Il Sole 24 Ore, 25 ottobre 2021
Valentino Rossi Spa
Rossi e VR46. Come l’alter ego per gli scrittori, il brand alfanumerico del Dottore è cresciuto in questi anni di strepitosi successi sportivi diventando il marchio di una floridissima azienda che spazia dal merchandising all’Academy per la formazione di giovani piloti di talento e che dopo l’addio alle corse del campionissimo di Tavullia diventerà un Gruppo economico-sportivo ancora più consolidato.
Sul podio una gara su due
In 25 stagioni di motomondiale il Dottore ha conquistato nove titoli iridati (cinque dei quali vinti consecutivamente tra il 2001 e il 2005), ed è l’unico pilota nella storia ad aver vinto in quattro classi differenti: 125, 250, 500 e 6 volte nella MotoGP. Ha vinto 115 gare e ottenuto 235 podi su 429 corse disputate in carriera, vale a dire oltre il 54%, includendo anche le ultime annate piuttosto avare di risultati. La parabola discendente delle ultime stagioni però non ha intaccato l’immagine, la popolarità e in definitiva l’appeal di Valentino Rossi, divenuto un’icona globale dello sport, ben oltre lo steccato delle due ruote.
L’ingaggio di The DoctorTra Aprilia, Honda, Yamaha e Ducati e ancora Yamaha, Rossi ha visto costantemente crescere il valore del suo ingaggio e delle relative sponsorizzazioni, salvo dover accettare di recente dalla casa giapponese una decurtazione che quest’anno gli ha fruttato un emolumento di “appena” 5 milioni di euro (in precedenza, dalla stessa Yamaha ne otteneva 8 a stagione). Tra stipendio e sponsor vari, dal 2005 al 2020, ha comunque portato a casa in media 24 milioni di euro a stagione. Nell’arco della sua carriera in sella alle più veloci moto del mondo ha accumulato perciò almeno 400 milioni di guadagni.
Le contestazioni fiscali
Guadagni che non sono sfuggiti all’occhio vigile del Fisco che nell’estate 2007 ha contestato al Dottore compensi non dichiarati per circa 60 milioni relativi al periodo 2000-2004 per una presunta evasione di oltre 40 milioni. Tra sanzioni e interessi il conto salatissimo presentato a Valentino Rossi era di 112 milioni. Il problema sollevato dall’agenzia delle Entrate, molto frequente in quel periodo per i Vip, era legato alla contestazione sull’effettività della residenza estera dichiarata (all’epoca Rossi risiedeva formalmente a Londra), rispetto al reale “centro italiano degli interessi”. Alla fine nel febbraio 2008 Rossi ha raggiunto un accordo con il Fisco pagando circa 35 milioni per chiudere le pendenze.
Nel nome del brand
Negli ultimi anni Valentino Rossi ha alternato l’attività di corridore, anche di rally, con quella di imprenditore e mentore. Dal 2014 è proprietario dello Sky Racing Team VR46 fondato in partnership con Sky, scuderia in cui impiega anche i talenti formati nel VR/46 Junior Team e nella VR46 Riders Academy, progetto nato nello stesso anno. Una scuola in cui si sono già “laureati” campioni come Bagnaia vincitore del titolo mondiale Moto2 nel 2018 e Franco Morbidelli iridato in Moto2 nel 2017.
Le altre società di Valentino RossiAccanto all’attività di mentore e allenatore di giovni piloti sono sorte diverse società che gestiscono l’impero pan-motociclistico di Rossi. Come la Test Track Srl che amministra la pista da cross a Tavullia, il famoso Ranch, luogo di ritrovo prediletto della tribù del Dottore. Il cuore imprenditoriale è invece rappresentato dalla VR/46 e dalla VR/46 Racing Apparel. Quest’ultima società si occupa del merchandising che dei prodotti legati ad altri piloti e scuderie. Nel 2019, ante-Covid, la VR/46 Racing Apparel ha prodotto un fatturato di circa 16 milioni. Nel complesso le aziende VR/46 hanno raggiunto un giro d’affari annuale che sfiora i 30 milioni di euro.
La pista saudita
Nell’estate 2021 la scuderia VR/46 sembrava aver siglato un accordo col colosso petrolifero Aramco stimato in poco meno di 20 milioni di dollari a stagione fino al 2026. In realtà l’accordo è stato siglato da una società (Tanal Entertainment Sport & Media) del principe saudita Abdulaziz bin Abdullah bin Saud. Si è era anche parlato di altri investimenti in Arabia Saudita legati al mondo dei motori e al binomio con la società di Rossi (come un parco tematico sul motorsport e dedicato a Valentino) per cifre astronomiche (300 milioni di dollari). Tuttavia il coinvolgimento del colosso petrolifero come sponsor del neo-team VR46 di MotoGP, non ha trovato per ora riscontri, nonostante le rassicurazioni del principe Al Saud. Ma non sarà nepppure un eventuale dietrofront dell’Arabia Saudita a fermare i progetti del Dottore. C’è da scommetterci.