il Fatto Quotidiano, 18 ottobre 2021
Intervista a Erri De Luca
“Vediamo le cose buone che ci ha fatto scoprire la pandemia”.
Parola al super ottimista Erri De Luca.
Parto dalla semplice analisi dell’esistente. Enumero i fatti: abbiamo scoperto lo smart working, e non è cosa da poco. Abbiamo capito che si può vivere anche in campagna e finalmente svignarcela dalle trappole metropolitane. Numero tre: abbiamo riconosciuto la montagna come luogo da frequentare, andiamo in bici molto più che ieri, compriamo attrezzi e indumenti sportivi molto più che ieri. E, infine, leggiamo di più, acquistiamo più libri. Sa che significa?
Significa che la tv non basta.
Significa che la televisione finisce per disturbare. È una bellissima notizia. E adesso veniamo al fatto clou di questa condizione.
Qual è la grande novità?
Che la destra non sa gestire la pandemia e perciò sarà out nel prossimo futuro. Ovunque si sia trovata a gestire l’emergenza sanitaria ha prodotto caos. Da Trump in poi gli esecutivi di destra o quelli semplicemente autoritari hanno sistematicamente fallito. Perciò io sono persuaso che Salvini e Meloni siano dentro il loro personalissimo tunnel.
Meloni parla di una strategia della tensione allo scopo di far fuori il suo partito.
Ecco perché dico che proprio non c’è futuro di governo per lei. Una strategia della tensione dovrebbe essere ordita da menti raffinate, da talenti politici, da cervelli grandi così. Ma il personale politico è fatto di mezze cartucce. Al pari delle mezze cartucce di questurini che non hanno saputo fermare una banda di sciamannati la settimana scorsa a Roma.
Il giorno della devastazione della Cgil.
Cento fascisti disperati liberi di fare casino. Bastava un vice questore minimamente competente. Non c’è da chiamare in causa l’urto della piazza, non c’è da illustrare la sociologia del ribellismo. Si tratta di incompetenza, purtroppo e semplicemente abbiamo dovuto contare i danni causati da incompetenti a cui era stato affidato l’ordine pubblico, poi trasformatosi in disordine.
Ma la pancia della società ribolle di una rabbia sorda, e dobbiamo fare i conti con gli umori, anche violenti della piazza.
Alt! Iniziamo dalla pancia. Ho un pregiudizio favorevole verso la pancia. Dopo il cervello è l’organo del corpo che custodisce il più alto numero di terminali nervosi. La pancia è intelligente, molto più di quel che si crede.
La pancia della società è intossicata dalle fake news.
Questo in parte è vero. E se ti nutri di cibo tossico anche la pancia ne risentirà. Una cosa a me sembra chiara: le mascherine ce le terremo con noi ancora per molto perché la pandemia non ci lascerà ed essere prudenti è una minima misura di profilassi.
Forse ci aspetta nel prossimo futuro quel che oggi sta patendo la Gran Bretagna: di nuovo tanti contagi, lì 45mila al giorno e ancora tanti morti.
Non lo so. Sono certo che la malattia non è finita e questo tempo ci lascia in eredità una quota di nuovi poveri, una sofferenza imprevista, un problema in più che aggiunge ingiustizia a quella che esisteva.
Perciò la rabbia.
Io le chiamo effervescenze sociali alle quali dobbiamo rispondere con la ragione e portare rispetto a questi fenomeni da non confondere con episodi di paranoia con quelle urla al complotto che hanno più vicinanza a disturbi del comportamento.
Non ci saranno guerre di piazza.
Finora non ne ho viste e penso che se non ci sono state è anche perché ci sono stati sostegni nuovi verso i sofferenti. E sono aiuti di cui la società nel futuro prossimo e in quello più lontano non potrà più fare a meno.