Corriere della Sera, 23 ottobre 2021
Dopo 35 anni Bierenbaum ammette il delitto della moglie
Robert Bierenbaum, ex chirurgo plastico con la passione per il volo, è rimasto in silenzio per trentacinque anni. Anche nel 2000, quando è stato condannato per l’omicidio della moglie Gail Katz, sparita nel 1985, lui si è detto innocente. Durante un’udienza per la libertà vigilata dello scorso dicembre, però, ha confessato tutto. Ha ucciso la donna, ha caricato il corpo su un Cessna 172 e l’ha gettato nell’Oceano Atlantico. «Mi urlava addosso e volevo farla tacere», ha spiegato. «Ero immaturo», si è giustificato, «non sapevo come gestire la rabbia».
Si chiude così uno dei gialli più seguiti degli Stati Uniti che vede un killer, una confessione, ma non il cadavere, mai ritrovato. A rivelare i dettagli, ottenendo i verbali dell’udienza del dicembre 2020, è la trasmissione 20/20 di Abc News. «Pensavo che il giorno dell’ammissione non sarebbe mai venuto», commenta Dan Bibb, uno dei pubblici ministeri.
Gail e Robert si conoscono nei primi anni Ottanta. Lei è una studentessa, lui un chirurgo plastico, poliglotta, amante della cucina e degli aerei. La tv Abc ricorda che il medico era noto per gli appuntamenti romantici in alta quota. I due si mettono insieme e all’inizio è tutto rose e fiori. Ma la sorella di Gail, Alayne Katz, avvocatessa a New York, ricorda che c’era qualcosa che non andava. L’uomo, per esempio, aveva tentato di affogare il gatto nel bagno della casa a New York nell’Upper East Side. Tempo dopo aveva sorpreso Gail a fumare di nascosto nel balcone e l’aveva strangolata fino a farle perdere coscienza. La donna, diventata intanto moglie, aveva denunciato la vicenda alla polizia, ma senza esito. «Era il 1983, fosse successo oggi Robert sarebbe stato arrestato», dice a «20/20» la sorella di Gail.
Il 7 luglio 1985 la donna sparisce. Robert Bierenbaum racconta agli agenti di aver litigato con la moglie che poi se n’era andata via. Alle 4.30 del pomeriggio, però, si scopre che l’uomo ha noleggiato un Cessna, è decollato dal Caldwell Airport a Fairfield, New Jersey, ed è tornato un’ora e 56 minuti dopo.
Nel 2000 il gran giurì ha condannato il medico per omicidio di secondo grado. L’accusa è comunque riuscita a dimostrare che era possibile pilotare l’aereo e, allo stesso tempo, spingere fuori un corpo. Vent’anni dopo la sentenza è stato lui stesso a mettere la parola fine. «Sono decollato – ha ricordato —, ho aperto il portellone dell’aereo e ho gettato il corpo nell’oceano».