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Libri, libri veri, libri di carta, pagine lievi da sfogliare, libri da tenere in mano, caldi come le nostre mani, libri fragili, libri sciupati, libri intonsi, libri antichi, libri vecchi, libri nuovi, libri in tutte le lingue di tutti i paesi. In rete ci sarà solo la copertina affinché ovunque nel mondo i curiosi sappiano che quel libro, quei libri, esistono e si possono rintracciare; ma non arriveranno sugli schermi dei pc: bisognerà andare a cercarseli in Italia, in Umbria, alle porte di Perugia, in cima al piccolo borgo antico di Solomeo, 273 metri sul mare, 436 abitanti, su una specie di Acropoli laica. Là si affaccia una grande villa settecentesca, e le sue stanze sono destinate a diventare presto la realizzazione di un sogno, «un sogno nato tempo fa, destinato a durare mille anni grazie al valore perenne del suo significato». Brunello Cucinelli, l’industriale italiano che crede nel capitalismo gentile, dal palcoscenico del teatro Strehler a Milano finalmente rivela la sua nuova, impegnativa iniziativa, come sempre incentrata sulla bellezza, sull’armonia, la conoscenza, il rispetto dell’uomo. Libri? Sì libri, centinaia di migliaia di libri, 2000 metri quadrati di libri: una nuova, ambiziosa biblioteca tra le dimore medioevali restaurate, dove vivono Cucinelli e la moglie Federica, le famiglie delle due figlie, e a valle è stata costruita l’azienda. La sua realizzazione è già stata avviata, tra un paio d’anni dovrebbe già ospitare migliaia di volumi, sarà continuamente arricchita ed è destinata «ad esistere quanto l’umanità». E già possiamo immaginare un futuro anche molto molto lontano, appunto tra mille anni, anno 3021, in cui dalle megalopoli su Marte partiranno i voli spaziali diretti verso quel minuscolo punto, verde di boschi, di prati, di orti, di vigne, sulla vecchia terra tornata sana, dentro quelle mura nobili dove ancora respireranno le parole di Alessandro Magno e Montesquieu, di Manzoni e Pasolini, di Diodoro Siculo e Voltaire, miliardi di parole che continueranno a illuminare la storia dell’universo fino all’ultima galassia. Tutte orgogliosamente stampate, rinchiuse in forma archeologica di eroico libro cartaceo. È una visione appassionata quella di Cucinelli, un modo di dare alla lettura il privilegio di un luogo speciale, di silenzio e di delizia, di eredità di famiglia e di pace, come nelle stanze foderate di libri di casa Leopardi o delle residenze di campagna inglesi fine Ottocento, come quella sontuosa di Hatfield House nel Hertfordshire dalle altissime mura di libri.
I frequentatori andranno a prendere personalmente i volumi dagli scaffali, come se fossero quelli di casa loro, si ritireranno nella pace di salottini con poltrone e divani, potranno uscire nei vasti giardini e isolarsi su panchine o sull’erba, con una tazza di tè o un bicchiere di vino delle vigne locali: leggere all’aperto, nella natura, soprattutto le signore, è stato uno dei soggetti preferiti di tanti artisti, Claude Monet e Henri Matisse, Mary Cassatt e Pablo Picasso, Silvestro Lega e Jean-Honoré Fragonard, immaginare il l eggere come una forma d’arte, e da parte di Cucinelli come il mezzo necessario per assicurare la dignità morale a ogni essere umano. I giardini della villa saranno una cosa sola con lo spazio senza confini del parco sottostante, prati, orti, boschi, il teatro, la cantina, il cerchio ad archi del monumento alla dignità dell’uomo, tutta la terra che l’imprenditore ha messo a disposizione del paese.
Due sono i libri che hanno folgorato il ragazzino Cucinelli venuto dalla campagna, Critica della ragion pura di Kant a 17 anni e, poco dopo, Memorie di Adriano della Yourcenar e «per sempre segnato il mio modo di pensare e agire»: nel lavoro, in famiglia, con il profitto, con chi lavora con lui, con le istituzioni. Da allora prova «una sorta di venerazione, di devozione, per i libri che definisce “veri”, quelli che insegnano a riflettere, a pensare, a imporci il rispetto che tutte le cose del Creato meritano».
