Corriere della Sera, 25 ottobre 2021
Biografia di Dairo Usuga (alias Otoniel)
Dairo Usuga, alias Otoniel. Un uomo per tutte le stagioni, un criminale passato dall’estrema sinistra alla destra e poi diventato il grande boss del Clan del Golfo colombiano. La sua parabola è finita come quella di altri: la salita, la cima, infine la caduta. Il trafficante è stato catturato in un rifugio nella giungla, a Necoclì, vicino al confine con il Panama.
È una storia particolare, segnata da una propensione alla violenza ma anche dalla capacità di restare in vita. Usuga, oggi cinquantenne, inizia a maneggiare le armi giovanissimo nei ranghi di una fazione marxista, Epl, quindi, con una piroetta si sposta nei ranghi di un gruppo paramilitare, altra piaga dello stato sudamericano. L’altalena ideologica – parola eccessiva – lo proietta nel mondo dei narcos. Del resto i movimenti radicali locali, non importa il colore, hanno trovato conveniente e redditizio mescolarsi al traffico della cocaina. Abbondante come non mai, il nuovo Eldorado, una miniera inesauribile che rifornisce di «polvere» Europa, Asia e Stati Uniti con aerei, semi-sommergibili, navi. Otoniel aveva ai suoi ordini circa 1.200 uomini, ben inquadrati, con strutture logistiche importanti e contatti chiave sul mercato. Molto forti i rapporti con le organizzazioni messicane e le altre mafie. Tutto consolidato, nella tradizione di vecchie alleanze e patti, con il ricorso alle estorsioni, ai sicari, alle minacce.
La sua formazione è diventata l’avversario principale delle autorità locali e degli Stati Uniti. Bogotà ha offerto una taglia di circa 800 mila dollari, Washington ne ha messi ben 5 milioni, a sottolineare il peso del leader. E poi ha fornito aiuto investigativo per dargli la caccia. Missione per nulla facile. Dairo Usuga – spiegano – si comportava da latitante accorto. Per comunicare niente telefoni, niente che potesse trasmettere un segnale. Quindi si affidava al classico metodo dei corrieri. Complicato, lento, però abbastanza sicuro. Pensate quanto è campato Osama con lo stesso modus operandi. I colombiani hanno risposto con nuovi sforzi, hanno ottenuto il supporto anglo-americano ed hanno sferrato l’Operazione Osiris. Imponente. Cinquecento uomini, una ventina di velivoli, team scelti e informatori per trovare le tracce di un fuggitivo abituato a cambiare covo quasi ogni notte. Grande mobilità, segretezza e un sistema di sicurezza – dicono a Bogotà – formato da 7-8 cerchi. Misure adeguate imposte da un personaggio consapevole dei rischi. Ha conosciuto la lotta armata, suo fratello Juan de Dios – detto Giovanni – è stato ucciso e lui ne ha preso il posto alla testa della gang mentre la sorella Nini è stata presa in primavera. Mancava solo lui e, alla fine, gli hanno messo le manette ai polsi.
Il presidente Ivan Duque ha definito l’arresto paragonabile a quello di Pablo Escobar. Un evento storico. Ma proprio il passato dice molto sul futuro: morto un re se ne fa un altro. Comanda la legge della domanda per la coca, la regina è la merce.