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 2021  settembre 03 Venerdì calendario

Biografia di Daniele Del Giudice

Daniele Del Giudice (1949-2021). Scrittore. Libri: Lo stadio di Wimbledon (Einaudi, 1983, premio Viareggio-Rèpaci), Atlante occidentale (ancora Einaudi, 1985), Nel museo di Reims (Mondadori, 1989), Staccando l’ombra da terra (Einaudi, 1994), Mania (Einaudi, 1997), Orizzonte mobile (Einaudi 2009), In questa luce (Einaudi 2013). Autore con Marco Paolini di I-Tigi - Canto per Ustica, tragedia per narratore e coro portata in scena e in tv dall’attore e dedicata alla vicenda del Dc9 Itavia precipitato. Negli ultimi anni Einaudi aveva ripubblicato i suoi libri fuori catalogo: nel 2016 una raccolta di racconti che mette insieme quelli di Mania (1997) e altri fino a quel momento inediti; nel 2019 Atlante occidentale, corredato da un diario tenuto da Del Giudice durante i giorni di ricerca per scriverlo • «Fu Daniele Del Giudice il primo a telefonare da Venezia in casa editrice Einaudi, il pomeriggio in cui Calvino ebbe l’ictus: “Italo sta morendo”. Lo racconta Ernesto Ferrero nel suo “album familiare” I migliori anni della nostra vita. Non è escluso che anche per Daniele i migliori anni siano stati quelli dei mercoledì in via Biancamano. Fu una vera staffetta con Calvino, che gli aveva passato il testimone sin dal 1983 scrivendo la quarta del suo primo romanzo, Lo stadio di Wimbledon, con la triplice domanda in chiusura: “Cosa ci annuncia questo insolito libro? La ripresa del romanzo d’iniziazione d’un giovane scrittore? O un nuovo approccio alla rappresentazione, al racconto, secondo un nuovo sistema di coordinate?”. Del Giudice nasce nel 1949 a Roma, da padre svizzero dei Grigioni morto quando Daniele è un bambino. Passa anni in collegio, non ha un’infanzia felice. In un’intervista del 2007 […] ricorda che suo padre prima di morire gli regalò una macchina da scrivere, una enorme Underwood americana e una Bianchi 28, una bicicletta. Non andava a scuola, il piccolo, preferiva pedalare la mattina e battere a macchina con due dita il pomeriggio. Del Giudice non ha mai terminato gli studi universitari, forse perché ben presto ha cominciato a collaborare per i giornali, prima di spostarsi a Milano e poi definitivamente a Venezia. Ha lavorato a Paese Sera, con l’allora amico Franco Cordelli. Nella prima intervista, del 1978, dava già del tu a Calvino. Era lui, non ancora quarantenne nel 1986, il più giovane consulente. Dal 2014, grazie al fondo previsto dalla legge Bacchelli per sostenere i «cittadini che abbiano illustrato la patria e che versino in stato di particolare necessità», riceveva un vitalizio pubblico • Affetto da tempo dal morbo di Alzheimer, è morto a Venezia. Domani avrebbe dovuto ricevere il Premio Campiello alla carriera.