La sua voglia di conoscere è sempre più grande dei libri che riesce a leggere e a cui dedica tutto il suo tempo libero: il regalo di nozze alle sue giovani figlie è stato una montagna di mille libri, i suoi preferiti. Vittoria, la nipotina più grande dei tre, oggi decenne, cui racconta le avventure della sua vita e quindi la necessità di leggere, con la paghetta va già a scegliersi i suoi libri, almeno una ventina l’anno. A Natale regala libri ai dipendenti, nello showroom milanese i libri fanno da sfondo alle lussuose collezioni, uomo, donna, bambino e casa, materia il cashmere più raffinato e riservato quindi a chi può permetterselo.
Il sogno di Cucinelli ha un nome impegnativo, Biblioteca Universale di Solomeo, e implica un grande staff: prima di tutto l’architetto Massimo de Vico Fallani, specialista del paesaggio, suo compagno di ogni avventura creativa che lui chiama “il mio Aristotele”, che trasformerà le aristocratiche stanze destinate un tempo a delizie e svaghi dei signori, in studioli per gli svaghi e le delizie degli studiosi. Specialisti bibliofili collegati con il team di esperti a Solomeo, gireranno il mondo alla ricerca di testi che rappresentino il sapere in campi precisi e limitati: filosofia prima di tutto, poi letteratura, poesia, architettura e artigianato, che è poi la ricchezza inimitabile dell’Italia e quindi anche dell’azienda Cucinelli. Dove per esempio sono mani femminili di antichissima sapienza popolare a dedicare ore, anche trenta e più di lavoro, all’uncinetto a un capo unico per i cultori del lusso. Il sogno librario ha una sua ambiziosa saggezza, non pretende di acquisire manoscritti in greco antico come quelli conservati alla Marciana di Venezia, né di strappare la Chanson de Roland (XI secolo) alla Bodleian library di Oxford: «mi piacerebbe raccogliere le successive edizioni dei testi antichi originali per capire le diverse interpretazioni nel tempo». È un momento buono questo per la lettura? Pare di sì, la conferma viene dal successo del recente Salone di Torino e dalle aspettative di Bookcity a Milano. I dati italiani del 2020 parlano di un giro di affari di più di 3 miliardi di euro, copie vendute (dati 2019) più di 90 milioni con un significativo aumento del digitale, l’ultimo dato del Regno Unito di pochi anni fa, è di 229 milioni, e le vendite continuano ovunque ad aumentare.
C’è forse un nuovo bisogno universale di uscire dal predominio dell’insipienza, nascono infatti nuove biblioteche in tutto il mondo, il Paese più prolifico in questo senso è la Repubblica popolare cinese, che deve farsi perdonare gli anni della Rivoluzione culturale, quando gli intellettuali furono mandati nei campi e i libri distrutti. Oggi il Partito Comunista promuove la cultura per affrettare la crescita economica e costruisce biblioteche ovunque.
È quindi da luoghi opposti del mondo che l’amore per i libri si moltiplica senza conoscersi: un mecenate cinese, con la stessa visione dell’italiano Cucinelli a Solomeo, ha donato a un villaggio a due ore di macchina da Pechino la biblioteca Liyuan, (che significa “giardino recintato”) un edificio minuscolo ai piedi di una montagna, affacciato su un lago, che pare un parco giochi, un soggiorno domestico, e permette di sedersi direttamente sugli scaffali, affacciarsi sul ruscello, sostare attorno al caminetto, sorseggiare un tè, ascoltare storie e leggere in silenzio. Leggo su La biblioteca di James W.P. Campbell e Will Price (Einaudi): «L’umanità ha creato una straordinaria varietà di spazi in cui leggere, pensare, sognare e celebrare il sapere. Fino a quando essa continuerà a dare valore a questa attività, non smetterà di costruire luoghi per ospitarle. Solo il tempo saprà dirci se al loro interno ci saranno ancora libri e se si chiameranno ancora biblioteche». La Biblioteca Universale di Solomeo ci sarà ancora fra mille anni? «Certo, è un impegno, se ne occuperanno le mie figlie, le mie e i miei nipoti, i figli e i nipoti dei miei nipoti, lungo decenni e secoli. Lo voglio o almeno lo spero».