violazioni normative e irregolarità nell’amministrazione». Come commissario straordinario è stato nominato Elisabetta Spitz. «Tutta colpa di un lungo contenzioso con Enasarco, la Fondazione che gestisce le pensioni degli agenti di commercio e che negli anni ha investito in immobili. Sorgente li ha gestiti a lungo, fino a quando non si è andati a carte bollate. L’ex presidente di Enasarco Brunetto Boco lo ha denunciato per calunnia, mentre Mainetti ha aperto una battaglia legale a tutto campo contro il cda della Fondazione essersi visto sottrare la gestione di due fondi, assegnati ad altri operatori. Ma il Tar gli ha dato torto e la procura di Roma dopo segnalazione della Corte dei Conti, che ha competenza sui fondi pensionistici – ha aperto una indagine su Enasarco per “gestione infedele”. Alla famiglia Mainetti rimane comunque la gestione di altre attività in Italia con la proprietà di immobili di pregio (un palazzo nella centralissima piazza Cordusio a Milano, la Galleria Colonna a Roma), oltre alla Nova Re, società quotata a Piazza Affari. Nonché tutte le attività all’estero, amministrate dalla figlia Veronica» (Luca Pagni). Il contezioso legale con Enasarco è tutt’ora in corso • Molto legato all’avvocato Guido Alpa, mentore dell’ex presidente del consiglio Giuseooe Conte • Professore ad honorem in Finanza aziendale e immobiliare all’Università di Parma • Socio del Circolo Canottieri Aniene • Membro della Società romana della caccia alla volpe presieduta dai marchesi Carassi del Villar • Nel giugno 2013 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro • Dorme «quattro-cinque ore al massimo» al giorno. Di notte legge libri di storia (a Francesco Melchionda)
Arte «Dalla scultura greco-romana all’Art Nouveau, passando per i mobili del Settecento romani e lombardi, i libri e i gioielli antichi, gli orologi da tasca dell’Ottocento, gli smalti e gli argenti Fabergé. E una cospicua raccolta di pitture italiane dal Cinque al Settecento, che comprende tele di Guercino, Ghirlandaio, Pintoricchio, Cavalier d’Arpino, Guido Reni. Quella di Valter Mainetti, romano, fondatore e amministratore delegato del colosso della finanza immobiliare Sorgente Group, è una delle collezioni più ricche ed eclettiche che si possano contare oggi in Italia. Ma la sua ossessione restano le antiche colonne romane. Nel giardino della sua abitazione sull’Aventino ne ha raccolte cinquantasei, insieme a una sessantina di capitelli. Spiccano, tutte in piedi, tra il verde della vegetazione, con i colori variegati dei marmi, dei porfidi, dei graniti, degli alabastri. “È un interesse che risale ai tempi delle scuole medie”, ricorda Mainetti. “Ci eravamo trasferiti a Milano e Roma era diventata la città delle vacanze. D’estate venivo a trovare i nonni e passavo con loro qualche settimana. Ma ero piuttosto solo. Così giravo per i musei e facevo lunghe passeggiate ai Fori Imperiali. Da lì vedevo tutte quelle colonne sdraiate tra le rovine e morivo dalla voglia di rialzarle”. Diventato adulto, un giorno scoprì un pezzo di pilastro da un antiquario. “Era in marmo broccatello, bellissimo, risalente al periodo imperiale. Apparteneva a una colonna integra, che era stata tagliata dal commerciante in quattro pezzi, più facili da vendere come base per i tavoli. Ci ho messo due anni a rintracciare gli altri tre pezzi e ad acquistarli. Così l’ho potuta ricostruire”. Le altre opere della collezione sono confluite nel 2007 nella Fondazione Sorgente Group, voluta da Mainetti e da sua moglie Paola e affidata alla direzione scientifica di Claudio Strinati» (Lauretta Colonnelli nel 2012). Nel giugno 2012 la Fondazione Sorgente Group ha inaugurato il proprio spazio espositivo nel Palazzo del Tritone a Roma.
Famiglia Sposato con Paola, restauratrice, vicepresidente della Fondazione Sorgente. Due figli, Gabriele (1976), attore e regista (Lo chiamavano Jeeg Robot e Fraks Out), e Veronica (1979), presidente del Sorgente Group of America • «A sentire suo figlio, non è che gli abbiate tributato una “olà” quando si è messo a lavorare nel cinema (Dalla faccia capisco che il privato non è argomento di cui vorrebbe parlare, ma a fatica non si sottrae). “Le riserve riguardavano la volontà di fare l’attore, carriera che ritenevo segnata da inevitabile discontinuità. Non ho mai contestato le scelte di Gabriele. Che ha fatto tutto da solo perché non voleva essere aiutato dalla famiglia. Il che gli fa onore, ma gli ha fatto anche perdere un sacco di tempo»”. (Ride). “Con le sue forze ha realizzato un film amato da critica e pubblico, costato 1 milione e 700.000 euro, budget non enorme gestito egregiamente, Gabriele del resto è stato sempre oculato fin da piccolo. Per questo e non solo per questo sono orgoglioso se oggi mi presentano come ‘il padre di’. Ma anche di mia figlia Veronica che vive negli Stati Uniti, presidente del Sorgente group of America, appassionata di fotografia, dietro la macchina fotografica ma anche davanti, come modella, ha avuto la copertina del britannico Observer”» (ad Antonello Piroso) • Il fratello Stefano (1957) è direttore d’orchestra e compositore, anche di colonne sonore, ed è sposato con l’attrice Elena Sofìa Ricci.