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 2021  ottobre 26 Martedì calendario

Quarta volta nello spazio per Roberto Vittori?

L’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha candidato l’astronauta italiano dell’Esa Roberto Vittori per una nuova missione sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Se riuscisse a tornare lassù diventerebbe, alle soglie dei 60 anni, il primo astronauta italiano per numero di missioni (quattro, anche se brevi), e il primo, ma a questo punto anche l’unico, a schizzare verso l’orbita su tre veicoli differenti. Prima la Soyuz russa, poi lo Space Shuttle e, per quest’ultima avventura, una delle nuove navette americane (probabilmente la Dragon di SpaceX).
Il suo nome arriva un po’ a sorpresa. Vittori è un astronauta ancora in servizio, ma da diversi anni fuori dalla lista dei candidati al volo spaziale. L’ultima volta che attraccò all’Iss fu nel 2011, con uno Shuttle. In questi dieci anni si sono susseguite 4 missioni tricolori: due di Luca Parmitano, una di Paolo Nespoli e una di Samantha Cristoforetti. Il documento in cui si fa il suo nome è una lettera del 28 settembre del presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, all’amministratore della Nasa, il senatore Bill Nelson: «Dopo i voli di Parmitano, Cristoforetti e Paolo Nespoli, il prossimo astronauta italiano scelto dall’Asi è il generale Roberto Vittori, pilota collaudatore ed esperto astronauta dell’Esa. Vittori è pronto a riprendere l’addestramento il prima possibile», si legge nel documento, non ancora reso pubblico. Vittori, contattato da Repubblica, ha detto di non voler commentare la notizia.
L’Asi ha stipulato nel ‘97 un accordo bilaterale con la Nasa per la costruzione di moduli cargo, capsule per consegnare i rifornimenti alla Stazione spaziale. Questo dà all’agenzia italiana sei “opportunità di volo” in più per i suoi astronauti, oltre ai posti garantiti al nostro Paese in quanto parte dell’Esa. Un’opzione che si può esercitare ogni 5 anni. In passato, come ricorda Saccoccia nella lettera, ne hanno beneficiato Nespoli, Parmitano e Cristoforetti. E ora il presidente dell’Asi ha messo la firma sul prossimo nome. È una proposta, dovrà essere valutata con l’agenzia spaziale americana, che mette a disposizione il trasporto per lo spazio, e l’Esa, del cui team di astronauti Vittori fa parte. Vista l’assenza dal “giro” per un decennio, la nuova opportunità non è scontata.
Classe ‘64, generale di brigata aerea dell’Aeronautica militare, dopo l’esperienza in orbita Vittori è stato addetto spaziale all’ambasciata italiana di Washington. Terminata l’esperienza, ha ripreso le attività da astronauta. Nei giorni scorsi era a Colonia, per fare test su un lander lunare dell’Agenzia spaziale tedesca.
La data del volo ancora non è fissata. Bisognerà aspettare, come pure per sapere se alla fine Vittori riuscirà di nuovo a staccare un biglietto per lo spazio (la lettera a Nelson si chiude con un «attendo riscontro alla nostra proposta»). La sua prima volta fu nel 2002, su una Soyuz decollata dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Poi di nuovo nel 2005, ancora con la navetta russa. Nel 2011, il decollo da Cape Canaveral con lo Space shuttle Endeavour, nell’anno in cui le navette, dopo tre decenni di servizio, furono pensionate, e l’America restò senza accesso autonomo all’orbita per i suoi astronauti. Ora SpaceX le ha restituito questa opportunità e Vittori potrebbe approdare di nuovo sull’Iss su un veicolo privato made in Usa.