Anteprima, 21 settembre 2021
Tags : Carlo Vichi
Biografia di Carlo Vichi
Carlo Vichi (1923-2021). Fondatore della Mivar (1945, acronimo di Milano Vichi apparecchi radio), industria italiana produttrice di apparecchi radio prima, televisivi poi (un milione all’anno nel periodo del passaggio al colore) • «Nato a Montieri in provincia di Grosseto e cresciuto a Milano, dove si era trasferito da bambino. La sede della sua Mivar, l’ultima azienda a produrre televisori made in Italy, è ad Abbiategrasso, alle porte della città. Un’azienda che aveva percorso la parabola dell’industria italiana: dal boom degli Anni 60, quando era arrivata ad avere quasi mille dipendenti, alla crisi per la globalizzazione e la concorrenza di chi produce con costi molto più bassi. Nel periodo d’oro degli Anni 70 e 80 (fino al 1998 quando dallo stabilimento di Abbiategrasso uscirono 917 mila apparecchi a tubo catodico), Vichi era diventato il primo produttore di tv in Italia e sognava in grande. Nel 2001 era stata completata la sua Fabbrica ideale, nuova sede della Mivar, progettata interamente da Vichi e grande 120 mila metri quadrati. Ma la produzione non è mai andata lì perché Vichi non vuole “che insieme ai lavoratori ci entrino anche i sindacati”. Tra antipatia per i sindacati e simpatie per Hitler e Mussolini, non si è costruito la fama di democratico. Pensava: “In fabbrica si dice sissignore, come nell’Esercito, nessuno può venire a comandare in casa mia”» [Chiesa, CdS] • «L’uomo che inneggiava al fascismo, e che sbatteva le porte in faccia ai sindacati, ma che permetteva alle operaie di arrivare alle 8.45 perché prima dovevano accompagnare i figli a scuola, e di uscire alle 12.15 per andare a riprenderli. L’imprenditore che pagava le rate del mutuo ai suoi operai in difficoltà, anche se erano del Pci. E che ha sempre assunto un cuoco per la mensa, perché gli operai hanno diritto a un pasto decoroso» [Amato, Rep]. Chiuse la produzione alla fine del 2013. Non ha mai voluto fare gli spot: «La pubblicità è come la droga. Quando cominci sei costretto ad aumentare la dose». Nel marzo 2014, per far ripartire l’economia, offrì gratis i nuovi stabilimenti, mai usati, di Abbiategrasso (Milano). Lascia la moglie Annamaria e le figlie Luisa e Valeria.