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 2021  settembre 07 Martedì calendario

Biografia di Aziz Sancar

Aziz Sancar, nato a Savur, distretto della provincia di Mardin in Turchia, l’8 settembre 1946 (75 anni). Biochimico turco naturalizzato statunitense. Premio Nobel per la chimica 2015 «per studi meccanicistici sulla riparazione del Dna». Membro della Twas (1994), l’Accademia mondiale delle scienze che ha sede a Trieste.
Titoli di testa «Non sono né arabo né curdo. Sono un turco, ecco tutto. Non importa che io sia nato a Mardin».
Vita Settimo di otto figli di Abdulgani e di Meryem, un contadino e una casalinga, sin da piccolo parla arabo con i genitori e turco con i fratelli • Nonostante fossero analfabeti i genitori investono i pochi soldi che hanno negli studi dei figli: «Mia madre, pur non avendo istruzione, era la donna più intelligente che abbia mai conosciuto […] Era anche molto progressista. Adorava Atatürk […]. L’argomento che Atatürk enfatizzava era l’educazione e la scienza, e anche mia madre lo capiva» • «Avevamo sempre da mangiare a sufficienza, ma le scarpe erano un lusso, e fino alla seconda media le indossavamo solo quando andavamo a scuola» [Nobelprize.com] • «Avevamo anche alcuni animali da fattoria che fornivano latte e carne alla nostra famiglia durante tutto l’anno. I miei ricordi più piacevoli dell’infanzia sono la fioritura primaverile dei mandorli e dei susini nel nostro frutteto. In quei primi anni, ho cominciato a conoscere l’Islam ed ero convinto che il Paradiso dovesse assomigliare al nostro frutteto nel momento in cui i mandorli raggiungono la piena fioritura» [ibid] • Essendo uno dei bambini più piccoli a lui spetta arrampicarsi sugli alberi di noce per far cadere tutti i frutti: «Ma la cosa peggiore era allevare caprette, perché potevano correre più velocemente di qualsiasi bambino di 5-7 anni. Mio fratello minore e io eravamo incaricati di allevarle e abbiamo trascorso molte ore terrorizzati cercando di trovare i fuggiaschi prima che papà si accorgesse che erano spariti» [ibid] • «Mio fratello maggiore, Kenan, mi ha insegnato a leggere e scrivere quando avevo 5 anni. Pertanto, quando ho iniziato la scuola ero molto più avanti dei miei compagni di classe» • Da giovane è un promettente portiere di calcio e viene chiamato per una prova nella nazionale Under 18 turca. «Mi resi conto però di essere troppo basso per diventare un bravo portiere e perciò mi dedicai agli studi» [Virtuani, CdS] • Oggi tifa per il Galatasaray • Dopo la laurea nel 1969 alla Istanbul Medical School, torna a Savur e trasforma una stanza della casa dei suoi genitori in una clinica gratuita. Si mette a fare il medico locale. «Per caso, nell’autunno di quell’anno il ministro turco della Sanità è passato da Savur. Saputo della mia clinica, mi ha suggerito di lavorare per il Ministero della Salute. Alla fine, fui nominato capo ufficiale medico in un villaggio vicino chiamato Surgucu e mi furono forniti una jeep e un autista. Ero il primo medico che molti dei miei pazienti avessero mai visto. All’epoca spendevo gran parte dello stipendio che mi veniva pagato dal Ministero per comprare farmaci per i miei pazienti e giocattoli per i bambini piccoli le cui famiglie non potevano permetterseli. Con semplici procedure mediche, credo di aver salvato la vita a molti bambini» • Nel 1971, con una borsa di studio, vola negli Stati Uniti per studiare alla John Hopkins: «Nonostante avessi studiato inglese per un anno non riuscivo a comunicare con i miei professori […]. Inoltre, a causa del mio precedente successo accademico e della mia educazione patriottica, ero sicuro di me fino all’arroganza, e la gente mi evitava. Era come stare in isolamento». Lascia la Johns Hopkins nel giugno del 1972 e torna a fare il medico a Savur. Sei mesi dopo decide di riprovarci e, dopo ulteriori lezioni di inglese, il dottor Claud Stan Rupert dell’università del Texas a Dallas lo accetta a una condizione: «Non abbiamo soldi da darti, non possiamo sostenerti finanziariamente» [Cumhuriyet] • Dorme a casa di colleghi musulmani, più spesso in laboratorio. Una notte però viene beccato dagli agenti mentre schiaccia un pisolino. Viene arrestato ma l’esito della vicenda è positivo. Intenerito il dottor Rupert gli trova una borsa di studio: «Rupert è lo scienziato che ha scoperto l’enzima fotoliasi; questa scoperta, nel 1958, segna l’inizio nel campo scientifico della riparazione del DNA. Nel batterio E.coli, l’esposizione ai raggi UV uccide l’organismo; tuttavia la successiva esposizione alla luce visibile inverte l’effetto letale. Questa è chiamata fotoriattivazione, effettuata dall’enzima fotoliasi. Quando sono entrato nel laboratorio del Dr. Rupert, la domanda più importante era “come fa l’enzima ad assorbire la luce?”