Corriere della Sera, 18 ottobre 2021
Vaccini, ricorveri e terapie intensive. Tutti i numeri per farsi un’idea
C’è una domanda che si pongono in tanti, vaccinati e non: chi sono quelli che nonostante abbiano ricevuto la doppia dose finiscono in ospedale? Tra i 9,5 milioni di italiani che oggi non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale questo interrogativo ha sicuramente un peso, e non ritengono convincente quello che tutte le autorità sanitarie del mondo stanno ripetendo da mesi sulla enorme riduzione del rischio di infezione da virus Sars-Cov-2. Dal bollettino dell’Istituto superiore di Sanità del primo ottobre: «Nelle persone completamente vaccinate la copertura dal contagio è del 77% rispetto a quelle non vaccinate, del 93% per l’ospedalizzazione, 95% per i ricoveri in Terapia intensiva e per i decessi».L’obiezione comune – sentita in banca, dal parrucchiere, in posta, fuori da scuola, fra i manifestanti – è che ci si può ammalare lo stesso, e allora perché farsi iniettare delle sostanze che chissà quali effetti potranno avere subito o in futuro? La scienza insegna che tutti i vaccini, per i loro meccanismi di azione, possono dare effetti collaterali solo a breve termine (99% dei casi). Ma nessuno, è vero, è sicuro ed efficace al 100%. Dunque, per capire perché conviene vaccinarsi è utile esaminare, in modo più concreto di quanto fatto finora, i dati ottenuti in esclusiva su chi si ammala anche da vaccinato.
Dove pende la bilancia tra vaccinati e non vaccinatiPrendiamo sempre l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità pubblicato il primo ottobre e che fotografa gli ultimi 30 giorni, ovvero il mese di settembre. Su 120.244 contagiati totali, 70.900 non sono vaccinati, e 40.060 completamente vaccinati. I ricoverati per Covid non vaccinati sono 6.160, e 2.408 con due dosi. In Terapia intensiva ci sono 717 non vaccinati, e 174 vaccinati. Dunque, i numeri parlano da soli, ma non abbastanza perché va considerata la platea da cui provengono: i 2.408 arrivano dall’ampio bacino dei 37,4 milioni di vaccinati con ciclo completo (a settembre), i 717 dagli 11,7 milioni che non hanno ricevuto nemmeno una dose. Ma man mano che la platea di riferimento cambia, è evidente che questi dati si modificheranno. Oggi di fatto due su tre che si contagiano e vengono ricoverati sono non vaccinati (e 3 su 4 di quelli in Terapia intensiva), ma più crescono coloro che fanno il vaccino, più sono destinati ad alzarsi tutti i valori che li riguardano, fino ad arrivare a un possibile ribaltamento della situazione. Già adesso in ospedale, a livello nazionale, abbiamo 1.175 over 80 ricoverati per Covid vaccinati, contro i 673 non vaccinati. Il motivo è che gli ottantenni immunizzati sono 4,2 milioni (92%), mentre solo 274.400 (6%) non lo sono. Allora come si fa ad avere una statistica oggettiva?
L’incidenza su 100 mila abitanti: che cosa ci diceNon bisogna considerare i numeri assoluti, ma quel che succede su 100 mila abitanti e per fascia di età. I dati che riportiamo sono prodotti dall’Iss. Partiamo proprio dagli over 80: su 100 mila non vaccinati si contagiano in 602, vanno in ospedale 245, in Rianimazione 13. Su 100 mila vaccinati si contagiano 116, finiscono in ospedale 28, in Rianimazione 1. Tra i 12-39 anni non vaccinati, contagiati 692, finiti in ospedale 25, 1 in terapia intensiva. Fra i vaccinati con ciclo completo i contagiati sono 110, un ospedalizzato, 0,05 in Terapia intensiva. Tra i 40-59 anni non vaccinati si contagiano 540 contro 113 vaccinati, in ospedale 54 contro 2, in Rianimazione 6 contro 0,13. Sessanta-79 enni si contagiano in 449 contro 94, vanno in ospedale 107 contro 7, in Terapia intensiva 20 contro 1. In sintesi: fino a 59 anni il rischio di essere ricoverato è venti volte più alto per un non vaccinato, quindici volte in più per un 60-79 enne, e di nove volte in più per un over 80. Sempre l’elaborazione dati dell’Istituto superiore di Sanità mostra che l’età mediana di chi è vaccinato con due dosi finisce in ospedale prevalentemente in età più avanzata, 79 anni, che scende a 52 anni per i non vaccinati. In Terapia intensiva per i non vaccinati è 61 anni, contro i 74 dei vaccinati. L’età mediana si differenzia dalla media perché rappresenta il valore intermedio fra gli estremi.
