Corriere della Sera, 17 ottobre 2021
I 183 giorni nello spazio della colonnella Wang
«Urrà per la mia mamma», ha gridato la figlioletta della coraggiosa astronauta cinese che sabato notte è partita per lo spazio. Le è scesa anche qualche lacrima, perché il viaggio sarà lungo: sei mesi nella nuova stazione spaziale Tiangong (Palazzo celeste), in un’orbita a 450 chilometri dalla Terra. Per consolare la bimba, 5 anni, Wang Yaping ha promesso di portarle a casa una stella in dono.
Ci sono diversi record avvolti in molta poesia in stile mandarino in questa missione spaziale. «I sogni sono come le stelle nell’universo: sembrano irraggiungibili, ma se ci sforziamo siamo capaci di coglierli», ha detto Wang Yaping, prima donna cinese a mettere piede sulla Tiangong e solo la seconda a volare nello spazio. La missione di 183 giorni batterà anche il tempo di permanenza di un equipaggio cinese nello spazio, che finora era di 90 giorni. Il primato mondiale è del cosmonauta russo Polyakov: 437 giorni sulla Mir nel 1994-1995.
Wang e i due colleghi maschi ora sono sul Tianhe (Armonia celeste), il modulo centrale della stazione Tiangong, adibito a casa degli astronauti. Le prime immagini trasmesse al centro di controllo nel deserto del Gobi li hanno mostrati eccitati, mentre familiarizzavano con gli strumenti di bordo: i lunghi capelli della signora, raccolti a coda di cavallo, puntavano verso l’alto, per effetto della mancanza di gravità.
Al di là del valore operativo, la missione è programmata come uno show. A settembre un razzo Lunga Marcia ha portato nel Palazzo celeste un carico speciale: cosmetici. Si tratta di 60 flaconi di liquido tonificante, 30 di siero rigenerante e 30 di crema facciale per tenere elastica la pelle della taikonauta Wang nei sei mesi che dovrà trascorrere in un ambiente secco e privo di gravità. Proteggere la sua carnagione chiara come la luna fa parte degli esperimenti.
Sono tutti veterani i tre taikonauti (così si chiamano gli astronauti cinesi, da «taikongren», che significa «persona dello spazio»). Il comandante Zhai Zhigang, 55 anni, è stato il primo cinese ad aver «lasciato la sua impronta nello spazio», scrive la stampa di Pechino ricordando la passeggiata in orbita compiuta nel 2008: una prodezza che gli ha meritato il titolo di «Eroe dello spazio». Il collega Ye Guangfu, 41 anni, si è addestrato anche con l’Esa, la European Space Agency.
Ma la star della spedizione è lei, la compagna colonnello Wang Yaping, 41 anni e 1.567 ore di volo come pilota di aerei da trasporto dell’Esercito. Si è arruolata a 17 anni. Ricorda così i primi salti con il paracadute: «Piangevo per l’emozione e cantavo “Gli eroi non muoiono mai”». A trent’anni entrò nell’élite dei taikonauti e fece un volo con la navicella Shenzhou-10 (Vascello divino) nel 2013.
Wang Yaping è solo la seconda donna cinese ad essere lanciata in orbita. L’ente spaziale di Pechino ha deciso di invertire la rotta: d’ora in poi ogni missione comprenderà una taikonauta. Secondo gli scienziati cinesi non si tratta di una decisione politica, di quote rosa nel Palazzo celeste; la scelta è frutto della constatazione che le donne hanno dimostrato di essere molto adatte alle lunghe permanenze nello spazio: «Sono più stabili psicologicamente, sensibili e capaci di gestire problemi connessi alla lunghe missioni in orbita, hanno un grande senso della comunicazione che aiuta l’equipaggio»,
La taikonauta Wang scherza: «Bisogna anche considerare che noi donne pesiamo meno degli uomini, un bel risparmio».