. Per rispondere a questa domanda era necessario disporre dell’enzima in grandi quantità e in elevata purezza, ma nessuno era riuscito a purificarlo in quantità sufficienti. Più o meno nel periodo in cui sono entrato a far parte del laboratorio Rupert, alla Stanford University è stata inventata la clonazione molecolare. Ho subito visto il potenziale di questo approccio per risolvere il problema della produzione di fotoliasi. Clonare il gene della fotoliasi di E.coli, amplificare l’enzima, quindi purificarlo e caratterizzarne i cromofori e il meccanismo d’azione» [NobelPrize.com] • Nonostante il dottorato preso nel 1977, non riesce a trovare lavoro come ricercatore. «Nel 1981, incoraggiato dai miei successi di ricerca, ho fatto domanda in circa 50 università e sono stato rifiutato da tutte» • Di qualche mese dopo, la chiamata di Mary Ellen Jones, presidente del dipartimento di biochimica dell’Università del North Carolina a Chapel Hill: sta cercando biologi molecolari per modernizzare il suo dipartimento. «Poiché stavo lavorando alla ricostituzione dell’eccinucleasi ABC e sentivo che non potevo prendere una pausa di sei mesi per creare un nuovo laboratorio, ho accettato la posizione a condizione che si potesse rinviare il trasloco di un anno. Il dottor Jones acconsentì e ciò mi permise di presentare nell’autunno del 1982 lo studio che descriveva la ricostituzione e il meccanismo della doppia incisione» [ibid.] • Alla University of North Carolina School of Medicine verrà poi nominato professore di Biochimica e Biofisica Sarah Graham Kenan • Nel 1986 la Nato sovvenziona una ricerca di Aziz Sancar e del suo collega Paul Heelis del North East Wales Institute, Regno Unito, per la riparazione del Dna (fotoliase) e i meccanismi di foto-riattivazione • «Nel 1987, ho rivolto la mia attenzione al meccanismo di riparazione dell’escissione di nucleotidi umani, che era rimasto poco compreso per oltre 20 anni. Abbiamo deciso di perseguire un approccio biochimico per comprendere il meccanismo di reazione e ci siamo concentrati inizialmente su quella che consideravamo la domanda più importante: le cellule umane utilizzano un’endonucleasi/esonucleasi Uv per l’escissione o esiste un meccanismo di doppia incisione simile a quello che avevamo trovato nell’E.coli? Per cinque anni, abbiamo provato molti sistemi di analisi, tipi di cellule, diverse preparazioni di estratti cellulari e diversi tipi di substrati, senza alcun risultato. Finalmente l’8 novembre 1991 abbiamo catturato l’oligonucleotide asportato: era un 27-mer (“nominale 30-mer”) rilasciato da doppie incisioni. Sì, il meccanismo era di doppie incisioni, ma le doppie incisioni erano diverse da E.coli. Questa scoperta è stata uno dei momenti salienti della mia carriera di ricercatore» [ibid.] • «Dopo aver trascorso 20 anni a caratterizzare la riparazione per escissione umana in vitro, abbiamo finalmente catturato il 30-mer prodotto in vivo. Questo ci ha permesso di mappare i siti di riparazione attraverso l’intero genoma umano alla risoluzione di un singolo nucleotide. Questa mappa di riparazione mostra, in senso geografico, riparazione di montagne, valli e canyon corrispondenti a regioni di riparazione alta, media e bassa o assente. Questo metodo probabilmente ci aiuterà a comprendere fattori diversi dalle proteine ​​di riparazione primarie che influenzano l’efficienza della riparazione e potrebbero avere applicazioni per migliorare la chemioterapia. Personalmente, questo è il risultato più soddisfacente del mio laboratorio nell’ultimo decennio, e per i colleghi turchi lo chiamo “My Piri Reis Map”. Piri Reis era un ammiraglio e cartografo turco che disegnò la mappa del mondo nel 1513 con un livello di precisione che non aveva rivali» • «La fotoliasi non è distribuita universalmente nel mondo biologico e la sua presenza