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 2021  ottobre 20 Mercoledì calendario

Roberto Gualtieri raccontato dai vicini di casa

È un misto di commozione e di grande speranza il sentimento che si fa largo tra le strade alberate di Monteverde, tra gli angoli di questa parte di Roma che ieri rivendicava un primato tutto suo: «È qui che abita il nuovo sindaco». Perché Gualtieri è ormai di tutti: lui stesso dal palco di Santi Apostoli, lunedì pomeriggio a pochi minuti dall’elezione, si è presentato come sindaco dell’intera città. Non poteva essere altrimenti. Ma il Roberto che al mattino esce di casa per accompagnare il figlioletto a scuola, che passa di fronte alla libreria su via Fonteiana per acquistare un’altra copia de Il nome della rosa da regalare ad un amico, che si ferma in pasticceria per una fetta di crostata ricotta e visciole – di cui è ghiotto – è un «privilegio soltanto nostro», dicono i residenti del quartiere dove il neo primo cittadino abita ormai da anni con la moglie Valentina Castaldi e il figlio. 
La commozione della gente che si incontra per strada è relativa ad un aspetto per nulla scontato: «Adesso è diventato sindaco e quindi celebre ma anche prima, quando era ministro, la sua fama lo anticipava, eppure è un uomo comune ed eccezionale per la sua umiltà», dice Paolo Innocenti, 83 anni, storico vicino di casa di Gualtieri. «Dire che è una persona perbene può apparire scontato – aggiunge – ma in tanti anni di vicinanza posso affermarlo convintamente: è davvero così. Domenica l’ho incontrato prima che andasse al seggio (a Monteverde Gualtieri ha preso il 75% delle preferenze ndr) mi ha detto: forse nei prossimi cinque anni avrò molto da fare ma lo ha fatto con il sorriso senza vanità e io ho sperato». Lontano dalla ribalta – qualunque essa sia – Gualtieri vive in una stradina quasi nascosta, in un condominio come tanti, circondato da siepi e bouganville. Fa la vita di tutti, «pure con la scorta al seguito», conclude Innocenti. E capita così che molti hanno ancora impressa nella memoria una scena: quell’esibizione nata un po’ per caso e un po’ per la grande passione del neo sindaco per la chitarra. «Sarà stato un anno fa – spiega la titolare del Clivio bistrot, Daniela d’Amely – quando organizzammo la presentazione di un libro qui da noi, passò anche Gualtieri, si fermò, poi qualcuno gli passò una chitarra e lui si mise a suonare Bella ciao». Nel suo repertorio non manca la musica brasiliana e non disdegna, come lui stesso ha confessato ieri durante un’intervista radio, melodie più aggressive e contemporanee, a partire dai Maneskin (anche loro di Monteverde). «È una persona a modo, educatissima, estroversa con una grande apertura verso gli altri ma senza quei vizi di protagonismo che purtroppo molte figure istituzionali e politici hanno», conclude la titolare del Clivio bistrot. 
Anche quando si ferma di fronte alla pasticceria kosher di Mino Zarfati in via Fonteiana «non passa mai avanti, neanche se c’è fila, non prova a intrufolarsi o a farsi vedere per essere servito prima», spiega il titolare. E questo modo garbato, rispettoso delle regole più semplici, atteggiamento che poi fa la vera differenza, «non è affatto di facciata, non è una costruzione perché sa, da personaggio pubblico, di doversi mostrare in un modo», commenta Rachid Boutatgoula, barbiere di via Fonteiana che pensa ai suoi capelli ormai da anni. «Anche quando veniva da ministro aspettava se c’era gente e noi non prendevamo ancora gli appuntamenti. A volte capita che porti il figlio, i capelli glieli fa tagliare dalla poltrona a cavalluccio: è un padre molto affettuoso, attentissimo». Gianfranco, titolare della libreria Tilopa lo definisce «decisionista timido». Il loro ultimo incontro risale a qualche mese fa: «Entrò per curiosare, prese poi Il nome della rosa. Fare il sindaco di Roma è difficilissimo ma io credo e spero che lo farà bene, nell’interesse di tutti, a prescindere dalle posizioni». Intanto dal Brasile l’ex presidente Lula da Silva twitta «Roma avrà in Gualtieri un sindaco all’altezza delle sfide che l’attendono». E sempre dal Brasile Paulo Roberto Falcao, storico numero 5 della Roma, ha mandato al neo sindaco un messaggio vocale per complimentarsi della vittoria. Mica capita tutti i giorni.