la Repubblica, 17 ottobre 2021
Spalletti, la Panda e i soliti sospetti
E dunque quale è la notizia? Che abbiano rubato un’auto a Napoli? Certo che no, né lì né in un’altra città. Che l’auto fosse una Panda e il suo proprietario Spalletti, l’allenatore del Napoli? Già di più, perché va bene il profilo basso, ma l’uomo che a Milano abitava al Bosco Verticale è difficile immaginarlo fermo al semaforo su un’utilitaria, anche se poi si scopre che di Panda ne ha quattro. Dice che ha abbandonato la Mercedes per via del traffico. E già, come più o meno sosteneva Johnny Stecchino: «Il problema di questa città è il traffico». Ci sarebbe poi un altro fatto: due giorni prima aveva subito un furto analogo (stavolta di una 500) la moglie di un altro tesserato del Napoli, il centrocampista Demme. Allora la notizia è forse la somma: ma che risultato dà? Secondo gli investigatori è semplicemente l’operato di una banda specializzata in furti di questo tipo di vetture: 100 colpi a segno da inizio anno. Eppure si insinua la malizia, il riflesso pavloviano, effetto del déjà vu: Napoli+furti a giocatori+squadra in testa al campionato = sospetto. Nessuno lo dice apertamente, ma molti lo pensano. La questione aperta da secoli è: in cosa consiste una coincidenza? Prima ipotesi: è una pura suggestione, ti compri una Panda e improvvisamente ti accorgi di quante Panda ci sono in giro, eppure sono le stesse di quando non lo notavi perché avevi un’auto diversa. Dunque: ci sono già 98 furti ma ne diventi consapevole per il peso degli ultimi due. Seconda ipotesi: è una costruzione deliberata, come il valore delle carte a poker. Ci fa trovare straordinaria una scala e non una sfilza scombinata, ma perché abbiamo deciso che valga la prima e non la seconda sequenza. Quindi è l’occhio mediatico a segnalare al pubblico qualcosa e attribuirgli un significato. Non si diede risalto a 98 furti, se ne parla adesso che ci sono stati questi due. Terza ipotesi: è una casualità, ma come tale non può ripetersi, se lo fa deve esistere un collegamento, un senso riconoscibile. Napoli non è mai una regola e quindi non le viene consentito di essere, neppure, un’eccezione. Non a sé stessa. È sempre incastonata nella propria montatura. Sosteneva Agatha Christie che «un indizio è un indizio, due sono una coincidenza, tre diventano una prova». Non si può quindi fare alcuna illazione sul doppio furto. Soltanto suggerire ai calciatori del Napoli di estrarre dal garage le fuoriserie e, augurare loro, se riescono, di continuare a restare imbattuti e primi in classifica. A occhio ci sono difensori centrali che Osimhen non lo prenderebbero nemmeno inseguendolo su una Panda.