Il Messaggero, 15 ottobre 2021
La tela autodistrutta di Banksy venduta per 22 milioni
Quasi 22 milioni di euro. Più precisamente 18,5 milioni di sterline. Questa la cifra – da record – cui è stata battuta, ieri, da Sotheby’s a Londra Love is in the Bin di Banksy. Le stime si aggiravano tra i quattro e i sei milioni di sterline (circa 7 milioni di euro), un rialzo importante rispetto al prezzo di 1,3 milioni cui il lavoro era stato battuto per la prima volta, nel 2018, nell’istante in cui, di fatto, veniva creato. Sì perché, l’opera, originariamente intitolata Girl with Balloon, è una delle più iconiche e spettacolari dell’artista, ossia quella che era stata semidistrutta tramite un meccanismo nascosto nella cornice subito dopo essere stata venduta.
Era il 5 ottobre 2018. Il meccanismo tritadocumenti nascosto ha tagliato in più striscioline la parte raffigurante la bambina che lascia andare un palloncino rosso, mantenendo integro proprio quest’ultimo, forse per un problema al meccanismo – successivamente l’artista ha dichiarato che si era inceppato – o magari per lasciare intatta la speranza, quella che, nell’immagine, simbolicamente vola verso il cielo. Senza farsi scoraggiare dall’evento, l’acquirente ha deciso di tenere quel tesoro per trentasei mesi, salvo decidere ora di rivenderlo. Così quella distruzione che voleva essere una denuncia di Banksy contro la mercificazione dell’arte, ha finito proprio per alimentare il mercato e perfino per incrementarlo, seducendo i collezionisti anche con la storia che il lavoro, protagonista di un’azione rivoluzionaria, ha scritto. Sotheby’s ha definito l’accaduto «l’evento artistico più spettacolare del XXI secolo». Lo spettacolo di quell’attacco ha contribuito a nutrire le fantasie e forse pure l’ossessione di appassionati e collezionisti. Le cifre misurano anche quel desiderio, costruito, è proprio il caso di dirlo, ad arte.