Corriere della Sera, 24 ottobre 2021
Barbero e l’arte di tacere
Nel 1771, l’abate Dinouart pubblica «L’arte di tacere», un trattatello non sulla coazione al silenzio ma sulla retorica del dire qualcosa con il silenzio. Un gioiello di cui dovrebbero far tesoro sia il prof. Alessandro Barbero, che si è abbandonato a un’inappropriata valutazione sulle donne, sia il segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) che su Twitter ha commentato: «Sarebbe giusto e doveroso che con “spavalderia e sicurezza di sé” la presidentessa Rai Marinella Soldi chiedesse lo stop immediato a tutte le collaborazioni Rai presenti e future con il prof. Barbero. Mi auguro che il Cda affronti subito la questione».
Mi auguro che il tweet dell’on. Anzaldi (segretario di una Commissione tardo-sovietica) ambisse alla provocazione perché il suo rimedio è peggio del danno. Intanto perché Soldi per affermarsi non ha mai avuto bisogno di spavalderia e poi perché non c’è urgenza di ulteriori censure. In giro, ci sono già troppi gendarmi del pensiero: quelli mossi da vecchi stereotipi e da ideologie sessiste, e quelli, ora dominanti nei college americani, finalizzati alla promozione della diversità, dell’inclusione, della cancellazione. Tutti parlano per tappare con violenza la bocca agli altri, ignorando che «il silenzio può talvolta far le veci della saggezza per il povero di spirito».