Anteprima, 20 settembre 2021
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Biografia di Sylvano Bussotti
Sylvano Bussotti (1931-2021). Compositore. Regista. Scrittore. Pittore. Attore. Scenografo. Costumista. Iniziò lo studio del violino prima dei cinque anni. Al Conservatorio di Firenze studiò armonia e contrappunto con Roberto Lupi e pianoforte con Luigi Dallapiccola. Interrotti gli studi senza conseguire alcun titolo a causa della guerra, trovò le prime tracce della propria omosessualità: «Da ragazzetto ricordo i soldati alleati che pagavano i giovinetti per una pompa fra le macerie. Lì ho intravisto un mio parente stretto guadagnarsi una stecca di sigarette». Dal 1949 al 1956 continuò gli studi da autodidatta, nel 1954 con Carlo Prosperi, Bruno Bartolozzi, Arrigo Benvenuti, Smith-Brindle fondò la Schola fiorentina, congrega artistica di musica contemporanea. Dal 1956 al 1958 si spostò a Parigi, dove frequentò i celebri corsi di Max Deutsch («era rimasto colpito dal fatto che in una delle mie composizioni avessi introdotto i campanacci di mucca») e conobbe Pierre Boulez. Il musicologo Heinz-Klaus Metzger lo condusse poi a Darmstadt, la città tedesca delle scienze, dove conobbe Karlheinz Stockhausen e soprattutto John Cage, che lo introdusse nel movimento Fluxus: «Eravamo amici, veniva sempre da mia zia per farsi ripassare cinquanta nomi di funghi in latino». Nello stesso anno, in Germania, iniziò l’attività pubblica con l’esecuzione delle sue musiche da parte del pianista David Tudor. A Parigi, la cantante Cathy Berberian, diretta da Boulez, eseguì alcuni suoi brani. In seguito lavorò con Theodor W. Adorno, da cui riprese l’idea di “frammento ininterrotto”, e trascorse un biennio (1964-65) negli Stati Uniti • In cinquant’anni di attività ha scritto numerose composizioni, tra cui Due voci (1958), Sette fogli (1959), I semi di Gramsci (1967-1970), Rara Requiem (1969-1970), Dai, dimmi su! (1978), Madrelingue (1996), Mozartiane 1 e 2 (2005-2006). Numerose le opere teatrali, tra cui La Passion selon Sade (1965), Lorenzaccio (1968-1972), il ballettoBergkristall (1973), Nottetempo (1976), Phèdre (1988), L’ispirazione (1988) • «Massimo Mila diceva di Bussotti che sotto la pellaccia del ragazzaccio irriverente abita un’anima candida. Questa, è rimasta tutta. Poco sopravvive invece del compositore che negli Anni 60 ha collaborato con il Living Theatre, che ha portato a nuova vita scenica, anche, tre grandi eretici profanatori delle regole e dei costumi: l’incestuosa Fedra; Eliogabalo, l’imperatore adolescente; il marchese De Sade. Che ha dedicato un’opera a Tieste, costretto a mangiare le carni dei propri figli dal fratello Atreo» (Sandro Cappelletto) • «Esco poco e non incontro quasi più nessuno. Con il mio compagno Rocco vediamo parecchia televisione. Molti artisti ostentano di non guardarla. Non me ne vergogno. Seguo gli oroscopi e adoro i Simpson, mi piacerebbe scriverci sopra una musica» (ad Antonio Gnoli nel 2010).