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 2021  ottobre 23 Sabato calendario

Benzina +22%, mattone +12%, pomodori, lattuga e broccoli +19%. In Nuova Zelanda è aumentato tutto

In Nuova Zelanda il costo della vita sale. E non accenna a stabilizzarsi. Aumentano i prezzi e cala il potere d’acquisto della moneta. In una parola: inflazione. Nel trimestre di settembre 2021 l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 2,2%, molto più delle attese degli economisti. Escludendo i trimestri influenzati dagli aumenti dei tassi Gst, le imposte su beni e servizi, è il dato più alto da giugno 1987, quando l’incremento era stato del 3,3%.

Per il trimestre di settembre, secondo gli esperti neozelandesi del settore, l’indice dei prezzi al consumo si sarebbe dovuto attestare tra l’1,5% e l’1,8%, per una cifra annua del 4,4%. Le previsioni, però, si sono rivelate errate. E la pandemia di Covid non c’entra, o, almeno, non è tra le cause principali dell’inflazione.
I fattori primari sono altri. E riguardano, in particolare, le imposte delle autorità locali, i costi relativi all’alloggio e i prezzi per la costruzione di nuove case, che in un anno, secondo l’agenzia Stats Nz, sono saliti del 12%.
«Sia le sfide della catena di approvvigionamento, sia l’elevata domanda stanno facendo aumentare i costi di costruzione delle abitazioni», ha spiegato il responsabile dei prezzi al consumo di Stats Nz, Aaron Beck. «Per le imprese edili è difficile ottenere molti materiali necessari per costruire una casa. Inoltre, i costi di manodopera e amministrazione sono più elevati rispetto al recente passato».

Ma la crescita dei costi non ha riguardato solo il mattone. Anzi. In Nuova Zelanda è aumentato tutto. I prezzi delle verdure, a cominciare da pomodori, lattuga e broccoli, hanno subìto un incremento del 19%, diventando il secondo maggior contributore al rialzo dell’inflazione. I prezzi dei trasporti sono saliti del 4,2%, trascinati dalla crescita delle tariffe aeree nazionali e internazionali e dal costo della benzina, schizzato a più 22%, l’aumento annuale più alto dal 2007.
La Banca centrale, secondo le previsioni, continuerà ad aumentare i tassi di interesse, ma gli economisti ritengono che rimarrà cauta, mentre la Nuova Zelanda dovrà adeguarsi a convivere col Covid. E non è finita: la maggior parte degli esperti finanziari si aspetta almeno tre ulteriori aumenti nei prossimi mesi.
«L’impennata dell’inflazione dovrebbe iniziare a diminuire nel 2022», ha detto al New Zealand Herald il responsabile di Capital economics, Ben Udy. «Ci aspettavamo già che la Banca centrale continuasse ad aumentare i tassi nonostante il lockdown di Auckland, ma la forza dei prezzi al consumo nel terzo trimestre spingerà la banca verso un ciclo di aumenti ancor più aggressivo». E si prevede che ci vorrà più tempo per rientrare nel target fissato dell’1-3%.