10 settembre 2021
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Biografia di Paola Ruffo di Calabria
Paola Ruffo di Calabria, (donna Paola Ruffo di Calabria dei Principi di Sinopoli, Palazzolo e Licodia Eubea) nata a Forte dei Marmi l’11 settembre 1937 (84 anni). Consorte di Alberto II, regina dei belgi dal 1993 al 2013.
Titoli di testa «Una principessa votata al twist» (Francesco Vicario).
Vita Settima figlia di Folco Ruffo di Calabria, duca di Guardialombardi, asso dell’aviazione del Regio Esercito nella prima guerra mondiale, e della principessa Luisa, nata Gazelli dei conti di Rossana • Da piccola gran passione per le biciclette: «Partivamo la mattina, e via, per strade e stradine di campagna. Lunghe pedalate, scherzosi inseguimenti, passeggiate. La bicicletta era una delle cose che amava di più. Le piaceva così tanto che raramente sentiva stanchezza», ricorda Graziella Fiorillo, figlia del custode della tenuta di San Germano a Campiglione Fenile (Torino) dove Paola andava spesso ospite della sorella più grande Maria Cristina [AdnKronos] • Il padre muore quando lei ha nove anni: «Nella stanza della principessina, nell’appartamento di via Jacopo Peri ai Parioli, dove i Ruffo di Calabria dimorano, si vede una piccola fotografia chiusa in una cornice d’argento con l’immagine del padre in uniforme di ufficiale di cavalleria, trasformatosi in aviatore proprio come Baracca, accanto a un aereo, di quelli che si chiamavano diplani e che assomigliavano al velivolo di Paolo Tarsis, l’eroe del Forse che sì forse che no. “Paola – dicono le amiche – non si è mai coricata una sera senza inginocchiarsi almeno un attimo dinanzi a quella fotografia”. C’è dunque da essere certi che la memoria esaltante del cavaliere dei cieli resterà per sempre» [CdS] • Da ragazza frequenta il liceo Caterina Volpicelli a Roma. Ricorda suor Fortunata, la sua insegnante: «Sua madre era tanto severa e talvolta le ho nascoste delle assenze di Paola non proprio giustificate» • «Paola scorrazza, struccata e spettinata, ai piedi un paio di mocassini consunti – per le strade di Roma in sella a un vespino» [Vicario, Rolling Stone] • Dopo il diploma apre un atelier di alta moda in piazza di Spagna, insieme all’amica intima Marina Lante della Rovere (in seguito Ripa di Meana) • «Era considerata la ragazza più bella di Roma: fascinosa, elegante, chic, nonché di ottima famiglia» [Laurenzi, Rep] • Morbidi capelli biondi, occhi blu e collo di cigno [CdS] • «Paola Ruffo è una delle più attive dame romane che si dedicano a opere di beneficenza. Religiosissima senza bigotteria, la fanciulla osserva con scrupolo tutte le pratiche religiose che si addicono ad una fervente cattolica. Questo non le impedisce, però, di occupare parte della sua giornata in tutto ciò che può essere gradito ad una giovane donna moderna, sportiva ed esuberante» [CdS] • «Al ballo per il diciottesimo di Maria Camilla Pallavicini a Palazzo Rospigliosi, cuore dell’Urbe che conta, la centaura del cinquantino fa il suo ingresso al piano nobile. “Indossava un abito rosso fiamma. E non sembrava certo il solito motociclista che conoscevamo. Impressionò tutti e, più di ogni altro, il principe Alberto di Liegi”, racconterà la sua compagna di scorribande Marina, all’epoca ancora Punturieri, poi Lante della Rovere, poi Ripa di Meana» [Vicario, cit] • Nell’autunno del 1958 il principe Alberto venne a Roma con la delegazione belga per assistere alla cerimonia dell’incoronazione di Giovanni XXIII. All’Ambasciata del Belgio, che ha sede in via Antonio Bosio, nel