Il Messaggero, 26 ottobre 2021
L’ultimo libro di Stephen King
Stephen King è il primo Uomo Nero della narrativa mondiale. Alludiamo alla capacità innata del romanziere 74enne, di dar sostanza ai nostri incubi e alle nostre paure, sin dal suo esordio nel lontano 1974, passando all’orrore metafisico di Duma Key e altre decine di bestseller internazionali fra non-morti, animali indemoniati e case infestate. King ha venduto più di 350 milioni di copie nel mondo, ispirando Kubrick, Cronenberg e De Palma e dalle sue opere sono stati tratti film e serie tv di successo, come Lisey’s Story, Misery non deve morire e ovviamente, Shining. Una miniera di idee che ben si sposa con la frenesia delle produzioni e oggi, su TimVision, sbarca Chapelwaite, la serie in dieci episodi tratta dal racconto Jerusalem’s Lot (tratto da A volte ritornano) con l’attore premio Oscar, Adrien Brody, nella duplice vesta di produttore e protagonista.
L’ONORIFICENZA
Un libro dopo l’altro da Cuori in Atlantide a 22/11/’63 King ha infranto record di vendite e soprattutto, ha sconfitto gli scettici, coloro che lo bollavano solo come un autore da brividi. Invece, si tratta semplicemente di uno dei più grandi narratori sulla scena contemporanea Obama gli conferì la National Medal of Arts, la più alta onorificenza per un singolo artista – capace di muovere un’industria editoriale da milioni di dollari e adepti in tutto il mondo. Lo dimostra la pubblicazione de Il grande libro di Stephen King. La vita e le opere del Re del terrore. Attenzione, non si tratta del classico volume monografico ma di un libro cult da 648 pagine (29,90 edito da Mondadori Electa tr. Anna Pastore) che ha subito conquistato i social, un’edizione con oltre 200 foto, impreziosita da un inserto dedicato alla serie fantasy La Torre Nera e numerosi disegni che ricreano i peggiori incubi inventati da King.
L’autore è il saggista George Beahm e in Italia giunge la sua opera più celebre – pubblicata per la prima volta nel 1989, aggiornata nel 1995 e nel 2015 – con una prefazione inedita e un taglio decisamente pop. Intanto, Halloween incombe e proprio oggi esce in Italia il suo ultimo romanzo, Billy Summers, edito da Sperling&Kupfer (recensito in anteprima questa estate), un noir che narra la storia di un sicario che sta per ritirarsi dalle scene. Un killer con un lato nobile che uccide solo bad boys, con l’intento di «portare fuori la spazzatura» ma per il suo ultimo lavoro dovrà affrontare la propria nemesi, uno spietato sicario in una storia che si intreccia con il destino di una ragazza molestata. E ancora, la giornalista Loredana Lipperini (che da domani curerà un gruppo di lettura in streaming per Il Circolo dei Lettori) ha appena pubblicato con il traduttore Giovanni Arduino, il saggio Danza macabra. Un ballo nel fantastico sui passi di Stephen King (Bompiani).
Tutto ciò testimonia quanto sia forte e costante nel tempo l’interesse per King e Beahm, con un piglio vivace, ne analizza ogni opera – intervistando persino Chris Chesley, il suo miglior amico al tempo dei calzoni corti – dissezionando i racconti e svelandone la biografia sino ai giorni nostri. Un lungo viaggio, una celebrazione mai morbosa che comincia dal primo shock, quando suo padre Donald King voltò le spalle alla famiglia, lasciandosi dietro solo una cesta di romanzi. Proprio su quelle pagine fra cui spicca H. P. Lovecraft anni dopo, Stephen, un adolescente magrissimo, uno spilungone goffo e occhialuto, iniziò a plasmare la propria immaginazione (lo racconta in Danze macabre). Beahm racconta gli anni della scuola e la maturità, accettando di fare lo spazzino e il benzinaio per sopravvivere; nel frattempo, cominciò ad insegnare al liceo, iniziò la sua dipendenza dall’alcool (cui si aggiungerà la cocaina nella sua fase più buia, culminata con una lunga disintossicazione alla fine degli anni ’80), incontrò sua moglie Tabitha e mise su famiglia. Ma nel frattempo scrisse. Scrisse sempre, tanto che una delle sue lezioni più celebri nel saggio On Writing, feticcio di ogni corso di scrittura creativa, è inequivocabile: «Tieni il culo sulla sedia».
IL SUCCESSO
E un bel giorno incontrò il suo primo editor Nye Willden, iniziando a vendere racconti con continuità e nel 1974, per appena 2.500 dollari, l’editore Bill Thompson acquistò Carrie, il suo primo romanzo che vendette più di un milione di copie e da qui vennero tratti film, adattamenti tv, fumetti e persino un musical. Così cominciò la leggenda. Una cavalcata trionfale a suon di bestseller che avrebbe potuto interrompersi bruscamente il 19 giugno 1999 quando un minivan blu lo travolse sul vialetto di casa. Pensò di ritirarsi, gettando nello sconcerto i fan ma dopo sette operazioni chirurgiche e una lunga riabilitazione, King tornò sui propri passi, commentando: «Mi rendo conto di avere rischiato di essere ucciso da un personaggio uscito da un mio romanzo. Piuttosto divertente». Nel frattempo, aveva fatto condannare il pirata della strada, facendone demolire il mezzo, chiudendo catarticamente il cerchio e rimandando noi lettori speriamo il più a lungo possibile – l’incontro con la Morte.