La Stampa, 24 ottobre 2021
"Eja, alalà", il poemetto del giovane D’Annunzio
«A Francavilla / siamo venuti / per darvi un saggio / in tre minuti»: sono i primi quattro versi del poemetto conviviale Eja, alalà. Viva l’amore attribuito a Gabriele d’Annunzio: finora inedito, è ora pubblicato dalla casa editrice De Piante, con una tiratura limitata di 300 copie numerate. «Attribuito» e non «scritto», perché si tratta di un testo non firmato, ma la cui paternità è stata confermata dagli studiosi. Fu composto con tono quasi ironico e goliardico negli anni 90 dell’800 da un D’Annunzio ventenne (foto). È un poemetto di rime baciate intrecciate di 761 versi da cui traspare un poeta non ancora eroico e guerriero, ma leggero, divertente e divertito. Per la prima volta in una sua opera si legge l’espressione «Eja, alalà», utilizzata come un grido d’amore, di gioia, che poi il fascismo farà propria e cambierà di significato. Il manoscritto, comparso sul mercato in un catalogo d’asta di Bloomsbury nel 2009, fu acquistato e depositato negli Archivi del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera e pubblicato soltanto sulla rivista interna della Fondazione.