quartiere Nomentano, il 5 novembre si diede un ricevimento. Paola Ruffo di Calabria vi andò con la madre. Il fratello del re del Belgio le venne presentato dall’ambasciatrice. Durante la serata pochi si avvidero che i due giovani ballarono insieme parecchie volte e che ad un certo momento s’affacciarono a una loggia che guarda verso i pini della vicina villa Torlonia. Il principe Alberto tornò a Bruxelles. Dovette parlare al proprio fratello della giovanissima principessa romana che l’aveva profondamente colpito; non riusciva a cancellarne il ricordo» [CdS] • I due giovani s’incontrarono nuovamente a Roma, poi a Pasqua in Toscana, dove Alberto conobbe i familiari della sua innamorata che soggiornavano presso Siena, in una loro proprietà; e infine si rividero in Svizzera, dove la fanciulla venne presentata alla matrigna del principe, Liliana de Réthy, e ad Alessandro, suo figlio. Dopo di che Alberto annunciò decisamente ai suoi: «Sono innamorato e, con il vostro consenso, mi sposo» [CdS] • Il 13 aprile del 1959, il fidanzamento: «Le loro maestà il re Baldovino e re Leopoldo (suo padre) hanno la gioia di annunciare alla Nazione il fidanzamento di Sua Altezza Reale il principe Alberto, principe del Belgio, principe di Liegi, con donna Paola Ruffo di Calabria, figlia del principe Folco Ruffo di Calabria, duca di Guardialombarda e della principessa Luisa, nata Gazelli dei conti di Rossana». Questo il comunicato, diramato a sera dal Gran Maresciallo della Corte del Belgio [CdS] • I belgi accolsero Paola con entusiasmo. La chiamavano «la belle italienne» • Quando, con la madre, raggiunse Bruxelles, Paola portò con sé i suoi tre tesori: un ventaglio dono della mamma Luisa quando aveva 7 anni, una madonnina ricordo di un viaggio a Lourdes e un bambolotto di nome Mariolino [CdS] • Inizialmente i due dovevano sposarsi in Vaticano ma per amor dei suoi sudditi Alberto convinse Paola a convolare a nozze in Belgio il 2 luglio 1959, prima con il rito civile, poi con una cerimonia cattolica: «Tutti guardavano Paola. Paola si mise a piangere appena il borgomastro pronunciò la formula di rito in fiammingo. Pianse nel sentire, in mezzo a questo discorso oscuro, le care parole che dicevano il suo nome. Finché la cerimonia finì e mentre dignitari di Corte, ministri, alti magistrati passavano a controfirmare i registri, apponendo una simbolica ratifica dello Stato alle nozze, si vide quel che succede nell’interno della famiglia reale belga quando l’opinione pubblica non assegna ai suoi componenti una parte. Alberto si alzò subito; Liliana de Réthy, la famosa, “impopolare” matrigna gli mise affettuosamente a posto il colletto, Alberto accarezzò Liliana, si curvò a baciarla due volte. Rimase vicino a lei a lungo; poi si decise a lasciarla; ma si vide che, fra tutti i familiari in questa giornata, stava volentieri soltanto vicino a lei. Contrariamente al solito, insomma, tutti baciarono lo sposo e non la sposa. E questo perché Paola era così emozionata da non alzarsi nemmeno. Stava immobile, con il suo mazzo di mughetti in grembo. Fu allora che la madre di Paola Ruffo si alzò e andò a baciare la figlia rimasta sola in questo via-vai di re e di principi. Fu un breve bacio. E a questo punto si vide la regina Elisabetta, la grande vecchia del Belgio, con il volto incipriato di bianco, alzarsi, raggiungere Paola, abbracciarla e baciarla con trasporto. Paola le sorrise grata. Poi tutti si alzarono. Erano le 10.25. Le nozze civili erano finite. Seduti su poltrone di velluto rosso laccate di bianco e filettate