il Giornale, 19 ottobre 2021
I divieti sauditi in Formula 1
La Formula 1 lo aveva messo in preventivo. Sapeva che incassando i dollari dell’Arabia Saudita per organizzare a Gedda il 5 dicembre il primo Gran premio della sua storia, avrebbe dovuto fare qualche concessione. D’altra parte se uno sport è disposto a sostituire le pregiate bollicine italiane con una bevanda al sapore di rosa per non infrangere le regole locali, non c’è da meravigliarsi che accetti le regole di comportamento dettate dall’Arabia Saudita per chi dovrà lavorare in pista nel primo weekend di dicembre. Farà caldo, molto caldo. Sono previsti più di 30 gradi, ma gli uomini non potranno presentarsi in shorts e canottiera, men che meno a torso nudo. E le signore che nel paddock continuano ad essere numerose nonostante qualche anno fa Liberty abbia deciso di cancellare le grid girls, avranno regole ancora più strette. Il personale di Formula 1 e Formula 2 ha ricevuto dei codici di comportamento e di abbigliamento precisi. Vietati pantaloncini o gonne corte, vietati bikini e abiti sbracciati, vietate le canottiere anche per gli uomini. Alle donne paiono vietati anche i pantaloni. Agli uomini non sarebbe però vietato il kilt come ha già fatto notare qualche burlone... Oltre alle raccomandazioni sull’abbigliamento da indossare è stata indicata anche una serie di comportamenti da seguire nelle aree pubbliche, in situazioni in cui viene chiesto di astenersi da gesti affettuosi, evitando anche un linguaggio che possa apparire profano. Non sono regole scritte appositamente per la Formula 1, ma regole che valgono per chiunque voglia andare in visita in Arabia Saudita.
Vietato meravigliarsi. Se vai a casa di qualcuno è buona educazione non mancare di rispetto. D’altra parte se entri in un qualsiasi luogo di culto trovi dei cartelli molto simili a quelli inviati dagli organizzatori alle squadre.
L’Arabia Saudita può essere criticata per cento altre cose, a cominciare dai diritti civili che non sono proprio rispettati, dal trattamento riservato alle donne, dalla totale mancanza di libertà di espressione. Se la Formula 1 e il mondo occidentale deve scandalizzarsi è per questi motivi non perché vieteranno a chiunque di entrare con le braghe corte in circuito. D’altra parte anche negli Stati Uniti è vietato entrare in pit-lane con i pantaloncini corti. Questione di sicurezza. Nient’altro. Ma il divieto esiste anche su una pista famosa in tutto il mondo come Indianapolis. Non fermiamoci dietro alle apparenze di una minigonna vietata e proviamo a vedere se davvero vale la pena andare a incassare dollari da un paese che le donne non le rispetta a prescindere dall’abito che indossano.