ItaliaOggi, 14 ottobre 2021
Periscopio
L’accordo di Malta (settembre 2019) per la distribuzione dei migranti in Europa è stato un fallimento; riproporlo senza innovazioni sostanziose equivale a un insuccesso-bis. Dino Basili. Studi cattolici.
Il garantismo cerca la verità, il giustizialismo cerca il colpevole. Il garantismo sta al giustizialismo come la democrazia sta alla dittatura. Dover spiegare questa differenza a un professore di giurisprudenza, divenuto presidente del Consiglio per caso, la dice lunga sullo stato della politica italiana. Ma pone seri dubbi anche sulla selezione dei docenti universitari. Combattere il giustizialismo è stata una delle ragioni per le quali siamo così fieri di avere mandato a casa Bonafede e Conte. Matteo Renzi,“Controcorrente”. Piemme.
Il pm di Milano, Greco, aveva gli occhi gonfi di lacrime, di dolore ma forse anche di rabbia: senza l’arresto e quel suicidio di Raul Gardini avrebbe ottenuto risultati ben diversi su tanti filoni aperti all’insegna del suo mantra: «Meno carcere e più entrate per l’erario, meno burocrazia e più leggi moderne». Si bloccò invece così il Paese, in un ricatto permanente tra politica, grandi e piccoli gruppi industriali e magistratura. Luigi Bisignani, il Tempo.
A proposito dell’unico sopravvissuto tra gli attentatori del Bataclan processato adesso a Parigi, e non assolutamente pentito, credo che ad animare un terrorista che spara su coetanei inermi non sia l’odio, la cattiveria, il sadismo, e neppure la stupidità, ma l’ignoranza. L’ignoranza suprema, che non è non aver studiato, ma non essere capaci di mettersi nei panni degli altri, di misurare le conseguenze sugli altri delle proprie azioni. L’ignoranza di assassini che non sanno cosa significhi aver portato un bambino nella pancia o averla accarezzata, aver pianto quand’è nato, essersi svegliati di notte quando piangeva, essersi preoccupati quando faceva tardi con gli amici, aver gioito per la sua laurea, aver provato un misto di orgoglio e di nostalgia a vederlo partire per una grande città, Parigi, che oggi si è rialzata. Com’è scritto nel suo stemma: «Fluctuat nec mergitur», viene battuta dai flutti ma non affonda. Aldo Cazzullo. Corsera.
Vorrei che i profughi non fossero come quel bengalese che usufruiva del contributo regionale per l’affitto mentre nella terra d’origine era proprietario di un’intera palazzina. Penso che sia giusto premiare chi viene a creare ricchezza, non a depredarla. Massimiliano Fedriga presidente della Regione Friuli e delle Regioni italiane (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Approfondendo gli assunti teorici della pretesa ed esclusiva etica della sinistra, si leggono le contrarie vicende dell’album di famiglia della sinistra. Nomi come quelli di Adriano Sofri, Toni Negri, Renato Curcio, Giangiacomo Feltrinelli, le cosiddette “quote rosa” delle Br, i “cattivi maestri graziati dalla dottrina Mitterrand”, sono più che sufficienti a mostrare quanto d’immorale c’è in personaggi che vorrebbero costituire dei modelli etici. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.
È poi davvero importante sapere di chi è il corpo che riposa nella tomba del Milite ignoto? Quel “Falling man” che si è gettato dal grattacielo in fiamme a NYC siamo noi tutti. È la figura retorica che con una parte indica il tutto. Lanciati a capofitto verso l’abisso, che sia perché il grattacielo sotto di noi è in fiamme e il mondo va in frantumi, che sia perché un virus letale ci mangia i polmoni, che sia perché è uscito il nostro numero alla Lotteria della Sfiga (estrazioni ogni giorno, migliaia i riluttanti prescelti) o semplicemente perché il nostro tempo è finito, a tutti noi tocca saltare per un ultimo volo. L’unica scelta che ci resta, proprio come accade al “Falling man”, è se conservare un minimo di compostezza, di accettazione del proprio destino, senza improvvisare ridicoli paracadute che comunque non potranno mai frenare la caduta. Maurizio Pilotti, Libertà.
Anche se è una vicenda chiusa vorrei raccontarvi delle cene che il regista bolognese Paolo Muran organizzò a casa sua ad ogni partita di calcio dell’Italia negli europei. Facevano parte di un ciclo intitolato “Ci mangiamo l’avversario”. L’idea gli è venuta quando la Pallacanestro Virtus Bologna ha affrontato la Pallacanestro Olimpia Milano, nelle recente sfida scudetto. Muran invitò a casa alcuni amici e cucinò per loro una cotoletta alla milanese. Portò bene, così si decise di organizzare per gli Europei di calcio una serie di cene, servendo sempre agli amici un piatto tipico del Paese avversario. Contro la Turchia Muran ha servito un cous cous alla turca, a base di verdure: tre a zero. Contro la Svizzera, uno (o una?) Zürcher Geshnetzel con Rösti, che sarebbe poi uno spezzatino a base di funghi e vitello: tre a zero anche qui. Contro il Galles, Welsh Rarebit con Cheddar: uno a zero. Contro l’Austria, Heringsschmaus, che è intraducibile ma c’entrano le aringhe: due a uno ovviamente per noi. Contro il Belgio Moules et frites, che sarebbero poi le cozze con le patate fritte, ma i belgi sostengono che è un piatto tipico loro: comunque, anche qui due a uno per noi. E infine l’altro ieri, contro la Spagna, la vittoria ai rigori è stata accompagnata da una paella. Michele Brambilla. QN.
Ripenso all’allenatore di Torre Annunziata che ha scoperto Irma Testa pugile. Ripenso ai primi istruttori pugliesi di Stano e Palmisano. Ripenso all’esercito anonimo e sconosciuto che fa la prima scrematura dei campioni un Paese. A questi instancabili minatori dello sport solo due grandi registi di particolare sensibilità hanno dedicato storie cinematografiche di intramontabile valore artistico: Luchino Visconti, illuminando il sottobosco del pugilato milanese all’epoca di Rocco e i suoi fratelli, e Clint Eastwood soffermandosi a raccontare la speculazione sulla One million baby. Sono questi autentici coltivatori di talenti i veri trionfatori di un’Olimpiade. Gianni de Felice. ItaliaOggi.
Finite le medie, scelsi di fare la segretaria nella scuola di danza pur di continuare ad allenarmi, e so che avevo due modelli: Carla Fracci e Raffaella Carrà, scegliere fra danza classica e moderna è stato un dilemma. Nel 1980, per vedere una memorabile Fracci con Rudolf Nureyev in Giselle all’Opera di Roma, feci con tutta la famiglia una staffetta al botteghino, di notte, per prendere i biglietti più economici in piccionaia. Poi, sei anni dopo, ero con lei sulla copertina di Tv Sorrisi e Canzoni una cosa di inimmaginabile. Lorella Cuccarini, show girl (Candida Morvillo), Corsera.
Ho poche frecce al mio arco ormai spezzato. Roberto Gervaso.