Chi sono i vaccinati che finiscono all’ospedale?Resta la domanda: chi è vaccinato perché finisce in ospedale? L’Istituto superiore di Sanità non ha statistiche affinate sulle malattie pregresse dei ricoverati per Covid perché dipendono dalle Regioni. Il Veneto ha analizzato le cartelle cliniche dei suoi 2.348 pazienti ospedalizzati per Covid tra il 1° maggio e il 31 agosto 2021, e con questi dati è possibile andare più a fondo proprio sul loro precedente stato di salute. Guardiamo, per esempio, la fascia 60-79 anni. Con zero patologie fra i non vaccinati vediamo 163 ospedalizzati e 82 in Terapia intensiva; fra i vaccinati sono 12 e 2 in Terapia intensiva. Con una patologia i non vaccinati sono 201, 141 in Rianimazione; fra i vaccinati 22, e 3 in Terapia intensiva. Con 2-3 patologie 189, 120 in Terapia intensiva, fra i vaccinati sono 31, e 11 in Terapia intensiva. Sappiamo, però, che i dati assoluti possono trarre in inganno. A maggio, per esempio, i non vaccinati sessantenni erano più dei vaccinati della stessa fascia di età: è comprensibile, dunque, che i ricoverati tra i non vaccinati siano di più indipendentemente dall’efficacia del vaccino. Per questo è indispensabile avere una platea di riferimento dove inquadrarli, e nei quattro mesi presi in considerazione questa platea cambia enormemente di settimana in settimana. Allo stesso tempo sappiamo che quando la stragrande maggioranza sarà vaccinata, in ospedale ci andranno perlopiù i vaccinati, lo stiamo già vedendo a livello nazionale per gli ultraottantenni. Però fatto 100 i ricoverati vaccinati, e 100 quelli non vaccinati, i dati del Veneto danno indicazioni importanti e chiare. Fra i 40 e i 79 anni ha già di suo una patologia rilevante il 30-32% dei vaccinati finiti in ospedale per avere contratto il virus, e il 46% di patologie ne ha due o tre. Parliamo di diabete, malattie cardiovascolari, renali, respiratorie, oncologiche. Al contrario i non vaccinati hanno più rischi di finire in ospedale anche da sani: per esempio tra i 40-59 anni il 61% non ha nessuna patologia pregressa. Cresce anche la durata media del ricovero: 25 giorni per i 60-79 enni non vaccinati, contro i 15 per i vaccinati.
Il livello di protezione: come cambia in base alle patologieUn’altra analisi preliminare dell’Ats di Milano mette a confronto 2.220.667 vaccinati che hanno avuto 3.136 ricoveri (0,1%), contro 472.215 non vaccinati che hanno avuto 5.818 ricoveri (1,2%). I due gruppi sono stati osservati dal primo gennaio al 30 settembre del 2021. I dati di ricovero dei vaccinati mostrano chiaramente come il rischio di ospedalizzazione aumenta proporzionalmente in relazione a determinate patologie, da quella più bassa come l’ipertensione, poi via via salendo c’è il diabete, cardiopatie, broncopneumopatie, trapiantati e immunocompromessi. Il vaccino, in ogni caso riduce il rischio di finire in ospedale sia per i sani (93%), sia per chi soffre di patologie croniche. Ma per le categorie dei trapiantati e degli immunocompromessi può esserci una percentuale di protezione lievemente inferiore (87%). Infine, per quel che riguarda i decessi delle persone vaccinate, su un campione di 171 cartelle cliniche su 1.440 esaminate dall’Iss (al 5 ottobre), emerge che l’età media dei vaccinati con ciclo completo morti di Covid, è di 86 anni e con 5 patologie pregresse, contro gli 80 anni e tre patologie dei non vaccinati, o che hanno ricevuto una sola dose. Questi i fatti.