Corriere della Sera, 23 ottobre 2021
Storia di Fulvio Fantoni, campione di bridge accusato senza prove
Le vittorie al tavolo da gioco lo avevano portato al primo posto del ranking mondiale. Per 10 lunghi anni. Un fenomeno del bridge. Sei volte campione del mondo. Una mente lucida, un genio. Con questa aura Fulvio Fantoni si presentava ai suoi avversari. Fino al 2015. Quando il re del bridge mondiale, l’eroe italiano, è diventato altro. Si è trasformato nel suo rovescio.
Sei anni fa, Fantoni è stato accusato di aver barato per anni, di aver truffato il sistema con le carte che gli avevano portato fama. È stato squalificato e privato dei titoli vinti. Ma la storia non è finita qui.
Nel 2018 è ricorso al Tas sportivo di Losanna che gli ha dato ragione e lo ha assolto, ritenendo le prove contro di lui inconsistenti. Così ha ripreso. Ha tentato. Ma ha scoperto una nuova realtà. Un nuovo muro. Per lui ancora peggiore delle accuse di aver barato. I suoi rivali non vogliono giocare con lui. È successo in modo eclatante agli European Bridge League di agosto. Fantoni è stato boicottato. Tutte e trenta le squadre si sono rifiutate di affrontarlo. La storia è finita addirittura sul New Yorker. Ricorda: «Mi sono presentato a ogni incontro, perché era giusto farlo». Fantoni abita vicino a Roma, è sposato, ha un figlio e fino al 2000 faceva il commercialista. Poi si è dedicato al bridge.
Chi lo difende avanza la teoria del complotto. Che sarebbe stato orchestrato dai molti avversari internazionali che ha battuto. Una teoria a cui crede lo stesso Fantoni. «Mi fa male. Il versante degli attacchi è americano. Ma c’è una sentenza che mi dà ragione. Non riesco a capire».
Nel 2015 è successo un fatto insolito. Le partite di Fantoni e del suo compagno di gioco, Claudio Nunes, sono state analizzate minuziosamente da una fisica olandese appassionata di bridge e da un bridgista professionista norvegese, Boye Brogeland. Per i due Fantoni e Nunes avevano barato. Il sistema, secondo Brogeland, era stato congegnato come un codice che veniva letto e interpretato dal compagno. Il codice era basato sulla disposizione delle carte. In decine di occasioni la coppia le aveva disposte in posizione orizzontale o verticale. Per questo i due sono stati squalificati cinque anni a livello europeo e tre in Italia. Poi riammessi dal Tas perché non c’è nessuna prova che quella disposizione delle carte abbia recato un vantaggio.
Francesco Ferlazzo Natoli è presidente della Federbridge. Difende Fantoni: «Trattato come un lebbroso, oggetto di una campagna denigratoria inaccettabile dal punto di vista della civiltà».
Fantoni per ora gioca solo in Italia e continua a dare lezioni di bridge. «Potrei partecipare a tutte le competizioni. Ma trovano il modo di ostacolarmi». Perché certe carte in orizzontale e altre in verticale? «Non lo so», la risposta. «Sono rimasto stupito anche io».