Corriere della Sera, 28 ottobre 2021
Miccichè racconta la cena con Renzi
Le grandi manovre della politica siciliana in vista di Comunali e Regionali passano da via Ghibellina a Firenze. Dalla stellata Enoteca Pinchiorri dove un lunedì sera si ritrovano a cena Matteo Renzi e Gianfranco Miccichè. Il leader di Italia viva e il colonnello di Berlusconi arrivato dall’isola considerata ancora una volta «laboratorio politico». Insieme per un faccia a faccia consegnato alla cronaca come «la cena del Guado». Non solo perché bevono un «Guado» da cento euro a bottiglia. Ma perché è adesso dichiarato l’obiettivo di uno dei fondatori di Forza Italia. Parola di Miccichè che brinda al guado: «Vogliamo il partito di Renzi nel centrodestra».
È solo il vago auspicio del presidente dell’Assemblea regionale?
«È un obiettivo già raggiunto per le Comunali di Palermo —. Sceglieremo insieme il candidato per la successione a Leoluca Orlando, in primavera. Già deciso a cena».
Come nasce la cena a Firenze?
«Nessun mistero. Deputati vicini a Renzi come Nicola D’Agostino e Edy Tamajo, con Sicilia futura, da tempo spingevano per un dialogo. E arriva l’invito di Renzi. “Vieni a Firenze?”. Se mi porti da Pinchiorri, rispondo».
Vi trattate bene. Ottimo cibo?
«Ottimo vino. Appunto, Guado del tasso, un Bolgheri degli Antinori».
Chi ha pagato?
«Che domande sono. Ovvio che se Renzi viene a Palermo pago io. Viceversa...».
Verrà quindi a Palermo in primavera per sostenere il suo stesso candidato?
«Collaborazione certa adesso con Renzi e con i nostri amici di Sicilia futura per Palermo. Poi vedremo per le Regionali».
Insieme a Italia viva anche per la successione a Musumeci? Cos’è l’anticipazione di un matrimonio?
In Sicilia
L’obiettivo è stare tutti insieme. Perché Salvini dovrebbe dire no a un allargamento al centro?
«I matrimoni si celebrano a Roma. Non sono in condizione di fare trattative fuori dalla Sicilia. Il mio campo è Palermo, è l’isola».
Il candidato sindaco?
«Noi abbiamo Roberto La Galla, ma anche Ciccio Cascio e Francesco Greco. Ogni partito ha i suoi. Concorderemo».
Siamo ben lontani dal famoso “61 a 0”. Adesso il suo partito sembra in discesa.
«Che cosa dice? In Sicilia e Calabria è esattamente il contrario. E a me interessa il travaso dei voti conquistati da Sicilia futura e Italia viva dalla sinistra al centrodestra. Stiamo parlando del 7%. Questo è importante politicamente: 14 punti che ballano da una parte all’altra. Il resto sono chiacchiere. E non voglio farne».
Fra i renziani c’è chi mugugna perché Miccichè confonderebbe desideri e realtà. Sembra silenzioso Davide Faraone.
«Chiedete a D’Agostino».
E nessuno mugugna in Forza Italia?
«Non mi pare».
Ma lei davvero immagina Renzi nel centrodestra con Salvini? O è un modo per sganciare la Lega in Sicilia?
«Nessuno sgancio. Il mio obiettivo è stare tutti insieme. Con gli uomini di Renzi e Salvini insieme. Perché Salvini non dovrebbe accettare un allargamento verso il centro?».
Forse saranno necessarie altre cene.
«Di certo, il dialogo è aperto».