Il Messaggero, 28 ottobre 2021
Ritratto di Giovanna la Pazza
La misteriosa vita di Giovanna di Castiglia, meglio nota come Giovanna la Pazza – Juana la Loca – ha sempre colpito storici e biografi. Madre del potente Carlo V – sul cui impero non tramontava mai il sole – nonna del gelido Filippo II, ha vissuto un’esistenza drammatica, che i roghi dell’Inquisizione hanno acceso di ulteriori, inquietanti bagliori. I suoi genitori, Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, Sovrani Cattolicissimi, nel 1492 portano a termine la Reconquista, la riconquista dei regni moreschi musulmani della penisola iberica. Con le nozze di Isabella e Ferdinando vengono poste le basi per un futuro Stato nazionale, anche se la Castiglia e l’Aragona rimangono per il momento due Corone autonome. Isabella finanzia inoltre la spedizione di Cristoforo Colombo, che approda nella futura America il fatidico 12 ottobre 1492. Dopo qualche tempo, con il Trattato di Tordesillas Spagna e Portogallo si spartiranno i territori oltremare.
L’INQUISIZIONELa sovrana e il marito si servono della religione cattolica come instrumentum regni e introducono l’Inquisizione, al cui vertice viene nominato Tomás de Torquemada. Infiniti sono i roghi dove bruciano i moriscos e i marranos (musulmani ed ebrei convertiti a forza, spesso colpevoli di praticare i propri culti in segreto), nonché molti altri. Giovanna nasce il 6 novembre 1479 a Toledo, allora capitale di Castiglia. Intelligente, ribelle, solitaria, incline agli sbalzi d’umore, riceve un’educazione che comprende le lingue, la storia, la matematica, il latino, il diritto. Viene istruita anche nelle buone maniere, la danza, la musica. Da subito manifesta una religiosità molto intensa, indossa il cilicio, si mortifica. Sua madre la fa sposare nel 1496 con Filippo d’Asburgo detto il Bello, figlio di Massimiliano I, dominus del Sacro Romano Impero. Una mossa abile, perché garantisce ai discendenti dei due degli immensi territori e la possibilità di ottenere la corona imperiale, che è elettiva. Inoltre, lega i destini degli Asburgo alla Spagna per un lungo periodo.
I SEI FIGLIFra i due sposi c’è un’intensa passione fisica, ma Giovanna è molto gelosa del marito, che ha parecchie amanti, e gli fa tremende scenate. Dall’unione comunque nasceranno sei figli, Eleonora, Carlo, Isabella, Ferdinando, Maria e Caterina, che saliranno su troni importanti. Dopo la morte del fratello, della sorella maggiore e del nipote, la principessa diviene l’erede presunta di Castiglia e d’Aragona, e da Bruxelles si reca a Toledo per ricevere il giuramento delle Cortes. Alla scomparsa di Isabella, Ferdinando si impadronisce della reggenza di Castiglia, ma Filippo la rivendica per la moglie, che è la legittima sovrana di Spagna, e per sé.
Dopo alterne vicende, il padre e il marito di Giovanna si incontrano e con un trattato deliberano l’esclusione di lei dal governo per il suo stato mentale. Successivamente, Ferdinando dichiara invece che i diritti sono della figlia. A muovere i due uomini è un cinico interesse: entrambi si servono della presunta pazzia di Giovanna per regnare. La situazione si va ingarbugliando sempre più quando Filippo muore a Burgos, nel settembre 1506. Una sparizione singolare, che per la moglie è un trauma spaventoso, tanto che porterà sempre con sé il feretro con il corpo dell’amato. Il padre approfitta di quel dolore inconsulto, enfatizzandone gli eccessi e rafforzando la voce della follia, che oggi appare meno credibile. Lei, comunque, rifiuta di rinunciare alla corona. Ferdinando riesce poi a rinchiuderla per molti anni nel monastero-castello di Tordesillas, alla mercè di crudeli carcerieri. La scomparsa del re, nel gennaio 1516, non modifica la sua prigionia, che viene addirittura inasprita dal figlio di lei, Carlo di Gand (il futuro Carlo V).
LE PRATICHE RELIGIOSEAnticonformista, moderna, di una religiosità quasi protestante, avversa alla fede crudele del tempo, dura, passionale, Giovanna rappresenta un rischio, perché coagula intorno a sé i ribelli spagnoli. Il marchese di Dénia, suo carceriere, la tiene in isolamento: è autorizzato a sottoporla alla tortura per piegarla a pratiche religiose che non accetta. Persino Adriano di Utrecht, futuro papa, scrive a Carlo, di cui era stato precettore, che la regina era stata trattenuta con la forza con il pretesto che fosse folle, mentre era del tutto assennata tutti la ritengono capace di regnare quanto sua madre.
Il sentimento anti fiammingo che domina in Castiglia provoca lo scoppio di una rivolta; per un periodo Giovanna viene liberata, ma rifiuta di intraprendere azioni contro il figlio. La rivolta viene stroncata e lei nuovamente rinchiusa. La sua detenzione si fa sempre più crudele, eppure la regina non si piega. Solo la morte può liberare l’infelice Juana la Loca, che scompare il 12 aprile 1555. Dopo poco tempo Carlo V abdica e si chiude in un convento dell’Estremadura, in cui poi morirà. Sarà Filippo II a riportare le ceneri dei componenti del ramo spagnolo degli Asburgo all’Escorial. Anche Giovanna, allora, verrà riammessa in famiglia. Chissà se li avrà perdonati.