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 2021  ottobre 24 Domenica calendario

Calcio in crisi, proroga e rate per 500 milioni tra imposte e contributi


Il confronto degli ultimi giorni, dopo il mancato inserimento delle richieste avanzate dal Calcio italiano nel decreto fiscale varato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana, sta dando i suoi frutti. Almeno così sperano i vertici ci Figc e Leghe. Nel percorso di conversione parlamentare del decreto dovrebbe essere approvato un emendamento per concedere alle società di Serie A, B e C la sospensione per un congruo periodo di tempo (non meno di due anni) dei versamenti dovuti a titolo di Irpef nonché dei contributi previdenziali e la rateizzazione (auspicabilmente fino a cinque anni) dei relativi pagamenti.
In particolare, la Figc guidata dal presidente Gabriele Gravina, impegnato da mesi nelle trattative con il Governo Draghi, con l’obiettivo di far percepire la rilevanza di un movimento che l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia ha messo finanziariamente a durissima prova, ha chiesto un rinvio di nove mesi delle ritenute Irpef sugli stipendi (da marzo a dicembre) e di sei mesi (da luglio a dicembre) dei contributi previdenziali.
A conti fatti, il rinvio dei versamenti riguarderebbe un incasso di circa 500 milioni. Le ritenute Irpef infatti valgano per i club delle tre categorie professionistiche (con la Serie A che copre oltre i tre quarti) circa 630 milioni su 12 mesi. I contributi Inps 125 milioni all’anno. Sempre nell’ottica emergenziale la Figc ha anche chiesto di includere nello slittamento della riscossione le cartelle esattoriali emesse entro il prossimo 31 dicembre.
«Il mondo del calcio – sottolinea Gravina al Sole 24 Ore – merita rispetto perché rappresenta un settore produttivo tra i più importanti: aiutando il calcio si aiuta il Paese a ripartire perché genera introiti fondamentali per lo Stato, coinvolge 12 categorie merceologiche garantendo decine di migliaia di posti di lavoro, ma soprattutto perché incide in maniera positiva nel nostro tessuto sociale. Stiamo lavorando incessantemente con il Governo per creare le condizioni necessarie all’accoglimento delle nostre richieste che, è bene ribadirlo, non prevedono aiuti diretti ma interventi normativi finalizzati nel breve periodo al riconoscimento del danno emergente generato dalla pandemia e nel medio periodo al supporto concreto delle autoriforme già avviate».
Principi che tiene a ribadire il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino: «Non stiamo chiedendo regali per il calcio, ma di un mero posticipo di adempimenti. In altre parole si tratta di somme di cui l’Erario si assicurerebbe comunque l’incasso a fronte del rischio, pretendendole oggi, che la crisi di molte società si aggravi, specie nelle serie minori, vanificando la pretesa tributaria. È un approccio strategico che un paese maturo come l’Italia deve avere nei confronti dello sport e del calcio. Sarebbe importante che nella prossima legge di bilancio fossero inseriti alcuni dei provvedimenti strutturali che abbiamo proposto».
In effetti, sarebbero a buon punto anche le interlocuzioni relative alle altre misure invocate già da questa estate dal calcio tricolore. Per la fine di ottobre ci si aspetta anzitutto che il Cts e il Governo diano il via libera alla riapertura integrale degli stadi consentendo l’accesso in sicurezza ai possessori di green pass.
Potrebbero invece essere veicolati nella legge di bilancio l’introduzione di sgravi fiscali e contributivi in relazione ai contratti stipulati con calciatori di giovane età attraverso l’apprendistato (tema rilevante soprattutto in Serie C), la sospensione fino al 30 giugno 2023 del divieto di sponsorizzazione da parte di aziende del betting e la creazione del “fondo salva calcio” attraverso la destinazione, sempre fino al 30 giugno 2023, della quota dell’1% della raccolta sulle scommesse sportive che supera annualmente i 10 miliardi (assicurando un gettito di 250 milioni). Il fondo da 100 milioni sarebbe gestito dalla Figc per sostenere anche il mondo dilettantistico, del calcio femminile e del settore giovanile e scolastico.