nell’uomo è stata controversa per 35 anni dopo la sua scoperta nei batteri nel 1958. Nel 1993 abbiamo condotto uno studio esaustivo su questo argomento e pubblicato un documento in cui si affermava categoricamente che gli esseri umani non hanno fotoliasi. Questo risultato si applica sia alla fotoliasi classica che ripara i dimeri pirimidinici di tipo ciclobutano sia a un altro tipo di fotoliasi scoperto da T. Todo che ripara gli addotti pirimidinici (6-4). Poi, nel 1995, Human Genome Sciences ha rilasciato le sequenze per un certo numero di cDNA umani parziali, e tra questi è stato elencato un omologo della fotoliasi. Abbiamo immediatamente ottenuto il cDNA per l’intero gene e, poco dopo, abbiamo scoperto un secondo gene con un’elevata somiglianza di sequenza con la fotoliasi» • I due geni, Periodo e Cryptochrome, tengono gli orologi circadiani di tutte le cellule umane in corretto ritmo sincronizzandoli alle 24 ore del giorno e delle stagioni: «Stiamo attualmente analizzando l’effetto circadiano della riparazione nell’uomo e le potenziali applicazioni di questa conoscenza ai regimi chemioterapici» • L’8 dicembre del 2015 Aziz Sancar diventa il primo turco a ricevere il premio Nobel. Premio che divide con altri due “meccanici”, Tomas Lindahl e Paul Modrich: «Un trio di scienziati che è riuscito a individuare i meccanismi per riparare il Dna che si trova all’interno della cellula. Scoperta che ha aperto la strada per le ricerche e soprattutto la “costruzione” di farmaci anti-cancro. Ma anche per centrare i meccanismi alla base dell’invecchiamento. È stata premiata, dunque, la determinazione e la caparbietà con la quale i tre hanno fotografato il sistema che permette alle cellule di mantenere in equilibrio le informazioni genetiche che le controllano, salvaguardarle dalle aggressioni che arrivano da dentro e da fuori l’organismo […]. A Lindahl, che dal 2010 è anche presidente del Consiglio scientifico dell’Ifom, l’Istituto Firc di oncologia molecolare di Milano, si deve l’individuazione degli “attrezzi”, appunto, che riparano il Dna. Sancar ha scoperto come le cellule della pelle riescono a difendersi dai raggi solari proteggendosi dai tumori mentre Modrich ha compreso come vengono corretti gli errori che avvengono spontaneamente nel Dna. Tre laboratori, tre linee di ricerca verso lo stesso obiettivo» [Massi, Mess] • «La riparazione del Dna è importante per proteggere il corpo umano dal cancro perché la maggior parte dei fattori che portano al cancro danneggiano il Dna e causano la malattia. Abbiamo scoperto come il Dna si ripara e come le cellule umane si proteggono dal cancro» (Aziz Sancar) • Negli ultimi sei anni s’è chiuso in laboratorio per studiare gli orologi circadiani: «Lavoro ancora 12 ore al giorno. Inizio tra le 7 e le 8 del mattino e dopo aver fatto il turno del mattino, torno a casa per pranzo. Poi mi rimetto al lavoro nel pomeriggio. Discutiamo del lavoro con la squadra, cerco di dare loro una direzione. Il resto del tempo lo passo a scrivere articoli e a leggere pubblicazioni». Tiene due corsi a settimana.
Curiosità Nel 2007 ha co-fondato con la moglie la Aziz & Gwen Sancar, una fondazione senza scopo di lucro per promuovere la cultura turca e sostenere gli studenti turchi negli Stati Uniti • Ha donato la sua parte del compenso del premio Nobel – 860mila euro da dividere in tre – in beneficienza a Anıtkabir, il mausoleo di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore e primo presidente della Turchia moderna: «Io presento questa medaglia ad Atatürk, ai suoi compagni d’armi e a coloro che hanno fondato la Repubblica» • Lo scorso luglio il turco Abdurrahman Sefalı, professore della Facoltà di Scienze della Formazione della Bayburt University, ha scoperto una nuova specie di pianta e ha deciso di battezzarla «Androsace azizsancarii Sefalı», in onore del premio Nobel • Non usa i social media Amori Sposato dal 1978 con Gwen Boles, anche lei professore di biochimica e biofisica. I due si sono conosciuti a Dallas quando Aziz stava completando il suo dottorato. Una figlioccia, Rose Peifer «che ha aggiunto gioia alla mia vita e mi fa sentire giovane».
Titoli di coda «Quando ho visto per la prima volta il 27-mer, ho detto a Gwen “c’è un importante fatto biologico sugli umani che è noto solo a Dio e a me”».