la Repubblica, 23 ottobre 2021
Vendesi villa con Caravaggio. Vale mezzo miliardo di euro
Erano anni che se ne parlava ma sembrava che il momento non dovesse mai arrivare. Del resto chi si accorge normalmente del Casino dell’Aurora Boncompagni Ludovisi? Ora va in vendita con i suoi tesori, a partire dal dipinto di Caravaggio. Prezzo base d’asta: 471 milioni di euro: lo Stato italiano ha il diritto di prelazione. Bisogna sapere che c’è e dove sta. L’ingresso, a Roma in Via Lombardia, non è particolarmente illustre e la miriade di bei palazzi nella zona non fa pensare che proprio lì ci sia qualche cosa di unico, eccelso, fenomenale. E invece c’è, eccome! È quel che resta della immensa Villa Ludovisi che nella prima metà del Seicento fu considerata dai più avveduti sapienti e dal popolo ignaro ma non incolto una delle meraviglie del mondo. Poi nell’Ottocento la Villa fu lottizzata e venduta pezzo a pezzo. Oggi l’elegante, magnifico quartiere Ludovisi si chiama così per questo motivo. Sembra incredibile, del resto, che dove c’è via Veneto si dipanasse uno dei grandi viali della Villa dove la Natura, le antichità, i giardini regolati dalla umana saggezza, nonché i vari edifici sparsi per l’ immensa area conferivano a quei luoghi quel senso della dolce vita che quasi inconsapevolmente il genio di Fellini intravide ancora latente sia pure nello sconquasso moderno. Non c’è rimasta neanche una briciola della Villa, tranne, appunto il Casino. Ma questo faceva in effetti parte della Villa ma la precedeva perché era stato edificato parecchio tempo prima che il cardinale nipote Ludovico Ludovisi, regnando sul trono di Pietro suo zio il bolognese Alessandro Ludovisi come Gregorio XV per appena tre anni dal 1621 al 1623, facesse costruire questa sbalorditiva residenza. Fu l’ennesima riproposta di un neorinascimento di cui la Villa Ludovisi fu forse la testimonianza più alta. Il Casino vi venne inglobato dopo vari passaggi di proprietà il più significativo dei quali, negli ultimissimi anni del Cinquecento, vide protagonista il cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte, mecenate, studioso di tutte le arti, gaudente e dottissimo diplomatico, sponsor di pittori, musicisti, cantanti.
Era diventato in quel tempo protettore e sostenitore del Caravaggio e gli dette un incarico anche per il Casino, facendogli dipingere ad olio su muro (e non in affresco come si dice adesso nella pubblicità della vendita perché il Caravaggio non sapeva dipingere in affresco) una volticina di una saletta nel piano ammezzato dove un tradizione non ben verificata racconta che il cardinale avrebbe collocato una specie di studiolo destinato anche a esercitazioni di alchimia. È ben conservata quella pittura veramente efficace e seducente che rappresenta i tre figli di Cronos, Giove, Nettuno e Plutone, cioè i dominatori del cielo, del mare e del sottosuolo. Al piano di sotto e a quello di sopra ci sono i grandi saloni dove, tra le molte altre opere mirabili, rifulgono gli affreschi del Guercino, l’Aurora al piano terreno e la Fama al piano superiore. Queste pitture sì eseguite al tempo del papato Ludovisi, opere tra le più eminenti di tutta la storia del Seicento europeo. C’è quanto basta per chiedersi se non sarebbe il caso di conoscere meglio e far appezzare meglio al mondo questo immenso scrigno di capolavori immortali.