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 2021  ottobre 16 Sabato calendario

Sul primo volo Ita

SUL VOLO LINATE-BARI – E tanti saluti dall’amministratore delegato, e tanti saluti dal presidente. Un debole applauso per ringraziare, poi finalmente si parte e si dorme tutti come bambini, a bordo del primo volo targato Ita. Decollato ieri da Linate alle 6,20, atterrato persino con qualche minuto di anticipo rispetto alle previsioni. Sette e 35, e si è a Bari. Emozioni, nessuna. Piangevano a bordo dell’ultimo volo Alitalia, giovedì. Sul primo di Ita si era curiosi, ma neanche tanto, data l’ora e lo stato mentale dei passeggeri, psicologicamente ancora in pigiama. «È tutto come prima, anche l’aereo!», e in effetti sulla pista di Milano c’era, l’aereo pubblicizzato con la nuova livrea Ita: “Born in 2021”, già con le luci accese, ma poi il bus ha tirato dritto e si è fermato davanti a un normale aereo Alitalia battezzato Fryderyk Chopin, e qui come sempre si è aspettato che a bordo finissero le pulizie, e infine, saliti e allacciate le cinture, partiti.
Intervento del comandante Fabrizio Campolucci: «La giornata di oggi segna l’inizio di Ita, questo è il nostro primo volo e voi siete i nostri primi ospiti. Vi porto i saluti del nostro presidente Alfredo Altavilla e dell’amministratore delegato Fabio Maria Lazzarini, che mi hanno appena telefonato per farvi un in bocca al lupo». «E adesso ci daranno lo champagne…» (imprenditore di Varese). «Ma non gli hanno neanche cambiato le divise?», (tecnico informatico in trasferta, da Monza). No, le divise sono le stesse, e anche i poggiatesta, e i tovagliolini. Stessa povertà di sempre, nei rinfreschi a disposizione: «Gradisce un succo?». «Sì, che gusti ha?». «Pera». «Oppure?». «Pera». «Ok, allora pera». Austerity, ma c’eravamo già abituati.
Cambierà tutto, diamogli il tempo. Ieri i vertici di Ita hanno promesso cambiamenti progressivi, e un nuovo volto della compagnia. Azzurro il colore dominante, a partire dagli aerei. Azzurro Nazionale, che porta bene, e il tricolore sulla coda. Le ali, bianche. I rendering sono belli, poi non si capisce perché comprare il marchio Alitalia e non usarlo, visti i rendering. Ma comunque. Anche le divise cambieranno, si immagina anche queste azzurre, e firmate da chissà quale stilista. Intanto, ci accontentiamo del vecchio blu bordato di verde, così rassicurante.
Intanto passa la hostess: «Qualcuno ha problemi a fare una foto?». Pare di no, ma poi si decolla e quindi niente foto. Studente Ied che rientra a casa: «Io manco lo sapevo che cambiava la compagnia, ho fatto il biglietto ed eccomi qua. Poi però non riuscivo a fare il check-in perché non trovavo il sito giusto. Ita non mi usciva, poi ho scoperto che era ‘Ita Spa’». Sei emozionato? «Boh». Poi ci sono un professore di università, due avvocati che scendono per una causa, due architetti che parlano di piastrelle. Ci si alza sopra Milano, la tangenziale è piena come sempre, nel buio le due file di luci bianche e rosse, tutto uguale nei secoli. Sessantasette passeggeri (e un cane) a bordo, per lo più dormienti. Il cane sta rigido come un baccalà e rifiuta di cacciare la testa nel trasportino, lì sì che qualcuno si emoziona, «e poverino», e «povera bestiola». Si vola a mezzo carico. Un passeggero più sveglio e informato degli altri dice che «non è cambiato niente perché giusto ieri sera la nuova società Ita ha comprato il marchio Alitalia per 90 milioni. Quindi hanno verniciato un solo aereo, per la pubblicità». In mano ha la carta d’imbarco con la sigla Ita, «diventerà un pezzo da museo, forse. Ma a me che mi importa?».
Intanto, l’Italia si va schiarendo, appaiono le città ancora illuminate, là sotto, e c’è l’alba. Però emoziona più il cagnetto prigioniero che il sole rosso, o il cambio di società. Passa uno steward che distribuisce cartoline ricordo: “Born to welcome you. Oggi decolla la nuova compagnia di bandiera italiana. Grazie per averci scelto”. Sara: «Lavoro in finanza, un po’ me ne intendo. Spero solo che questa gestione sia migliore della precedente. Perché a noi che qualcosa ci capiamo, sembra impossibile che non riescano a gestirla con profitto». E Filippo, imprenditore agricolo con agriturismo ad Abbiategrasso: «Io non me ne intendo, ma a noi gente normale basta che il servizio funzioni. Io sono salito su un aereo a Linate e devo scendere a Bari. Il resto, che importa?». Poi, via verso la sua gara di triathlon a Borgo Egnazia, bici scaricata in tempo record dal nastro dei bagagli. E la foto ricordo? Un attimo prima di slacciare le cinture e prepararsi a scendere, la stessa hostess di prima – è la responsabile di cabina Valeria Vitiello – estrae il cellulare: «Se vi va facciamo la foto sennò tenete la testa calata». Pochi calano la testa, così viene immortalato il primo volo Ita, un clic che inquadra un gruppo di gente semiaddormentata, e poi ci si trascina verso il cappuccino e il cornetto del bar.