d’oro, davanti a un tavolo Luigi XVI, Alberto e Paola erano vicini. Paola era già vestita per la cerimonia religiosa: un abito bianco di raso, con uno strascico lungo cinque metri. Aveva il velo che avrebbe messo in chiesa, un velo di pizzo di Bruxelles, che hanno portato tutte le sue sorelle il giorno delle nozze, e che sua madre ha ricevuto dalla nonna che era belga. Alberto era in divisa di capitano di fregata della Marina. Tutti gli altri uomini, re Baldovino compreso, erano in tight» [CdS] • Prima di entrare nella cattedrale gotica di Santa Gudula a Bruxelles, «nel fasto della chiesa, fra i cardinali, i ceri, l’organo che suonava Alleluja», annotava Oriana Fallaci sull’Europeo, aveva percorso «il lungo esultante tragitto per le strade colme di folla impazzita, di stendardi, di fiori, mentre le campane di tutta Bruxelles rintoccavano a festa come il giorno di Pasqua» [CdS] • «Molta gente s’è stupita che i due sposi, questa mattina, siano entrati in chiesa, prima del rito religioso, già a braccetto e senza essere accompagnati dai genitori. Sì tratta di un nuovo cerimoniale disposto nel giugno 1958 dal cardinale Cicognini, prefetto della Congregazione dei Riti, che ha rinnovato la vecchia tradizione. In base a questo cerimoniale le coppie già sposate civilmente non devono più entrare divise in chiesa. Questa disposizione della Congregazione dei Riti è stata resa operante in Belgio dall’agosto del 1958» [CdS] • Al posto del solito «Oui» i due si sono scambiati promesse: «Io Alberto del Belgio principe di Liegi, do a voi, Paola Ruffo di Calabria, che tengo qui per mano, la mia fede di nozze e vi prendo per legittima sposa davanti a Dio e alla Sua Santa Chiesa». Paola a sua volta: «Io, Paola Ruffo di Calabria do a voi Alberto del Belgio, principe di Liegi, che tengo qui per mano, la mia fede di matrimonio e vi prendo come legittimo sposo davanti a Dio e alla Sua Santa Chiesa». Poi fu il turno di Paola: «La voce le si smarrì, le tornò una gran voglia di piangere. Il Cardinale benedisse allora gli anelli, consegnò ad Alberto quello di Paola e disse: “Mettete al dito della vostra sposa questo anello, pegno di fedeltà e amore, legame della vostra unione coniugale”. Le stesse parole disse a Paola, consegnandole l’anello di Alberto. Gli anelli vennero scambiati, anche qui con formula diversa dal solito [CdS] • Fu allora che il Cardinale impartì agli sposi la benedizione in nome di Giovanni XXIII e lese un messaggio del Papa • Durante la cerimonia di nozze, trasmessa in Eurovisione, inciampò nel velo da sposa: sarebbe caduta se non l’avesse trattenuta la “queen mother” Elisabetta del Belgio [IoDonna] • Il Presidente della Repubblica Gronchi ha donato a Paola Ruffo di Calabria quattro statuine di porcellana rappresentanti maschere italiane, prodotte, fra il 1745 e il 1750, dalla fabbrica del marchese Carlo Ginori di Doccia Pontassieve. Le quattro statuine facevano parte della collezione di Gustavo Bacchi. Altri due pezzi di questa serie sono esposti nel museo di Vienna [CdS] • Da sposati vanno a vivere al Belvédère, vicino alla residenza dei sovrani. Il castello diventa l’espressione del gusto italiano della principessa di Liegi. I figli arrivano, eccome: Filippo nel 1960, Astrid e Laurent subito dopo. Ma la compatibilità nel talamo non si riflette nei caratteri: Alberto è un uomo gelosissimo, uno che fa scenate. Sulla spiaggia di Forte dei Marmi pretende che la moglie diserti il bikini per un più casto e consono costume intero. Figuriamoci: Paola è ancora, sotto sotto, la ragazza sul