La Stampa, 20 ottobre 2021
Bologna ha un sindaco della notte. Come Amsterdam
L’espressione “sindaco della notte” evoca figure fiabesche che in realtà europee come Amsterdam, Berlino o Londra che l’hanno già adottato servono, molto più prosaicamente, ad armonizzare le attività che si animano dopo il calar del sole. A Bologna il neosindaco Matteo Lepore ha conferito la delega all’economia della Notte alla sua vice Emily Clancy, trentenne di origini italo-canadesi nonché recordwoman di preferenze alle ultime amministrative con 3.541 voti. Dj a Radio Città del Capo, emittente della scena alternativa bolognese, impegnata in politica fin da studentessa del liceo Minghetti in qualità di rappresentante d’istituto, Clancy aveva messo il tema del sindaco della notte nel programma della sua Coalizione civica e ora si ritrova con una delega ad hoc insieme a quelle alla Casa, Ufficio e assemblea sul clima, pari opportunità e diritti lgbt.
Vicesindaco Clancy, come nasce l’idea di dotare Bologna di una figura del genere?
«Cinque anni fa, quando ci candidammo, proponemmo il sindaco della notte sul modello di quanto facevano ad Amsterdam per favorire le attività nelle ore notturne, da quelle economiche ai trasporti, anche per delocalizzare l’offerta culturale, decongestionando il centro storico e ravvivando le periferie. Ma c’è anche un altro aspetto, legato alle droghe».
Cioè?
«Si tratta di attuare politiche di riduzione del danno facendo soprattutto informazione. Ad Amsterdam hanno formato ragazzi che spiegano quel che c’è da sapere sulle sostanze a quanti arrivano magari dall’estero. A Londra è stata individuata una delegata che ha competenza sulle materie della notte, si chiama Emy Lamé ed è soprannominata nightclub Czar».
È il modello che intendete seguire anche a Bologna?
«Anziché calarlo dall’alto, con l’istituzione di figure come quella inglese, penso che prima dovremo incontrare operatori economici, studenti, ma anche i comitati dei residenti che protestano».
Nel centro storico di Bologna come in quello di molte altre città ci sono problemi di degrado, schiamazzi e proteste conseguenti, la nuova delega può servire a trovare dei rimedi?
«Il problema c’è, ma questa è anche una città universitaria con moltissimi giovani, il fatto è che la notte finora non è stata considerata, per questo credo che occorra lavorare sui temi connessi, dal trasporto pubblico alle sedi alternative dove ospitare attività culturali. Penso ai parchi, che chiudono a mezzanotte e che potrebbero essere utilizzati per queste iniziative. Mi rapporterò con gli altri assessorati interessati, Cultura, Sicurezza, Trasporti, per capire come creare il modello Bologna. Le altre esperienze vanno adattate alla specificità della tua città».
Su cosa si propone di intervenire, oltre che sulla parte economica?
«Insisto sulle droghe, che fanno parte della vita notturna. Oggi abbiamo ragazzini di 14 anni che cercano l’eroina, è la generazione cui non è giunta l’onda lunga dell’informazione su questa sostanza e non la teme. Non si può continuare con la repressione, nascondendo tutto sotto il tappeto. Bisogna fare molta più informazione. È pericoloso che sostanze molto diverse vengano accomunate». —