Giacomo Amadori e Alessandro Da Rold per "la Verità", 25 ottobre 2021
OPS, I GRANDI GIORNALI DEVONO ESSERSI DISTRATTI: L'INCHIESTA SUL GENERALE VECCIARELLI, CAPO DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, E' STATA PRATICAMENTE OSCURATA - SE NE OCCUPA SOLO "LA VERITÀ" CHE RIVELA COME L'INCHIESTA, CON 49 INDAGATI, ANDASSE AVANTI DA MESI - VECCIARELLI, CHE E' STATO INTERROGATO DUE VOLTE, E' ACCUSATO DI AVER RICEVUTO, DA UNA COPPIA DI IMPRENDITORI, ALCUNI BENEFIT (TRA CUI ABITI) IN CAMBIO DI APPALTI A ESERCITO, CARABINIERI, AERONAUTICA E GUARDIA DI FINANZA PER 18,5 MILIONI DI EURO… -
L'inchiesta sul generale Enzo Vecciarelli, sessantaquattrenne originario di Colleferro (Roma), capo dello Stato maggiore della Difesa dal 6 novembre 2018 sino al prossimo 5 novembre, va avanti da diversi mesi. Come anticipato dalla Verità l'alto ufficiale è accusato di corruzione e precisamente per l'articolo 318 del codice penale: «Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a sei anni».
È sospettato di aver ricevuto utilità da una coppia di imprenditori: Eugenio Guzzi, sessantasettenne bergamasco, e Rosa Lovero, sessantenne originaria di Gravina di Puglia, i quali dal 2019 sono soci in una azienda tessile di Biella, la Technical trade (Guzzi, l'amministratore unico, possiede il 93 per cento delle quote e la Lovero il 7), mentre prima lavoravano insieme nella Technical tex, anche questa biellese, in cui la moglie era amministratrice unica e titolare di tutte le quote, mentre il marito risultava tra i firmatari dei bilanci.
I due imprenditori avrebbero donato a Vecciarelli, come si legge nel capo di imputazione, diversi abiti provenienti dalle loro aziende, ottenendo in cambio dal 2016 al 2021 alcuni appalti. Ricordiamo che dal 2016 al 2018 il generale di squadra aerea Vecciarelli è stato capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, prima di salire l'ultimo gradino della carriera militare e diventare il capo di tutte le forze armate.
Nel luglio del 2020 esplode l'operazione Minerva con 31 misure cautelari. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Roma e coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Antonio Clemente svelano un sistema di tangenti e corruzione negli appalti per le forniture a esercito, carabinieri, Aeronautica e Guardia di finanza per un valore complessivo di 18,5 milioni di euro.
Nel registro degli indagati vengono iscritte 49 persone fisiche e 15 ditte, accusate a vario titolo di corruzione, frode nelle pubbliche forniture e turbativa d'asta. Finiscono ai domiciliari tre militari, compresi un ex generale e un colonnello dell'Aeronautica, lo stesso Corpo di provenienza di Vecciarelli. Quattro (tre dei quali dell'aviazione) vengono sospesi dal servizio. Vanno ai domiciliari anche quattro imprenditori impegnati nei settori dell'abbigliamento militare e della digitalizzazione dei dati e ad altri 19 viene applicato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.
Una delle imprenditrici accusate di corruzione, E.B., inizia subito a collaborare con i pm e indica piste interessanti. Le indagini proseguono e giungono a una svolta. I magistrati aprono un nuovo fascicolo, il 40761/20, in cui indagano Guzzi e la Lovero per turbativa d'asta. A inizio 2021 perquisiscono sia la Technical tex che la Technical trade, entrambe con sede legale nella Capitale, ma con strutture operative nel Biellese.Durante le perquisizioni i magistrati sequestrano il cellulare degli imprenditori e in quello della signora trovano diversi messaggi Whatsapp con Vecciarelli, comunicazioni che a giudizio dell'accusa dimostrerebbero la corruzione.
