Il Sole 24 Ore, 26 ottobre 2021
Scenari possibili per il dopo Weidmann
FRANCOFORTE
Dicono di Jens Weidmann, presidente dimissionario della Bundesbank, che abbia commesso due imperdonabili errori sulle Omt, le operazioni monetarie definitive: il primo è stato quello di aver votato contro – unico nel Consiglio direttivo – lo strumento del whatever it takes di Mario Draghi ideato per salvare l’euro; il secondo è quello di aver ritrattato questa decisione in un’intervista a Zeitonline nel giugno 2019, definendo le Omt legali e quindi utili all’occorrenza e dunque cambiando linea. In Germania, questo “parziale” voltafaccia – una carta giocata alla disperata per raccogliere consensi e arrivare alla presidenza della Bce – ha macchiato la sua reputazione da falco, il più duro dei falchi in Bce.
Chi andrà alla guida della Bundesbank, dopo dieci anni di Weidmann, potrà permettersi di prendere posizioni meno intransigenti del suo predecessore ma non potrà volare come una colomba. Una repentina conversione a “U” non è nello stile della casa. A marcare il territorio ci sta pensando Bild, il tabloid vicino a Cdu-Csu che ha già sferrato un attacco contro due potenziali candidati a suo parere troppo vicini alle colombe: gli economisti Isabel Schnabel e Marcel Fratzscher. L’ex-professoressa dell’Università di Bonn ed ex-saggio del Consiglio degli esperti economici del governo, esperta di banche ma non di politica monetaria, è membro del Comitato esecutivo della Bce. Per Bild, i risparmiatori tedeschi «devono tremare davanti a questa donna», che difende i tassi sotto zero nonostante il rischio inflazione (ieri il bollettino economico della Bundesbank ha rilevato l’inflazione di settembre a +4,1% e ha previsto il Pil 2021 significativamente inferiore al 3,7% pronosticato a giugno). Ma in Bce, Schnabel non è considerata colomba in tutto e per tutto, in quanto a volte ha preso posizioni che l’hanno allontanata dalla linea espansiva di Philip Lane e Fabio Panetta. Schnabel è invece molto vicina a Lagarde per aumentare il ruolo della Bce sul fronte del clima (Weidmann era cauto sui temi verdi) e questo le ha già portato il sostegno di Die Grünen. Fratzscher è invece apertamente schierato, favorevole alle politiche socialdemocratiche e all’accomodamento della Bce: Bild ha avuto gioco facile a sottolinearne l’appoggio pieno al Qe, quando gli acquisti dei titoli di Stato non piacciono a pelle a una grande quota dell’elettorato.
Per i tre partiti della coalizione semaforo, Spd, Verdi e liberali, la rosa delle poltrone in ballo dunque si allarga. Schnabel in Buba implicherebbe la nomina di un nuovo membro del Board che per una regola non scritta continuerebbe a spettare alla Germania come uno dei quattro grandi Pil (Italia Panetta, Francia Lagarde, Spagna De Guindos che non è colomba).
L’Spd corre però un altro rischio, quello di un sovraccarico di nomine: oltre al presidente della Bundesbank, avrebbe la cancelleria con Olaf Scholz, la presidenza della Repubblica Federale (se Frank-Walter Steinmeier fosse rinnovato come vorrebbe) e del Bundestag (appena eletta la socialdemocratica Bärbel Bas).
Il segretario di Stato Jörg Kukies e il capoeconomista Jakob von Weizsäcker, entrambi al ministero delle Finanze e vicinissimi a Scholz, sono menzionati tra i candidati per Bce/Buba ma potrebbero non farcela in quanto in quota Spd.
Il leader liberale Christian Lindner, che nel governo semaforo parla la voce dei conservatori tedeschi, ha detto che per il dopo-Weidmann serve «continuità in Bundesbank». Per accontentarlo, senza affidare la politica monetaria a un falco, Spd e Verdi potrebbero accettare di promuovere Weidmann all’Fmi.
Girano comunque anche nomi più neutrali per Bundesbank/Bce: l’economista esperto di politica monetaria Volker Wieland; Lars Feld per dieci anni membro del Consiglio degli esperti economici, per nulla colomba.
La prima donna presidente nella storia della Bundesbank, se non Schnabel, potrebbe essere Veronika Grimm, economista che promuove temi ambientali in politica monetaria e piace ai Verdi.
Oppure c’è la scelta interna caldeggiata dalla Buba, Claudia Buch, vice di Weidmann ma esperta di banche e stabilità finanziaria non di politica monetaria.