La Stampa, 23 ottobre 2021
I musicisti e la moda (vedi Ghali-Benetton)
Li abbiamo visti in front row alle sfilate, poi in passerella, ambassador e testimonial. Hanno lanciato brand (Guè Pequeno), incarnato uno stile (Achille Lauro con Gucci) firmato maglie (Sfera Ebbasta con Marcelo Burlon). Ma adesso il binomio moda-musica è diventato simbiosi. I rapper sconfinano nel design, i rocker mischiano note, arte e fashion. Madame anima il White, Fedez lancia lo zainetto green e la co-lab per Hot Wheels (T-shirt, felpe e tute). Il rapper Vergo (Giuseppe Piscitello), finalista a X Factor, e il dj Cristian Marchi sviluppano una capsule con KNTNR, giovane società che mette l’artista al centro del processo creativo. Risultato: un foulard e una sciarpa per Vergo, tre T-shirt in 99 pezzi per Marchi, personalizzate con i testi delle sue canzoni (la più famosa: Love. Sex. American Express).
Ma la vera sorpresa arriva da Ghali, rapper fenomeno di 28 anni che mette d’accordo nonni ai nipoti. Va in tour, letteralmente, per tutto ottobre (a Milano, Verona, Livorno, Arezzo, Napoli, Bari, Lecce e Roma) con la capsule (45 pezzi per 0-12 e adulti) realizzata in collaborazione con Benetton, per l’occasione «United Colors of Ghali», con tanto di logo. Tute, cappellini da baseball ricamati e felpe extralarge + cappuccio con l’hijab unisex, varsity jacket con le tappe della sua carriera sotto forma di patch e il nome scritto in arabo. È quasi un assaggio del disco che uscirà nel 2021 e avrà, appunto, anche canzoni in arabo. Confessa Ghali: «Quando ero piccolo e mi prendevano in giro, non avevo nessuno che mi dicesse: non sei sbagliato. Vorrei fare con la moda quello che ho fatto con le prime canzoni. Avevano il ritornello in arabo. I ragazzi mi fermavano per dirmi che, grazie alla mia musica, i corridoi delle scuole erano cambiati. Oggi, nelle classi, ci sono 50 italiani e 50 di origine straniera. L’inclusione è stata metabolizzata». Precisa, a scanso di equivoci: «Non sono un designer ma ho idee chiare. Questa è una collezione genuina, fatta di vestiti che vanno bene per la scuola, per stare a casa a giocare alla Play, ma anche per fare un aperitivo, se sarà possibile».
Più concettuale l’operazione della maison torinese Carlo Pignatelli che firma con Pau (Paolo Bruni) frontman dei Negrita, una capsule maschile in 12 pezzi: giacche celeste brillante o bianche e camicie bohèmien. «Ho frequentato la scuola d’arte e architettura, ma per trent’anni ho fatto solo musica» – dice Pau, – poi, durante il lockdown, per non impazzire ho cominciato a disegnare. Andavo avanti anche la notte. Pensavo: perché non farne qualcosa di portabile?». I quadri sono piaciuti al direttore artistico Francesco Pignatelli e si sono trasferiti su lana e seta. La T-shirt «Santa Suerte», mix tra la dea fortuna e una Madonna, è realizzata con tecniche da street art: stampa linoleografica, ritocchi a pennello e marker. La giacca, pezzo unico dipinta da Pau (si può appendere, volendo) vale tremila euro. Quella con le bocche rosse ammicca al rock. «Oggi diamo tutti più importanza alla moda, non solo i ragazzi. Negli Anni 90 – ammette, – ci siamo vestiti male. Salivo sul palco con anfibi e jeans e pensavo solo alla musica».
Anche per Olivier Rousteing (Balmain) il lockdown è stato fruttuoso. Gli ha permesso di progettare una limited edition ispirata alla serie Miami Vice con Maluma, rapper colombiano da 18 milioni di copie, l’equivalente latino di Justin Timberlake. La capsule (10 pezzi) è un ponte fra due culture, fra musica e moda. Sulla piattaforma Signature on Apple Music è uscita anche la playlist dei brani che hanno accompagnato il lavoro. Inoltre, durante la recente Fashion Week parigina, Rousteing ha organizzato il Balmain Music Festival V02, con esibizioni live di Doja Cat, rapper consacrata da Tik Tok, i Franz Ferdinand, gruppo indie rock scozzese e la fashionistissima Jesse Jo Stark, che ha Cher come madrina. Non c’è dubbio: la moda ha un nuovo ritmo.