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 2021  ottobre 16 Sabato calendario

Periscopio

A 19 anni, a Bergamo, che era in mano alla Dc, mi sono iscritto ai socialisti. Ero in una commissione per rinnovare le scuole. Le abbiamo peggiorate. Vittorio Feltri (Stefano Landi), Corsera.

Io sono un genere sempre più di minoranza. Appartengo agli anni della Guerra Fredda, non alla Milano delle piste ciclabili. Costantino della Gherardesca, conduttore tv. Sky.
La Meloni è molto in gamba. La stimo profondamente perché sta facendo un lavoro eccellente ed è una donna libera dentro. Luca Barbareschi, attore. Gianluca Veneziani (Libero).
Tutta l’area dello «Stato mite (o indulgente)” è terrorizzato dai democristiani di seconda e terza generazione, per intenderci gli «abatini» che contribuirono allo sfascio della prima Repubblica e alla resa della Democrazia cristiana (decretata dal triste Mino Martinazzoli). Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.
Resta l’incapacità del centrodestra non solo di restare unito ma anche di sembrarlo. La Meloni e Salvini paiono davvero i capponi dei Promessi Sposi che, come scrive il Manzoni, «s’ingegnavano a beccarsi l’un l’altro, come accade troppo sovente tra compagni di sventura». Giorgia dà l’impressione di aver pensato solo al sorpasso sul Capitano. Salvini, da par sua, anziché indire dei congressi per riaffermare leadership e amalgamare Lega del Nord con Lega del Sud, si è messo a punzecchiare Draghi, peraltro molto amato dalla sua gente, forse in ottica anti Meloni ma senza rendersi conto che così spinge il Premier nelle braccia del Pd. Luigi Bisignani. Il Tempo.

Matteo Salvini si toglie la giacca e mi mostra una grande impronta di fard stampata sulla spalla sinistra. Di chi è? «Giorgia Meloni». Apre il cellulare e mi mostra «la foto simbolo della giornata». Lui e la Meloni abbracciati col fervore di due amanti che non si vedono da tempo. Dimenticati i contrattempi di Milano, Roma scalda i cuori. Poi sale sul volo Roma-Milano per fare una conferenza stampa all’aeroporto e chiudere la campagna elettorale in Calabria. Se non è l’immagine di un solo giorno, vuol dire che finalmente i due leader hanno messo sul comodino la foto impolverata, ma sempre ad alto contenuto simbolico di Berlusconi e Fini il giorno del “Che fai, mi cacci?”(2010). Bruno Vespa. QN.
Alcune delle ragioni che hanno indotto un italiano su tre a votare per i 5 Stelle sono lì, quasi intatte. Moralizzare la politica, sradicare la corruzione, abolire i privilegi immeritati non solo dei parlamentari ma delle classi dirigenti, ripristinare l’ascensore sociale, dare una chance di partecipazione alle giovani generazioni, tutto questo non è solo demagogia e populismo (che pure non erano assenti nella cultura del M5S, si veda «l’uno vale uno»). Sono questioni aperte. Il Pd, anziché rallegrarsi per lo scampato pericolo, dovrebbe fare proprie queste battaglie. Non si tratta ovviamente di adottare in toto la linea grillina, ma di rispondere a una domanda di cambiamento che ancora sale da parte dell’elettorato. Invece a volte il Pd da l’impressione di essere il partito del ceto politico, di un establishment che non andrà abbattuto, ma certo va rinnovato. Aldo Cazzullo. Corsera.

Nel 2016 i 5 Stelle portarono a casa al primo turno 420mila voti e Virginia Raggi raggiunse 461mila preferenze. Cinque anni dopo, solo 211mila romani l’hanno scelta e solo 111mila hanno votato M5s. Dove sono spariti tutti? Non da Gualtieri. Davide Nitrosi. QN.
Ai più sembra non soltanto normale ma giusto che gl’israeliani, o meglio gli ebrei, vivano sotto la costante minaccia delle sètte apocalittiche che, con rare eccezioni, dominano il Medioriente. Bersaglio di missili, oggetto d’attentati, colpita da anatemi e condanne «morali» da parte delle istituzioni internazionali, comprese quelle occidentali e democratiche, Israele è la sola nazione al mondo alla quale viene negato il diritto d’esistere. Fiamma Nirenstein (Gabutti), ItaliaOggi.
Nel nostro dialetto si chiama cionfra, è l’arte di prendersi in giro. La prima volta che Giovanni Cossiga tenne un’orazione come capo dello Stato, in un cinema di Sassari, si levò una voce dal fondo: «Presidente, ma i corazzieri dove li hai lasciati?”». E lui: «Sì, bravo, qui li portavo! Così mi avreste detto: “ma quello che si crede di essere?”». Giampietro Pinna, neurochirurgo azienda ospedaliera universitaria di Verona (Stefano Lorenzetto). l’Arena.

l canone Rai nella bolletta della luce serve per fornire un servizio al pubblico, non per comperare format di giochi all’estero. Che poi, se uno andasse negli archivi della Rai, troverebbe i progenitori di tutti i programmi che circolano. Basterebbe rigenerarli come ha fatto Marchionne con la 500. Giovanni Minoli. (Antonella Baccaro). Corsera.
Craxi è stato un leader politico discusso, inquisito, condannato, fuggito. Ma pur sempre un leader. Un dubbio: che il «servizio pubblico» Rai (la terza rete per la precisione) abbia voluto evitare uno choc a un parterre oramai disabituato a personaggi di questo tipo? Chissà? Comunque, hanno fatto bene Bobo Craxi e Riccardo Nencini a protestare per il rinvio del film Hammamet. Censura? A volte un eccesso di zelo è anche peggio. Gabriele Canè. QN.

Due ragazzini hanno appena preso un libro in prestito alla biblioteca dell’Alcazar di Marsiglia. Il più giovane porta con sé un borsone in plastica nera. L’altro ha i capelli alla Jimi Hendrix, indossa una maglietta con la bandiera degli Stati Uniti e fischietta. Entrambi hanno la pelle di un colore meraviglioso. Accanto a loro una donna algerina vestita di nero indossa un velo verde speranza. Nei tavoli d’intorno si studia, si legge: si cerca di capire meglio la vita. Nicola Lecca, scrittore (Studi Cattolici).
Contesto il principio che sta alla base del ddl Zan, che il sesso non sia un dato biologico. Per me che sono ecologista, il sesso non può essere dettato solo da una decisione volontaristica. Purtroppo nella legge iniziale, partita ai tempi di Grillini come difesa dai reati d’odio, si sono poi inserite altre istanze come l`identità di genere. Ma il sesso non lo scegli, è dato. Poi puoi fare un processo di mutazione se lo ritieni. Noi abbiamo una legge per la trasformazione da donna a uomo e da uomo a donna molto buona, con un accompagnamento gratuito, ma sono cose meditate, lunghe, in cui la legge ti sostiene, gli psicologi ti supportano, non è la boutade della serata. Giampaolo Silvestri, ex senatore dei verdi e comunisti, uno dei fondatori dell’Arcigay (Sabrina Cottone), il Giornale.
Chi nega che la fortuna sia cieca, non conosce gli imbecilli che favorisce. Roberto Gervaso.