Anteprima, 16 settembre 2021
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Biografia di Giovanni Fummo
Giovanni Fummo (1946-2021). Barista. Lavorava al Gran Caffè Gambrinus di Napoli. Nato nei quartieri spagnoli, aveva incominciato all’età di sette anni come garzone: doveva contribuire a portare i soldi a casa. Lentamente, aveva salito tutti i gradi della carriera. Era stato assistente al macchinista. Secondo macchinista. Primo macchinista. Infine, per vent’anni di seguito, capo macchinista nella sala di piazza del Plebiscito. Aveva conosciuto quattro presidenti della Repubblica: Oscar Luigi Scalfaro, «cortese e distaccato»; Francesco Cossiga, «espressivo e ironico»; Carlo Azeglio Ciampi, «curioso di miscele e tecniche» e Giorgio Napolitano, «quasi di casa». E poi: Bill Clinton, Angela Merkel, Silvio Berlusconi. L’attrice Claudia Cardinale, a Napoli per girare un film di Pasquale Squitieri, dopo aver assaggiato il suo caffè si lanciò addirittura in un abbraccio. Nove anni fa, Fummo aveva festeggiato dodici milioni di tazzine: il locale si addobbò a festa e furono offerti caffè tutta la mattinata. Alla fine della sua carriera stimò di averne servite quindici milioni. Da quando era andato in pensione, pochi anni fa, preso dalla nostalgia, a volte tornava dai Colli Aminei, dove era andato a vivere, solo per ritrovare i suoi luoghi, quegli spazi, i compagni di lavoro di una vita. Così lo ricorda Antonio Menna sul Mess: «Cosa sarebbero il Gran Caffè Gambrinus e i suoi 161 anni di vita, senza ognuno dei suoi lavoratori, e ognuna delle ore passate da questi, giorno per giorno, a servire, lavorare, aspettare, pazientare, pulire, dire buongiorno e buonasera? In piedi, in divisa, col sorriso, la parola pronta e il gesto rapido: così, tazzina dopo tazzina, Giovanni Fummo ha costruito, con i suoi colleghi, la storia del bar più prestigioso di Napoli, che ieri aveva la sua bandiera listata a lutto e un velo di malinconia nelle sale».