il Giornale, 26 ottobre 2021
Spedire l’immondizia nello spazio. Imparare da Futurama
Matt Groening ci ha abituato a cartoni animati geniali, più per adulti che per ragazzi, sopra a tutti I Simpson, tanto da essere studiati. Negli anni sono usciti molti saggi, dall’ormai classico I Simpson e la filosofia di William Irwin (Blackie edizioni) a La scienza dei Simpson di Marco Malaspina (Sironi), da I Simpson, trent’anni di un mito di Moritz Fink (Leone Editore) a I Simpson e la storia di Giancarlo Poidomani (Sironi) e molti altri. Adesso a essere storicizzata e analizzata è Futurama, altro fortunato cartone che per anni ci ha portato di mille anni nel futuro. L’autore del corposo saggio intitolato Futurama, come capire il mondo grazie a Bender, Nietzsche e soci (Blackie edizioni) o meglio il curatore (visto che è una raccolta di saggi) è il filosofo Courtland Lewis.
Si parla di amore, di guerra, di sesso, da Aristotele a Wittgenstein, seguendo le avventure di Fry e Bender, ma tra tutti gli scritti colpisce l’antimodernismo e l’anticapitalismo di fondo, degli autori dei vari saggi come, talvolta, degli autori del cartone. In generale l’antimodernismo è una tendenza di tutto l’immaginario fantascientifico: da Terminator (i computer diventeranno macchine che stermineranno l’umanità) a Matrix (ancora una volta i computer diventeranno macchine che sottometteranno l’umanità, usandola come fonte di energia, e però volete mettere come si stava bene dentro Matrix, e quanto fa schifo il mondo reale?) a Jurassic Park (la Natura non si manipola tecnologicamente, altrimenti l’umanità finisce male) a Avatar (umani tecnologici cattivi, selvaggi buoni). Sembra che l’unico sceneggiatore della fantascienza sia Jean-Jacques Rousseau, e il suo mito del buon selvaggio, non per altro i grillini hanno chiamato il loro sito di aggregazione Piattaforma Rousseau, mica Piattaforma Einstein o Piattaforma Steve Jobs.
Un esempio fra tutti di Futurama, su cui mi soffermo perché paradigmatico, è l’episodio «Palla di immondizia» su cui scrive il docente Jason Buchanan, che si prende come proprio modello filosofico Heather Rodgers, autrice di Gone Tomorrow: The Hidden Life of Garbage, un saggio inviperito dove ce l’ha con l’economia capitalista, consumista, per il solito motivo che consumiamo le risorse del pianeta e soprattutto che produciamo troppi rifiuti, più di quelli che riusciremo a smaltire. Cito la Rodgers: «La spazzatura svela la relazione tra natura e mercato, facendo emergere le scelte di politica ambientale che si celano nelle merci prodotte» (questa Rodgers potrebbe far comodo a Virginia Raggi per sostenere che la colpa della spazzatura a Roma non è sua, ma di chi la produce).
Sotto accusa, va da sé, la tecnologia, l’idea piacerebbe molto a Greta Thunberg, che però senza smartphone e social non potrebbe più twittare. In realtà in Futurama il problema era stato risolto mille anni prima, spedendo un’enorme palla di immondizia nello spazio, ma dopo mille anni la palla torna sulla Terra, rischiando di distruggerla. Fry in realtà ha un’idea fantastica: siccome sono tutte merci prodotte mille anni prima, avrebbero un valore di mercato, ma Leela (la Greta di Futurama) ribadisce che è solo spazzatura pericolosa. Tenete presente che nella Nuova New York di Futurama ogni merce è riciclata, ma neppure questo va bene a Buchanan, né alla Rodgers, perché «i rifiuti hanno il potere di smascherare lo sfruttamento della natura, che si concretizza nella produzione di tutte le merci». Insomma, bisogna tornare alle caverne, alla filosofia della decrescita felice (felice per chi non si sa).
In realtà spedire la spazzatura nello spazio, per esempio le scorie nucleari (visto che è questa la principale obiezione degli ambientalisti contro il nucleare, sebbene l’energia nucleare non produca Co2), non sarebbe affatto una cattiva idea, si potrebbe affidare la missione alla Space X di Elon Musk, il quale non vede l’ora di mandare cose nello spazio (ha spedito in orbita intorno al Sole anche una Tesla), e la possibilità che ritornino da noi è veramente minima: tenete conto che la sonda Voyager 2, lanciata il 7 agosto del 1977, è attualmente nello spazio interstellare, viaggia alla velocità di quindicimila chilometri al secondo, e chi la vedrà più. Certo, ci sono pure gli ambientalisti spaziali, come lo sono Buchanan o la Rodgers, che diranno che così inquiniamo lo spazio. Costoro ignorano un dato fondamentale: appena lasciata la Terra, lo spazio è attraversato da radiazioni mortali di ogni tipo, dai raggi X ai raggi Gamma. Insomma, l’Universo è cancerogeno, signore mie, spediamoci pure di tutto e noi evitiamo di tornare nelle caverne.