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 2021  ottobre 16 Sabato calendario

Goldman Sachs, gli utili dei big sfiorano 40 miliardi


NEW YORK. Goldman Sachs, la società di Wall Street per eccellenza, corre con l’investment banking, motore di un boom dei profitti del 60% a 5,38 miliardi nel terzo trimestre dell’anno. Il risultato, pari a 14,93 dollari per azione, ha battuto attese di 10,14 dollari. Le entrate sono a loro volta balzate del 26% a 13,61 miliardi contro gli 11,72 miliardi previsti.
I conti di Goldman hanno spinto i profitti cumulativi delle sei principali banche americane tra luglio e settembre vicino ai 40 miliardi, per l’esattezza a 38 miliardi. Tutte hanno messo a segno impennate degli utili superiori ai pronostici, comprese tra il 24% di JP Morgan e il 60% di Goldman. E tutte hanno beneficiato dell’attività nelle fusioni e acquisizioni oltre che, soprattutto nel caso delle banche con attività più tradizionali, di continue riduzioni delle riserve a fronte di potenziali perdite sui prestiti davanti alla ripresa dell’economia americana e globale.
Goldman ha evidenziato una crescita dell’88% dell’investment banking rispetto all’anno scorso, rastrellando commissioni per 3,7 miliardi, il secondo miglior trimestre di sempre. La porzione legata a M&A è stata un record assoluto, lievitata del 225% a 1,65 miliardi. Negli ultimi tre mesi su scala internazionale i merger hanno raggiunto la soglia di 1.430 miliardi di dollari, in aumento sia rispetto al secondo trimestre che allo stesso periodo dell’anno scorso.
La gestione di Ipo e collocamenti azionari ha contribuito 1,17 miliardi, in aumento del 37 per cento. Goldman ha anche navigato con successo le turbolente acque del trading, tra mercati divenuti più volatili: le revenue sono aumentate del 23% a 5,61 miliardi. In crescita, inoltre, le attività diversificate sulle quali oggi il gruppo ha alzato le scommesse per diventare un colosso di servizi finanziari integrati: la gestione patrimoniale e al consumo è stata capace di revenue lievitate del 35% e oggi pari al 15% del business della banca.
Di recente, per potenziare la sua evoluzione, ha rilevato per oltre 2 miliardi la società di prestiti specializzati GreenSky. «Il trimestre ha visto una forte performance operativa», ha detto il Ceo David Solomon citando tra l’altro l’espansione della società grazie alla conquista del gestore NV Investment Partners in Europa oltre che di GreenSky.
In Borsa la performance di Goldman quest’anno è stata premiata da un rialzo del titolo del 52%, superiore al 41% dell’indice settoriale KWB Bank Index. I bilanci delle banche appaiono di buon auspicio per l’intera stagione delle trimestrali, particolarmente influente per gli investitori davanti alle incertezze sull’economia, da inflazione a traumi nella supply chain. Anche prima delle sorprese positive della finanza, la marcia dei profitti della Corporate America era ipotizzata attorno al 30 per cento. Ad oggi oltre l’80% delle società nell’S&P 500 che ha riportato i bilanci ha superato le attese.
L’attenzione di Wall Street dalla prossima settimana si volgerà ad altri conti cruciali, quelli di Big Tech: primi all’appello saranno i numeri di Netflix e Tesla, seguiti entro fine mese da leader quali Apple, Facebook e Amazon.
Goldman Sachs, boom di profitti: gli utili dei big sfiorano 40 miliardi
Per i sei colossi del credito impennate dei profitti comprese tra il 24% e il 60%
Marco Valsania
NEW YORK
Goldman Sachs, la società di Wall Street per eccellenza, corre con l’investment banking, motore di un boom dei profitti del 60% a 5,38 miliardi nel terzo trimestre dell’anno. Il risultato, pari a 14,93 dollari per azione, ha battuto attese di 10,14 dollari. Le entrate sono a loro volta balzate del 26% a 13,61 miliardi contro gli 11,72 miliardi previsti.
I conti di Goldman hanno spinto i profitti cumulativi delle sei principali banche americane tra luglio e settembre vicino ai 40 miliardi, per l’esattezza a 38 miliardi. Tutte hanno messo a segno impennate degli utili superiori ai pronostici, comprese tra il 24% di JP Morgan e il 60% di Goldman. E tutte hanno beneficiato dell’attività nelle fusioni e acquisizioni oltre che, soprattutto nel caso delle banche con attività più tradizionali, di continue riduzioni delle riserve a fronte di potenziali perdite sui prestiti davanti alla ripresa dell’economia americana e globale.
Goldman ha evidenziato una crescita dell’88% dell’investment banking rispetto all’anno scorso, rastrellando commissioni per 3,7 miliardi, il secondo miglior trimestre di sempre. La porzione legata a M&A è stata un record assoluto, lievitata del 225% a 1,65 miliardi. Negli ultimi tre mesi su scala internazionale i merger hanno raggiunto la soglia di 1.430 miliardi di dollari, in aumento sia rispetto al secondo trimestre che allo stesso periodo dell’anno scorso.
La gestione di Ipo e collocamenti azionari ha contribuito 1,17 miliardi, in aumento del 37 per cento. Goldman ha anche navigato con successo le turbolente acque del trading, tra mercati divenuti più volatili: le revenue sono aumentate del 23% a 5,61 miliardi. In crescita, inoltre, le attività diversificate sulle quali oggi il gruppo ha alzato le scommesse per diventare un colosso di servizi finanziari integrati: la gestione patrimoniale e al consumo è stata capace di revenue lievitate del 35% e oggi pari al 15% del business della banca.
Di recente, per potenziare la sua evoluzione, ha rilevato per oltre 2 miliardi la società di prestiti specializzati GreenSky. «Il trimestre ha visto una forte performance operativa», ha detto il Ceo David Solomon citando tra l’altro l’espansione della società grazie alla conquista del gestore NV Investment Partners in Europa oltre che di GreenSky.
In Borsa la performance di Goldman quest’anno è stata premiata da un rialzo del titolo del 52%, superiore al 41% dell’indice settoriale KWB Bank Index. I bilanci delle banche appaiono di buon auspicio per l’intera stagione delle trimestrali, particolarmente influente per gli investitori davanti alle incertezze sull’economia, da inflazione a traumi nella supply chain. Anche prima delle sorprese positive della finanza, la marcia dei profitti della Corporate America era ipotizzata attorno al 30 per cento. Ad oggi oltre l’80% delle società nell’S&P 500 che ha riportato i bilanci ha superato le attese.
L’attenzione di Wall Street dalla prossima settimana si volgerà ad altri conti cruciali, quelli di Big Tech: primi all’appello saranno i numeri di Netflix e Tesla, seguiti entro fine mese da leader quali Apple, Facebook e Amazon.