vespino [Vicario, cit.] • A Paola, giovane donna indipendente, il protocollo di corte sta stretto • «Appena quattro anni dopo, già madre di tre figli, Paola di Liegi, per i belgi, era ormai tutt’altra persona. Spiata in ogni mossa, e senza benevolenza (la sua origine mediterranea, apparsa all’inizio tanto romantica, ora sembrava solo il sigillo e la ragione d’una persistente mancanza di disciplina e di “aplomb”), l’italienne non piaceva più. O, almeno, non piaceva più ai giornali locali. Fotografatissima perché bella, ma stigmatizzata perché vivace, adorata comunque dalla stampa italiana, era costretta ogni tanto a interviste edificanti a uso di un pubblico un po’ rétro, che continuava a occuparsi di personaggi regali mentre il mondo girava in fretta da altre parti [Minetti, Sta] • Al contrario della cognata Fabiola, Paola non vuole imparare il fiammingo, cosa che i sudditi non gradiscono • La sera del 22 novembre 1963, Alberto e Paola di Liegi andarono a un ballo in maschera dal conte e dalla contessa di Bismarck. Era la prima uscita della principessa dopo la nascita del terzogenito Laurent: «Il fatto è che quel giorno, a Dallas, era stato assassinato John Kennedy, e la notizia era arrivata nella capitale belga quando il ricevimento dei Bismarck già ferveva. Il padrone di casa ne aveva informato i principi di Liegi, che però erano rimasti alla festa. Anzi, riferiva Pan [settimanale diretto dal conte De Monçeau, ndr], siccome il visconte Stevie Davignon, visibilmente scosso, tornava di continuo sulla morte del presidente americano, la principessa Paola aveva perso la pazienza. “Ha finito di parlarci di questa storia?”, avrebbe detto esasperata al visconte. “Lei vuol proprio rovinarci la serata!”» [Minetti, Sta] • Nel 1969 dà scandalo quando, in incognito, viene respinta davanti ai sacri portoni di San Pietro come una turista qualunque perché la sua minigonna è considerata indecente [Laurenzi, Rep] • Altro scandalo quando il cantante Adamo dedica alla principessa la canzone Dolce Paola • «Nella primavera del 1961 il Belgio è vittima di un’alluvione: la regina va di ospedale in ospedale, mentre la principessa si gode il sole di Cannes, motoscafi e champagne. Apriti cielo. I belgi, che pochi anni prima l’avevano salutata come il più prezioso dei doni che l’Italia poteva far loro, adesso se ne vorrebbero liberare. E cavalcano ogni gossip che possa screditare “la straniera”. E poi girano certe foto di un imprenditore lombardo» [Vicario, cit.] • Chissà se il conte d’Assch, fotografato con lei in Sardegna, è mai stato un suo flirt. Le foto arrivavano sui giornali, ma poi gli stessi giornali si adoperavano per disinnescarle e tutto tornava nell’ordine» [Minetti, Sta] • «Alberto non è da meno: nel 1966 inizia una relazione che durerà una ventina d’anni con la baronessa Sybille de Selys Longchamps dalla quale, nel 1968, avrà Delphine, che per diversi lustri ha lottato per vedersi riconosciuta. Obiettivo raggiunto il 27 gennaio 2020. La coppia, insomma, è al limite: Alberto punta al divorzio e si organizza per raggiungere amante e figlia segreta a Londra. Baldovino, nonostante la sua fede granitica, è d’accordo: sarebbe l’unico modo per archiviare gli scandali. Ma le condizioni sono durissime: Alberto perderebbe titoli e appannaggi. Dunque desiste [Vicario, Rolling] • «Lui è stato via per anni e lei era bella, spiritosa, intelligente e le piaceva la vita come piace a tutti noi. Poveretta, è rimasta tanto tempo sola, il marito non c’era» (Myrta Barberini di Sciarra, amica storica di Paola) • Negli