Il Messaggero, 24 ottobre 2021
Incidente in Costa Rica. Marco Penza, un ventisettenne che salvava le tartarughe è morto inghiottito dal Pacifico
Tutta la sua vita stava dentro uno zaino. Bagaglio leggero e un’instancabile voglia di girare il mondo. «Perché a stare fermo ti opponi al flusso della vita. Diventi una pietra, quando invece dovresti essere un fiume. Succede sempre qualcosa di meraviglioso», scriveva sui social postando la foto di una cascata in Costa Rica. È stato il suo ultimo viaggio. Marco Penza, ventisettenne di Limbiate, in Brianza, è morto affogato tre giorni fa mentre nuotava nelle acque del Pacifico. Era con un’altra volontaria dell’associazione per la salvaguardia delle tartarughe, per la quale lavorava da mese, quando la corrente li ha trascinati via. Lei è stata salvata dai colleghi, lui è scomparso inghiottito dal mare.
RISUCCHIATO DALLE ONDEAdesso il padre e il fratello sono partiti per l’America centrale, mentre gli amici hanno organizzato una raccolta fondi per le spese delle ricerche e per portare la salma in Italia. «Era qui per rendere il mondo un posto migliore», lo ricorda l’amico Marco Varisco. «Gli piaceva viaggiare, era una persona molto attiva. Amava fare escursioni e trascorrere il suo tempo libero all’aperto nella natura. Marco era un volontario in una organizzazione per salvare le tartarughe marine in Costa Rica. Amava questi animali e ha avuto momenti felici qui. Proprio l’altro giorno è andato a nuotare con altri volontari, come aveva fatto tante volte prima. È stato colpito da una grande onda e noi altri volontari abbiamo fatto tutto il possibile, ma non siamo riusciti a salvarlo. Il suo corpo non è ancora stato trovato e la guardia costiera è ancora alla ricerca». Marco, spiegano gli amici, non aveva un’assicurazione di viaggio e «noi suoi compagni volontari vogliamo assicurarci possa riposare in pace nella sua città natale». Limbiate, il luogo in cui è cresciuto e dove è sepolto Luca Attanasio, l’ambasciatore ucciso lo scorso febbraio Congo. Con Marco, prima che scomparisse in fondo all’oceano, c’era la diciannovenne statunitense Nylah Garett. «Stavamo nuotando e siamo stati risucchiati dalla corrente. Le onde erano bruttissime, io sono stata salvata ma Marco non c’era più. L’oceano ci ha separato». I volontari, racconta, «lo hanno cercato, non siamo riusciti a trovarlo. Sono arrivati polizia, ambulanze e la guardia costiera e da allora le ricerche vanno avanti». Indelebile il ricordo che lascia Marco negli amici che lo hanno conosciuto. «Era un persona felice e gentile – dice Nylah – Era sempre pronto per le avventure, era bello parlare con lui».