La Procura capisce bene la delicatezza dell'inchiesta e la blinda il più possibile. A metà giugno il pm Clemente convoca Vecciarelli per un lungo e teso interrogatorio. Nell'occasione al generale vengono contestate le chat con la Lovero.Tra fine giugno e inizio luglio, il generale chiede di essere risentito per dare ulteriori delucidazioni e spiegare meglio il suo rapporto con Guzzi e la Lovero. Avrebbe portato le prove di regali che avrebbe fatto a sua volta agli imprenditori, perché con gli stessi avrebbe instaurato «un rapporto esclusivamente di amicizia».
Quantunque i due abbiano ottenuto commesse dalle strutture che Vecciarelli presiedeva. In estate Clemente si trasferisce alla Procura generale e il fascicolo viene preso in mano da Carlo Villani.I legali, anche dopo gli interrogatori, presentano varie memorie (quattro in tutto) mano a mano che trovavano documentazione utile a «ricostruire rapporti personali e famigliari di amicizia di lunga data».
E quindi i vestiti in dono sarebbero conseguenza di questo legame. «Quando mai un corrotto contraccambia i beni che ha ricevuto» è la sintesi dei legali.Non sappiamo, però, quali regali il generale facesse a Lovero e Guzzi. Per la difesa, comunque, qualcosa di certamente più importante di una cravatta o di un profumo. Insomma doni equiparabili per valore a quelli ricevuti. Dai messaggi, però, probabilmente questo scambio paritario non risulta così evidente.
Ed ecco il motivo di un'indagine che sembra tutt' altro che chiusa.Gli avvocati Federica Mondani e Giuseppe Falvo ieri hanno spiegato alle agenzie: «Nel corso degli incontri con i magistrati il generale Vecciarelli ha ampiamente risposto a tutte le domande dimostrando, con corredo di cospicua documentazione, la sua completa estraneità rispetto ai fatti contestati e come non abbia mai ricevuto alcun provento o utilità illecita nello svolgimento delle proprie funzioni».
E hanno aggiunto: «È tranquillo, seppur rammaricato, e desideroso di chiarire definitivamente e al più presto la propria posizione personale oltreché di contribuire, qualora possibile, sulle base di elementi di cui è a conoscenza per l'esercizio della sua funzione, alla ricerca della verità».
Adesso bisognerà capire se la Procura deciderà di chiedere l'archiviazione per il generale o invierà, come sembra più probabile, l'avviso di chiusura delle indagini a lui e a un'altra sessantina di coindagati, un atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.La Technical tex è impegnata sin dalla sua nascita nel settore dell'abbigliamento militare, ma anche nell'aeronautica e nell'aerospazio. È specializzata nella progettazione e produzione di tessuti e non-tessuti sempre realizzati «con fibre high performance», come riporta il sito Internet ancora funzionante.
Producono materiale di protezione per automobilisti, ma anche per i Vigili del fuoco. A una prima cernita su Internet risultano nel 2017 quattro affidamenti diretti per 13.300 euro da parte dell'Arma azzurra per uniformi e giubbotti e brevetti e due nel 2018 del valore di 3.000 euro per le uniformi maschili della banda musicale. I conti della Tex sono sempre stati abbastanza in difficoltà, nonostante i fatturati non trascurabili (dai 2,1 milioni del 2015 all'1,8 del 2019).
Nel 2017 si calcolava un utile di esercizio pari a 33.510 euro, mentre nel 2019 si assottiglia fino ad arrivare a 2.052 euro. In quello di chiusura del 2020 si registra una perdita netta pari a 287.383 euro. Così il 5 novembre dello scorso anno, a causa dell'emergenza sanitaria, è stato deliberato lo scioglimento della società dal notaio Silvia Teodora Masucci.
Meglio sta andando negli ultimi due anni con la Trade, nata nel 2019 sempre per la produzione e il commercio di filati. L'utile nel 2019 toccava quasi i 10.000 euro, nell'ultimo bilancio è arrivato a quasi a 60.000, a fronte di un fatturato di 4,2 milioni.Ieri mattina anche il generale Vecciarelli è intervenuto sulla vicenda che lo riguarda, con poche e asciutte parole: «Sono sereno perché ho sempre adempiuto al mio dovere, mettendomi a completa disposizione dell'Italia e degli italiani».