anni 80 Paola e Alberto si ritrovano: «L’amore, meno carnale e più affettivo, riscoppia quando lei sta superando i 50, i primi capelli ingrigiti le conferiscono autorevolezza. La stagione delle intemperanze è finita. Nella mente dei coniugi alla seconda chance affiora il pensiero: il trono, perché no?» [Vicario, cit] • Il 31 luglio 1993, mentre è in vacanza con la moglie nel sud della Spagna, Baldovino muore di infarto. Il primo in linea di successione è il fratello, Alberto. Paola, l’italienne, è regina contro ogni aspettativa. Una regina dapprima sopportata, poi poco a poco accettata, infine amata. Resterà sul trono vent’anni, poi Alberto abdicherà a favore del figlio Filippo [ibid] • Il giorno dell’incoronazione del marito, Paola versa un fiume di lacrime. Accarezza il volto della cognata Fabiola, che conosce le regole e si farà da parte. Forse è un pianto di liberazione, finalmente finisce una guerra mai davvero voluta. O magari di disperazione: per Paola è arrivato il momento di impararlo, l’orrendo fiammingo [ibid] • «La Regina Paola assiste, a fianco del marito, alle più importanti cerimonie ufficiali del Paese, lo segue nei viaggi di Stato, lo affianca nelle riunioni del Gotha e nelle occasioni in cui il re riceve personalità straniere o belghe che si distinguano in tutti i settori. Paola è stata la prima sovrana belga a disporre di un proprio ufficio presso il Palazzo Reale di Bruxelles. Un segretario aiuta la Regina nell’organizzazione dell’agenda e siede nel consiglio d’amministrazione della Fondation Reine Paola, mentre un’aristocratica belga, che funge da dama d’onore, l’accompagna negli impegni pubblici» [lepiùaffascinantidimilano.it] • «La regina ed io ci siamo ricordati dei periodi molto felici che abbiamo passato insieme, ma anche della crisi che la nostra coppia ha attraversato in questi trent’anni. Insieme abbiamo potuto superare da tempo queste difficoltà e ritrovato un’intesa e un amore profondo. Questo periodo di crisi ci è stato ricordato recentemente. Non vogliamo insistere su una vicenda che appartiene alla nostra vita privata. Ma, se qualcuno che incontra oggi problemi analoghi può ricavare dalla nostra esperienza vissuta qualche motivo di speranza, noi ne saremmo molto lieti» (discorso di Natale di Alberto II alla nazione del 1999) • È il luglio del 2013 quando re Alberto II annuncia alla nazione che «con serenità e fiducia annuncio la mia intenzione di abdicare il 21 luglio in favore del principe ereditario, mio figlio Filippo». Dopo 20 anni di regno, «un onore ed un’occasione aver consacrato grande parte della mia vita al servizio del nostro Paese e del suo popolo», anche la regina Paola, che alla cerimonia di abdicazione non riesce a trattenere le lacrime quando il marito la ringrazia: «Un grande grazie e un grosso bacio a mia moglie Paola che mi è stata vicina in tutti questi anni» • Nel 2015 è stata costretta a rispettare un periodo di riposo per alcuni problemi di cuore, nel 2017 s’è prima fratturata un’anca poi una vertebra. Nel 2018, mentre era in vacanza a Venezia, venne colpita da un ictus che non mise la sua vita in pericolo • Nonna di dodici nipoti e di un bisnipote, oggi Paola fa la nonna a tempo pieno, appoggiata al suo bastone e al braccio del marito: «Ha saputo invecchiare con grazia e signorile rassegnazione, senza deturparsi con plastiche e lifting. E proprio nella terza età, in un progressivo riavvicinamento, è diventata la più fida consigliera del marito, la sua ombra» [Laurenzi, Rep].
Titoli di coda «Oggi siamo davvero felici».