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 2021  ottobre 15 Venerdì calendario

Durante il lockdown chiuse 776 partite Iva al giorno

«Strumentalizzazione»: la parola d’ordine dei partiti in questa delicata fase per il paese sembra essere questa: strumentalizzare le proteste contro il green pass per recuperare consenso a breve; tirare per la giacchetta il virologo «Tizio» o l’infettivologo «Caio» per arruolarli nelle truppe cammellate; rivendicare le indistinte istanze No Vax sotto le bandiere di partito per recuperarne il voto. In una parola: fagocitare (e non rappresentare) i bisogni delle componenti sociali per nutrire la propria narrazione, evitando di proporre soluzioni (Dio ce ne scansi), senza curarsi della tenuta del paese. Il tutto è sublimato in battaglie identitarie ereditate dal passato, che nulla risolvono, ma aiutano a darsi un senso. Entriamoci, allora, in queste tenzoni. Se l’obiettivo è che tutti i partiti in parlamento si dichiarino antifascisti, non si capisce perché convocare una manifestazione sul tema a Roma, nel giorno del silenzio elettorale precedente al ballottaggio. Così facendo, è evidente che quell’appuntamento diventa divisivo: lo spot elettorale di una sola fazione, il centrosinistra. Al contempo, se Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sente di non aver nulla a che fare con Forza Nuova, non si comprende perché percepisca il suo partito colpito da censura, visto che questa dovrebbe riguardare solo un gruppo di facinorosi post-fascisti dichiarati: scenda in piazza Meloni, e con tutto il centrodestra manifesti contro le squadracce che hanno assaltato un pronto soccorso (inaudito!) e un sindacato.
Il punto vero, dunque, è la strumentalizzazione, comune denominatore alle forze politiche: svuota di senso i valori e li annacqua in un brodo di pulsioni e propaganda. Nel mentre, l’Italia affronta un crinale zeppo di insidie. Oltre ai lutti, il Covid ha lasciato sul selciato centinaia di migliaia di posti di lavoro: tra febbraio 2020, mese che precede l’avvento della crisi pandemica, e giugno 2021, il paese ha perso 470mila occupati. Di questi 378mila (pari ad oltre l’80% del totale) sono lavoratori indipendenti. Il numero delle partite Iva in quei 16 mesi è crollato in media di 776 al giorno. Il tutto ha inciso su un quadro occupazionale penalizzato da prima della pandemia: il paese si collocava già al di sotto della media Ue di quasi 10 punti (73,2% di occupati nell’Ue tra i 20 e i 64 anni nel quarto trimestre 2019, a fronte del 63,8% dell’Italia). Oggi, si dirà, il pil è in ripresa: è facile che sia solo un rimbalzo. Le riforme per restituire competitività all’Italia sono ancora in freezer, ma le ferite al tessuto sociale si vedono nelle piazze. Prima del Covid c’era chi temeva che non si riuscissero a pagare le pensioni a causa dell’alto debito. Nei partiti c’è ancora chi che se lo ricorda?